A generare questo ‘potere’ di TikTok sono i contenuti video UGC, i prediletti dagli utenti della piattaforma. Infatti, i consigli degli Influencer che promuovono i prodotti attraverso partnership retribuite sono superati, non convincenti e troppo artefatti. Le nuove generazioni cercano attivamente recensioni e tutorial di prodotti. Questo incide in maniera determinante sulla conversione degli utenti.
Pubblicità sì, ma solo con contenuti nativi
Gli utenti che preferiscono i contenuti su TikTok, lo fanno per un preciso motivo: l’autenticità. Sono pochi infatti i video presenti in piattaforma che rievocano la pubblicità tradizionale. E, spesso, questi contenuti non vengono premiati dalle community perché – appunto – troppo artefatti. Per un brand che desidera generare awareness e promuovere i propri prodotti, è necessario coinvolgere i creator con campagne di Influencer Marketing che prevedono challenge e interazione con le community.
Secondo gli ultimi dati forniti da Fanbytes, rispetto agli annunci sulle altre piattaforme social, gli utenti considerano gli annunci su TikTok il 21% più trendy, con quasi 7 persone su 10 che concordano con questa affermazione.
#TikTokmademebuyit promuove l’industria beauty
L’effetto del fenomeno ‘TikTok made me buy it’ ha un impatto determinante soprattutto nella beauty industry. ObservatoryZed – l’Osservatorio sulla Generazione Z – ha recentemente pubblicato un Report dal titolo ‘L’industria beauty e l’impatto dei social media’ in cui è emersa:
- Una diversificazione dei top brand tra TikTok, Instagram e Facebook dove l’attenzione sui brand varia a seconda della piattaforma utilizzata e dalle generazioni di riferimento che la popolano;
- Su TikTok prevale l’interesse per l’haircare e – quasi a pari merito – per la skincare.
La campagna di L’Oréal
Il gruppo L’Oréal comprende brand come Garnier, Maybelline NY, NYX Professional Make-Up e L’Oréal Paris. Proprio alcuni prodotti di questi brand sono andati virali su TikTok e hanno generato milioni di visualizzazioni e con queste le conversioni.
L’Oréal UK, di fronte alle esigenze dei suoi consumatori, non si è fatta sfuggire l’occasione di monetizzare e ha offerto alla community ciò che ‘inconsapevolmente’ desiderava: una box esclusiva – in partnership proprio con TikTok – che includeva 7 dei best seller più famosi sulla piattaforma sound-on.
La campagna inglese ha confermato che i grandi brand sono ormai consapevoli del potere dei social media: oggi è fondamentale ascoltare e seguire i gusti degli utenti online.
L’iniziativa dell’eCommerce Amazon
Amazon, in risposta alle numerose ricerche di prodotti che riportavano la dicitura ‘TikTok’, ha lanciato una sezione dello shop online dal titolo ‘Tik tok made me buy it’ che favorisse gli acquisti, con offerte speciali riservate ai prodotti beauty diventati virali sulla piattaforma.
Il caso Labello
Ci sono casi, poi, in cui un brand va virale per cause indipendenti dalle strategie di marketing, come l’episodio dei burrocacao Labello. Una Creator italiana – su richiesta della community – ha mostrato la sua ‘combo labbra’ (un abbinamento di matita e rossetto, gloss o simili) che le rendeva le labbra carnose e idratate. Risultato? Il prodotto è andato velocemente virale e per settimane è stato sold-out nei negozi fisici e online. Una pubblicità gratuita per il brand che ha visto incrementare le proprie vendite senza particolare effort.
Cosa deve fare il brand?
Il ‘TikTok made me buy it’ dimostra quanto i social media siano utili e determinanti nell’influenzare le scelte di acquisto degli utenti. Le aziende devono passare del tempo attivamente sulla piattaforma per educare l’algoritmo e targetizzare il proprio profilo, ma soprattutto individuare i trend del momento, gli hashtag e gli audio virali.
Tuttavia, è necessario che i brand realizzino contenuti originali e autentici, in grado di evitare la pubblicità occulta e garantire chiarezza sulle scelte d’acquisto dei consumatori.
In conclusione, attraverso un utilizzo strategico della piattaforma, i brand possono potenziare la brand-awareness, aumentare la conversione e stabilire una connessione più profonda con le community.
di Federico Rognoni, CEO Atomical