Negli ultimi dieci anni, i marchi di fast fashion hanno sempre più fatto affidamento sugli influencer per promuovere le proprie collezioni sempre più numerose e a basso prezzo, portando a una devastante crisi del sovraconsumo globale. Su TikTok, l’hashtag #haul ha oltre 60 miliardi di visualizzazioni. Dopo due campagne di successo in cui Vestiaire Collective ha dato una chiara definizione del fast fashion e messo al bando oltre 60 marchi dalla sua piattaforma, l’azienda sta compiendo un ulteriore passo nella sua lotta contro il sovraconsumo affrontandola con una delle tattiche di marketing fondamentali della moda veloce: l’azione degli influencer. Questa decisione arriva nel contesto dell’adozione unanime del Disegno di Legge Anti-Fast Fashion, da parte dell’Assemblea Nazionale Francese il 14 marzo 2024, che propone di vietare qualsiasi pubblicità realizzata da marchi o influencer legati al marketing del fast fashion.
Le attività messe in campo
Vestiaire Collective sta avviando un programma di sei mesi in collaborazione con cinque influencer che si impegnano a educare se stessi e i loro 2 milioni di follower durante il percorso che intraprenderanno.
L’azienda si impegna a educare ogni influencer con cui collabora sugli effetti dannosi del fast fashion e a insegnare loro i valori promossi dalle alternative di seconda mano.
Insieme alla FMC (Federazione francese della Moda Circolare), Vestiaire Collective sta chiedendo al Senato francese di riprendere il proprio lavoro sul disegno di legge attualmente in attesa della sua revisione finale, per rafforzare così l’impegno dell’azienda a sollecitare azioni decisive al fine di rimodellare l’industria.
Influenzare gli influencer
Il mercato degli influencer è più che raddoppiato su piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube, e nel 2023 è stato valutato 21,1 miliardi di dollari. I social media si classificano come una delle fonti più influenti di informazioni sulla sostenibilità, per i consumatori. Il settantacinque percento delle persone è più propenso ad adottare comportamenti che aiutino a salvare il pianeta dopo aver visto contenuti sui social media riguardanti la sostenibilità, mentre l’83% pensa che TikTok e Instagram siano delle fonti affidabili per ricevere consigli su come vivere in modo sostenibile.
Dopo aver educato la sua comunità attraverso i propri social media e altri canali di comunicazione, Vestiaire Collective sta facendo un ulteriore passo in avanti. Quest’anno, l’azienda inizierà a educare gli influencer, in quanto persuadenti opinionisti, sulle devastanti conseguenze sociali e ambientali del fast fashion. Inoltre, il programma verterà anche su come riconoscere le tattiche di marketing del fast fashion, con l’obiettivo di aiutare gli influencer a fare scelte migliori investendo in articoli durevoli e di alta qualità.
“Con questa campagna, Vestiaire Collective sta compiendo passi audaci per affrontare uno dei principali promotori della fast fashion: gli influencer. Abbiamo deciso di utilizzare i loro canali social per rimodellare la narrazione. Questa iniziativa fa parte della missione più ampia di Vestiaire Collective di cambiare il modo in cui le persone consumano moda e promuovere una riforma a livello industriale che vada oltre qualsiasi requisito legislativo. Crediamo davvero che con gli strumenti giusti, gli influencer possano diventare leader del cambiamento”, spiega nella nota Dounia Wone, Chief Impact Officer di Vestiaire Collective.
In vista del Black Friday, i consumatori possono osservare e partecipare attivamente al percorso di cinque influencer mentre si impegnano a educare se stessi e i loro follower sui fattori che portano al sovraconsumo e a promuovere la consapevolezza dei benefici derivanti dallo scegliere la qualità rispetto alla quantità.
Video educativi e masterclass
Il programma semestrale include un video educativo creato dall’agenzia di design responsabile WRÅD in collaborazione con A THING BY, diretto dal famoso regista Olmo Parenti e condotto dall’esperto di moda responsabile Matteo Ward. Il programma offre anche una serie di masterclass con esperti del settore e un viaggio in una discarica di abbigliamento come punto culminante del percorso formativo. Sui propri canali, l’azienda condividerà il video educativo completo e collaborerà con i content creators per pubblicare materiali coinvolgenti che denuncino le tattiche di marketing abusive dei marchi di fast fashion che stanno incitando a comportamenti di sovraconsumo.
Vestiaire Collective pubblicherà anche una lettera aperta indirizzata ai marchi di fast fashion, esortandoli a rompere il ciclo, e condividerà una guida educativa di una pagina, comprensiva di tutti i partner influencer esistenti e futuri, aumentare la loro consapevolezza su questo argomento.
Necessaria una riforma della moda
Ogni anno, vengono introdotti nel mercato globale più di 100 miliardi di nuovi capi d’abbigliamento, di cui 3,3 miliardi nella sola Francia. Questo fenomeno, ampiamente guidato da marchi di moda ultra-veloce che lanciano fino a 7.200 nuovi modelli al giorno, e i cui ricavi continuano a crescere, genera circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Queste statistiche evidenziano l’urgente necessità di regolamentazione per contrastare questa tendenza distruttiva.
Vestiaire Collective, insieme alla FMC (Federazione francese della Moda Circolare), ha inviato una lettera aperta al Senato francese, chiedendo di riprendere i lavori sul Disegno di Legge Anti-Fast Fashion volto a ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. La lettera aperta chiede anche che la definizione attuale della legge sul Fast Fashion venga rivista. Questa legge rappresenta un’opportunità cruciale per muoversi verso un modello più sostenibile, facendoci così avvicinare agli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Il disegno di legge, sostenuto da un ampio consenso, è una leva chiave per il nuovo governo e gli offre un’opportunità per aumentare la sua visibilità fin dall’inizio, ma consente anche alla Francia di consolidare il suo status di leader internazionale nella promozione della moda sostenibile. La sua adozione immediata rappresenta un’opportunità unica per stabilire regole chiare contro la moda ultra-veloce, inclusa la proibizione della pubblicità per questi marchi, rafforzando i messaggi che promuovono il consumo responsabile e applicando sanzioni finanziarie.
Questa legge francese è in accordo con l’SB707 Responsible Textile Recovery Act, che è stato trasformato in legge in California il 30 settembre 2024, segnando un passo significativo verso la riduzione dei rifiuti tessili. Questa nuova legge richiede ai produttori di implementare e finanziare programmi che facilitino il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio di abbigliamento e tessuti.