di Maurizio Ermisino
È più di un mese che Threads, la nuova piattaforma social lanciata da Meta, ha debuttato ufficialmente anche in Italia e nel resto d’Europa. Era il 14 dicembre e, per qualche giorno, non si parlava d’altro. Oggi pare che se ne parli già molto di meno. Ma abbiamo comunque deciso di provare a caprine qualcosa di più, scoprendo che Threads non è proprio quello che ci era stato presentato, cioè una delle più valide alternative a X, l’ex-Twitter, e il social network capace di mandare in pensione la piattaforma oggi di proprietà di Elon Musk. Ne abbiamo parato così con Flavius Florin Harabor, consulente di web marketing, formatore e relatore ai principali eventi di settore, che si occupa principalmente di SEO, WordPress, Telegram e di divulgazione.
Che cos’è Threads?
È un social network di tipo microblogging, cioè pensato per la condivisione di brevi porzioni di testo, quello che un tempo era Twitter. È una piattaforma che permette di caricare link, foto e video, ovviamente con dei limiti che, sono di 500 caratteri per post e 5 minuti per i video. Nel luglio scorso aveva debuttato 30 milioni di download lo scorso luglio, e fino a dicembre 2023 era disponibile solo in Usa, Canada, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Giappone, Threads darà presto la possibilità di poter comunicare con il fediverso, cioè con altre comunità e piattaforme non legate a Meta, tra cu Mastodon.
Threads è davvero l’alternativa a Twitter?
“Io considero Threads non un altro Twitter, l’attuale X, ma un’estensione di Instagram” ci spiega Florin Harabor. “Tutto quello che gira intorno a questa piattaforma realizzata da Meta non è un nuovo social network. Secondo me è un’estensione di Instagram. Prima di tutto perché, per poter accedere, bisogna usare il proprio account Instagram, mentre di solito, quando si realizza qualcosa di nuovo e si vuole dare un’identità si dà la libertà di creare il proprio account in maniera indipendente da qualsiasi altra piattaforma, semplicemente fornendo un indirizzo e-mail o un numero di telefono. Qui invece sei vincolato a Instagram”.
Threads è l’estensione di Instagram
Ma anche tutte le novità introdotte nel tempo in Europa non fanno altro che confermare questa tesi. “All’interno del social è stata introdotta una funzione che, nel momento in cui il profilo è pubblico, consente che i post su Threads vengano suggeriti sia su Instagram che su Facebook” ci spiega Harabor. “Tu produci contenuti audio e video, ma puoi decidere che vengano condivisi sia su Instagram che su Facebook: anche questo fa capire come Threads sia un’estensione. Il nuovo social dà la possibilità di ampliare una discussione creata all’interno di Instagram perché Threads supporta i link, cosa che su Instagram non è possibile. Threads è stata pensata in ottica microblogging, cioè per dare la possibilità all’artista, al calciatore, al libero professionista di andare a introdurre un argomento e poi avere i link per condividere. Se devo essere un’alternativa a un’altra piattaforma devo aggiungere qualcosa che gli altri non hanno. Threads ha lanciato la funzione multithreads, ma nemmeno questa è una novità: è la possibilità di generare piu tweet e pubblicarli in contemporanea. Così come le note audio esistono da tempo su altre piattaforme. Nei gruppi Facebook si può rispondere già a un messaggio anche con una nota audio, cosa che su Instagram non era possibile”.
Tutto quello che manca a Instagram
Le funzionalità sono quasi tutte pensate per aggiungere cose che su Instagram non si possono fare. “Ad esempio, non c’è la possibilità di fare sondaggi” ci spiega Harabor. “Si possono fare, ma attraverso le stories. Mentre con un sondaggio scritto l’interazione può aumentare: il post il più delle volte viene visto più velocemente di una storia e si possono avere feedback più velocemente, far interagire le persone con i contenuti.
Threads e X? Non è una guerra
Threads allora non sarà il social nato per affossare X (l’ex Twitter), ma una nuova piattaforma che permetterà ad entrambe di crescere. “Non la vedo come una guerra, con vincitori e vinti” ci spiega Harabor. “Ma come qualcosa che farà bene al mondo della tecnologia, sarà una risorsa in più per aziende e liberi professionisti che vogliono usare questi strumenti. Meta è come tutta la famiglia delle aziende big tech: non realizzano questi progetti semplicemente per offrire uno strumento da utilizzare a tempo perso, ma lo pensano per le aziende. Diventa così l’ennesima risorsa a disposizione delle aziende e dei liberi professionisti che vogliono comunicare con i propri clienti”.
Studiare come comunicare su questa piattaforma
In questo senso si tratterà di conoscere bene questo nuovo strumento da parte di chi si occupa di comunicazione. “Si dovrà studiare bene come comunicare su questa piattaforma” riflette Harabor. “Bisognerà capire come essere stringati per scrivere in 500 caratteri, sintetici per pubblicare un video di soli cinque minuti o per mandare una nota vocale di 30 secondi”. In questo modo Threads potrebbe diventare uno strumento molto utile. “Ad esempio un esperto di podcast potrebbe anticipare la sua prossima puntata via voce” spiega Harabor. “O un creator di YouTube sfruttare Threads per anticipare con un video la prossima diretta”.
Differenze tra Threads e X (o Twitter)
Il confronto tra Threads e X viene spontaneo. Ma sarebbe ingiusto fare un paragone tra le due piattaforme. “Da una parte abbiamo una risorsa nata da un anno, dall’altra una nata negli anni Duemila, per la precisione nel 2006” spiega il nostro esperto. “È quasi un ventennio di sviluppo: risorse enormi investite, cose buone e cose cattive. Fare oggi un paragone tra l’una e l’altra è ingiusto. Entrambe comunque hanno ancora l’idea di voler essere delle piattaforme di microblogging, una con 280 caratteri nella versione gratuita, o più in quella a pagamento, e l’altra con 500 caratteri disponibili, cioè Threads. Il fatto di avere multithread o multitweet sono due cose in comune, così come il fatto di gestire bene la multimedialità o le note vocali da parte di entrambe le piattaforme”.
Su Threads non vengono usati bene gli hashtag
“In questo momento su Threads non vengono usati bene gli hashtag: non c’è la funzione ufficiale degli hashtag, non c’è uno storico, non c’è la possibilità di capire se quell’hashtag porta a un pubblico di persone veramente interessate” spiega l’esperto. “Su Twitter gli hashtag sono un punto cruciale: abbiamo uno storico, la possibilità di vedere quanto un argomento è stato menzionato e utilizzato dalle persone. Threads, essendo giovane, non ha la possibilità di avere chat private e di gruppo. Una cosa interessante che Threads ha, rispetto al Twitter non a pagamento, è la possibilità di modificare i messaggi. Entro 5 minuti hai la possibilità di modificare il messaggio che hai pubblicato, a meno che tu non sia sulla versione a pagamento. Ma fare un paragone tra le due piattaforme oggi è come parlare di Davide contro Golia: 20 anni di sviluppo contro 12 mesi”.
In ogni caso, la competizione porterà miglioramenti
Threads, essendo giovane, ha ancora delle lacune, cose da migliorare, nonostante il buon impianto di partenza. “Sicuramente ne vedremo delle belle” spiega Harabor. “Un domani Twitter, vedendo che Meta ha lasciato la possibilità di modificare entro 5 minuti il messaggio pubblicato, probabilmente deciderà di fare la stessa cosa per tutti gli utenti che utilizzano Twitter in modo gratuito e di estendere la possibilità di modificare all’infinito per i piani a pagamento. Oppure darà la possibilità di realizzare tweet lunghi 700 caratteri contro i 500 di Threads, per essere più forte, e magari lasciare il limite dei 2000 caratteri per i piani a pagamento. È una sfida che porterà miglioramenti a entrambe le parti”.