di Massimo Bolchi
LinkedIn, senza dubbio il social meno cool di Internet, sta diventando un punto caldo per l’influencer marketing. I contenuti pubblici condivisi su LinkedIn sono aumentati del 24% tra il 2022 e il 2023, mentre sulla piattaforma sono presenti oltre 139.000 newsletter (con più di 472 milioni di iscritti totali alle newsletter). Da parte sua, LinkedIn ha dichiarato di aver raggiunto 1 miliardo di membri a novembre.
Ma forse la cosa più strana di LinkedIn è la trasparenza delle sue ‘funzioni di sorveglianza’: laddove altri social network cercano di nascondere quanto stiano tracciando l’attività di tutti, LinkedIn, al contrario, invita a partecipare alla raccolta dei dati sul comportamento degli utenti quasi od ogni passo. È un social network che invia regolarmente notifiche su chi ha guardato il profilo quasi di chiunque, per esempio.
Per impostazione predefinita, ogni volta che si guarda il profilo LinkedIn di qualcuno mentre si è connessi, questi riceve la notifica che lo si è guardato. Pensate a quanto sarebbe strano se, ogni volta che scorrete la griglia di Instagram di qualcuno guardando le sue vecchie foto, questi ricevesse una notifica che gli dice che l’avete fatto. Su LinkedIn, le persone che pagano un abbonamento hanno un accesso più completo ai dati di chi ‘sbircia’; la maggior parte delle persone può vedere solo un paio di visitatori recenti, ma gli utenti a pagamento ottengono un elenco completo di tutti coloro che hanno guardato il loro profilo nell’ultimo anno. Questo livello di trasparenza radicale è un po’ inquietante, ma la buona notizia è che è possibile disattivare questa funzione di notifica. Ma approfondire questo discorso ci porterebbe un po’ troppo lontano dall’argomento di questo articolo: il social – LinkedIn – gli influencer e il B2B.
Perché nella comunicazione B2B la risposta a qualsiasi quesito è una sola, neppure nuova: LinkedIn, appunto, che sembra aver trovato un nuova vita, con un aumento del 42% nella condivisione di contenuti e un incremento del 59% negli abbonamenti premium dal 2021. In particolare, la piattaforma è emersa come il mezzo principale per entrare in contatto con i decisori aziendali. I dati indicano che circa l’80% dei suoi utenti possiede un notevole grado di influenza all’interno delle proprie organizzazioni, il che ha spinto la piattaforma ad avere un potere d’acquisto quasi doppio rispetto alla media del pubblico online.
L’impatto nel mondo del recruitment è interessante, ma ancora sottoutilizzato da molti team di comunicazione aziendale e dirigenti: ad esempio, l’82% dei potenziali dipendenti cerca la presenza online di un Ceo prima di entrare in un’azienda, mentre i dipendenti attuali preferiscono lavorare per CEO che hanno una presenza attiva sui social media con un rapporto di quasi 4 a 1. È chiaro che la leadership connessa, caratterizzata dall’instaurazione di un rapporto di fiducia attraverso piattaforme online come LinkedIn, mette i leader in condizione di rassicurare efficacemente gli stakeholder, soprattutto in caso di crisi. Questo divario nell’utilizzo delle piattaforme sottolinea un’opportunità significativa per i team di comunicazione aziendale di sfruttare l’influenza che il Ceo ha sulla reputazione dell’azienda.
Così come TikTok è diventata la piattaforma in più rapida crescita per il consumo di notizie da parte della GenZ, LinkedIn, con i suoi oltre 250 redattori, è emerso come la piattaforma predominante per le notizie relative al business tra gli individui con un elevato livello di istruzione. Infatti, uno studio del PEW Research del 2023 ha rilevato che ben il 60% dei consumatori abituali di notizie di LinkedIn possiede almeno una laurea. Inoltre, il 68% di questo pubblico di ‘consumatori di notizie’ ha un’età compresa tra i 18 e i 49 anni, evidenziando l’attrattiva di LinkedIn per una generazione di professionisti emergenti e affermati.
Con le timeline delle notizie di tendenza di LinkedIn che offrono più spazio per commenti intelligenti, pertinenti e d’impatto rispetto ai media tradizionali e assicurarsi un posizionamento non è solo più probabile, ma ha un impatto unico. Inoltre, queste timeline di notizie stanno diventando focus di interesse per giornalisti alla ricerca di fonti affidabili. Se utilizzate in modo strategico, queste timeline non solo creano influenza all’interno della piattaforma, ma forniscono anche un metodo di backdoor per i team di comunicazione che vogliono assicurarsi la copertura tradizionale da parte di testate di alto livello e di settore.
Con ben 450 milioni di iscrizioni globali e una crescita annua superiore a 3 volte, inoltre, la funzione ‘newsletter’ di LinkedIn sta diventando un’area di interesse fondamentale per i team di comunicazione aziendale che intendono amplificare l’influenza dei propri dirigenti su LinkedIn. Questa funzione, che offre abbonamenti con notifiche push, in-app e via e-mail per i nuovi articoli, è diventata un’opportunità per il management aziendale di sfruttare la loro influenza su LinkedIn per coinvolgere le mail personali degli stakeholder.
Contemporaneamente, anche i principali media stanno intensificando gli sforzi per lanciare le proprie newsletter su LinkedIn. Esempi possibili sono ‘Forbes Edge’ di Forbes e ‘WSJ Careers & Leadership’ del Wall Street Journal, entrambi con centinaia di migliaia di abbonati. Con le pubblicazioni di alto livello che creano le proprie newsletter su LinkedIn, i professionisti della comunicazione aziendale hanno ora nuove opportunità per assicurarsi posizionamenti significativi e ‘earned’, che possono allo stesso tempo aumentare l’influenza su LinkedIn di un professionista o del suo team.
I marketer B2B, infine, sono sempre più ottimisti riguardo all’impatto degli influencer di LinkedIn sulle loro campagne di comunicazione. Quasi la metà (49%) considera gli influencer e i creator come uno strumento per migliorare la credibilità e l’affidabilità del proprio brand, mentre il 40% ha registrato un aumento dei contatti o delle vendite grazie alle strategie di influencer marketing. Gli influencer con un grande seguito su altre piattaforme stanno iniziando a chiedere un supplemento del 10% o del 25% per estendere una campagna a LinkedIn. Il connubio tra i creator e le funzionalità di LinkedIn non è un certo problema: si tratta di un pubblico ‘safe’ per il brand, impegnato e – come abbiamo visto -altamente affluente. Con tutto ciò che è possibile fare, dai testi ai video, agli eventi in live streaming e audio, LinkedIn si conferma maturo per raccontare storie di consumatori reali.