di Monica Gianotti
Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la trasparenza sulla beneficenza, ribattezzato ‘decreto Ferragni’ dopo i casi legati ai presunti illeciti dell’imprenditrice digitale che avrebbe truffato i suoi utenti/clienti nella vendita di prodotti legati a campagne di beneficenza.
Il ddl disciplina l’obbligo di riportare sulle confezioni dei beni commercializzati anche a scopi benefici alcune informazioni specifiche tra cui il soggetto destinatario dei fondi raccolti e la finalità della campagna. Inoltre dovrà essere indicato l’importo complessivo destinato alla beneficenza, ovvero il valore percentuale sul prezzo di ogni singolo prodotto. Queste informazioni dovranno poi essere comunicate dai produttori e dai professionisti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Al centro di tale scelta, la trasparenza dovuta al consumatore che deve sapere con certezza quale parte del ricavato vada a iniziative solidaristiche. Sempre per la tutela dei consumatori, occorrerà comunicare all’Antitrust non solo il termine entro il quale si prevede il versamento della somma ai destinatari dell’iniziativa benefica, ma anche quello in cui il pagamento è effettivamente avvenuto.
Il ddl, commenta il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, “risponde ai principi della trasparenza e assicura una informazione chiara e non ingannevole”.
La violazione di questi adempimenti fa scattare sanzioni amministrative che vanno da 5mila a 50mila euro. Nei casi di minore gravità la sanzione è diminuita fino a due terzi. In caso di reiterazione della violazione è disposta la sospensione dell’attività per un periodo da un mese a un anno.
Per ottenere la massima trasparenza l’Agcm “pubblica, anche per estratto, i provvedimenti sanzionatori adottati su una apposita sezione del proprio sito internet istituzionale, sul sito del produttore o del professionista destinatario della sanzione, su uno o più quotidiani, nonché mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all’esigenza di informare compiutamente i consumatori a cura e spese del produttore o del professionista“, si legge nel testo approvato.
“Il ricavato delle sanzioni, nella misura del 50%, sarà destinato ad altre iniziative benefiche”, ha specificato il ministro Urso.
Il commento di Chiara Ferragni
Nel giorno in cui anche Oreo ha ‘scaricato’ l’influencer, Chiara Ferragni ha commentato così l’approvazione del Ddl: “Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo. Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali. Questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall’altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura essere accusato di commettere un’attività illecita”.
La reazione del Codacons
Commentando le dichiarazioni dell’influencer il Codacons ha affermato: “La Ferragni farebbe meglio a tacere e a chiedere scusa agli italiani. Parlare di mero ‘errore’ dinanzi a un illecito accertato dall’Antitrust con una multa da un milione di euro, e a indagini a tutto campo della magistratura per quello che i pm definiscono un ‘sistema’ ripetuto nel tempo per sfruttare la beneficenza a fini di profitto, è semplicemente vergognoso, e dimostra come l’influencer non abbia compreso il significato di truffa aggravata, e sia convinta che tutto possa essere ricondotto ad un leggero e insignificante errore. Dovremo a questo punto chiedere misure cautelari a suo carico come l’inibizione di qualsiasi attività commerciale e il sequestro dei suoi social per evitare che compia altri illeciti”.