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Telegram in Estonia è la piattaforma più aggressiva nella disinformazione. Ma lo European Act on Internet Services non la cita neppure tra i social media obbligati a controllare i contenuti

Lo sviluppo dei social media ha reso molto facile la diffusione della disinformazione. È quindi importante che le piattaforme online siano responsabili dei contenuti che distribuiscono.

La Dichiarazione di Varsavia, firmata ieri, unisce i Paesi dell’Europa centrale e orientale nella lotta contro la propaganda del Cremlino. I firmatari dell’accordo si sosterranno a vicenda, tra l’altro, nel raddrizzare le false informazioni che colpiscono l’immagine dei loro Paesi o falsificano la storia.

“La European Act on Internet Services, che si applicherà a partire da febbraio 2024, obbliga le grandi piattaforme online a controllare i contenuti”, ha dichiarato al riguardo Helen Rothla, Presidente del Dipartimento per la Società dell’informazione presso l’Ufficio estone per i regolamenti tecnici e la sicurezza dei consumatori. “La Commissione europea ha già elencato 17 grandi piattaforme, ma Telegram, la più aggressiva di esse, non è presente in questa lista. Per questo motivo chiediamo alla Commissione europea di includere Telegram tra le grandi piattaforme”.