‘La spesa alimentare nel post-Covid: come cambia il drive to store – dall’eCommerce al total commerce’: questo è l’obiettivo della ricerca condotta da Citynews in collaborazione con Comscore, la società statunitense cleader nella fornitura di misurazioni cross-platform per audience, marchi e comportamento dei consumatori.
“Nello specifico”, ha spiegato in una nota Giusy Beninati, Responsabile del Team Go To Market, “è stata approfondita l’abitudine di acquisto della spesa online rispetto al punto vendita fisico, i luoghi virtuali e fisici preferiti per la spesa e gli elementi determinanti di scelta nei due casi. Focus che sono stati i protagonisti della survey condotta sulle 52 edizioni Citynews dal 12 al 26 aprile scorso e che ha visto 5.114 risposte completate”.
La survey è stata basata su due percorsi di 7 domande ciascuno, differenziati tra chi aveva fatto la spesa online almeno una volta negli ultimi 3 mesi e chi esclusivamente offline.
I risultati della survey mostrano che il 30% dei rispondenti ha fatto la spesa alimentare online nel periodo Gennaio-Marzo. La propensione all’acquisto online sale al 38% nella fascia d’età 35-44 anni e al 32% nella fascia 45-54 anni, e che le piattaforme più utilizzate, escluse quelle del food delivery, risultano essere siti o app di catene di supermercati specifici o marketplace online. Tre persone su dieci fanno la spesa online almeno una volta a settimana. Per gli acquisti vengono integrati diversi siti (31%), i marketplace (32%) o siti di supermercati specifici (22%), ma il 94% di chi fa la spesa online si reca anche di persona a far la spesa in un punto vendita fisico.
Ad influenzare di più la decisione di acquisto online, troviamo al terzo posto (58%) il fattore flessibilità, ovvero poter acquistare h24, da remoto, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento della giornata. Per il 63% dei rispondenti prevale inevece il fattore tempo, quindi evitare code e tempi di attesa, e per il 64% la regina è la consegna a domicilio, ovvero la comodità di ricevere la spesa a casa, senza dover trasportare pesi.
Quasi 7 persone su 10 (68%) comprano abitualmente online i prodotti base delle nostre dispense (pasta, cereali, farine etc) o per la cura della persona (67%). Seguono i prodotti per la pulizia della casa (61%) e le bevande (59%). Più di 1 su 2 acquista anche prodotti freschi (55%). Ad incidere significativamente sulla customer satisfaction, la consegna intesa come disponibilità di giorni e orari (62%) e puntualità (48%). Molto importante per il 57% è il risparmio complessivo che diventa prima ragione di soddisfazione al sud (68%).
I luoghi preferiti per la spesa offline restano comunque i supermercati, ipermercati o catene di grandi dimensioni. Tra i luoghi preferiti anche negozi di piccole dimensioni come drogherie, macellerie, pescherie, fruttivendolo etc. Oltre 2 persone su 10 fanno la spesa offline di solito più volte durante la settimana. Per gli acquisti offline, la prima scelta sono supermercati e ipermercati (70%), seguito da piccoli negozi (39%) o mercati rionali (15%). Infine, 3 su 4 dei rispondenti fa la spesa per la propria famiglia (50% 3+persone, 24% coppia). Il 12% fa la spesa anche per persone non conviventi.
“Il mondo legato al Food Retail ha ricevuto un deciso boost in ambito digital nel corso dell’anno pandemico”, ha commentato Domenico Susca, Sales Manager di Sensemakers. “L’Italia paga ancora un gap di penetrazione rispetto ad altre Country digitalmente evolute come Regno Unito e Stati Uniti, ma è stato anche il Paese che negli ultimi due anni ha registrato la maggiore crescita in termini di tempo speso. Ciò dimostra che in Italia il connubio tra GDO e digitale, che vede ancora alcune concentrazioni su target geografici e di età, presenta delle potenzialità per i player del settore da cogliere e sviluppare”.
“L’obiettivo principale della ricerca”, ha continuato Laura Buscemi, Responsabile Research & Development Marketing di Citynews, “è stato quello di fornire agli addetti ai lavori della GDO, Retail e Marketplace, nuovi strumenti e parametri per comprendere le abitudini e i processi di acquisto dei consumatori, in questo peculiare periodo Post-Covid. Tali strumenti sono utili per individuare le strategie e i mezzi di comunicazione più efficaci per aumentare le intention to buy del consumatore, quali, ad esempio, offerte geolocalizzate e di prossimità, content adv unici e personalizzati sulla base dello specifico Target di riferimento. Nel contesto analizzato, nel quale i target di riferimento hanno dimostrato di avere processi di acquisto complementari, sia online sia offline, soluzioni adv Total Commerce, capaci di indirizzare, ad esempio, sia a siti eCommerce sia a store fisici, sono ideali per offrire agli utenti esperienze di acquisto personalizzate e, quindi, più efficaci”.