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Simone Rinzivillo, Archetipo: “Con l’arrivo del DSA sarà necessario puntare sulla qualità per garantire esperienze digitali affidabili”

Simone Rinzivillo

Dallo scorso 17 febbraio il Digital Service Act (DSA), il nuovo quadro normativo europeo che mira a garantire un ecosistema digitale più sicuro, trasparente e affidabile è legge per tutte le piattaforme di servizi digitali. Il Digital Service Act stabilisce specifici criteri per rafforzare la trasparenza e la responsabilità delle piattaforme digitali, garantendo allo stesso tempo, la dinamicità del mercato digitale.

Già vincolanti per i ‘gatekeeper’, ovvero i grandi colossi IT, le nuove regole diventano un obbligo anche per le piattaforme minori. Un cambiamento considerevole per il mercato digitale europeo, per gli utenti, ma soprattutto per gli addetti ai lavori.

Analizziamo con Simone Rinzivillo, Ceo di ARCHETIPO il nuovo contesto digitale europeo, dopo l’applicazione del DSA.

L’applicazione del DSA a tutte le piattaforme di servizi digitali, ridisegna il panorama digitale, non solo in ambito europeo. Quali pensi possano essere i maggiori cambiamenti che impatteranno sul settore?

La fase dell’applicazione, ovvero dell’implementazione sarà sicuramente quella più delicata. Superata questa fase si potrà constatare se effettivamente la strategia dell’UE di fungere da garante della regolamentazione dell’ecosistema Digitale a livello globale sia stata lungimirante. Le Big tech estere, per operare su territorio europeo, sono state obbligate sin dallo scorso agosto a rispettare le regole del DSA.

Da febbraio di quest’anno, l’applicazione del DSA si è estesa a tutti gli intermediari online che prestano i loro servizi nel mercato unico, con sede o meno nell’UE, incluse le PMI. Se è vero che la maggior parte degli oneri spetteranno alle piattaforme con una soglia di utenti mensili di una certa rilevanza, non significa che piccole e microimprese non debbano rispondere a determinati obblighi proporzionati alle loro capacità e dimensioni, soprattutto relativamente alla pubblicità basata su dati sensibili.

Nello specifico, dovrà essere garantito un elevato livello di privacy e sicurezza, soprattutto nei confronti dei minori, e che tutti gli utenti dei servizi online possano rinunciare alla profilazione. Si va incontro sicuramente a un mercato digitale più competitivo, nel quale saranno numerosi i vantaggi per tutte quelle aziende che fino ad adesso non potevano beneficiare totalmente dei dati della propria utenza, a patto che riescano ad assicurare un’erogazione di servizi in compliance con le direttive UE.

La regolamentazione del Digitale è una tematica che l’Unione Europea sta affrontando con un tutta un serie di codici normativi, soprattutto in materia di trasparenza e tutela dei dati degli utenti, tra cui rientra anche il recente Data Act. La gestione dei dati è sempre più fondamentale a garantire un contesto digitale sano e soprattutto più competitivo in termini di innovazione. Perché è importante – sia in ambito pubblico sia in ambito privato – attuare una corretta governance dei dati?

I dati rappresentano il fattore con il più alto potenziale in termini di innovazione di cui possiamo disporre al momento. In quanto utenti, siamo tutti immersi nel Digitale quotidianamente. Svolgiamo la maggior parte delle attività online, da quelle più semplici a quelle più significative, generando un enorme quantitativo di dati. A ciò si aggiunge il quantitativo di dati generato da organizzazioni sia pubbliche che private che grazie alla Digital Transformation hanno reso digitali processi precedentemente analogici.

La corretta gestione dei dati consente internamente agli enti di controllare e ottimizzare i processi digitalizzati e di assumere un approccio data-driven alle decisioni. Ma ciò non comporta uno sfruttamento di tutto il potenziale dei dati. Per sfruttare al massimo il potere dei dati è necessario non confinarsi all’interno dell’azienda o del settore, ma avere la possibilità di combinarli con altri.

Affinché ciò sia possibile è necessario che le organizzazioni possano avere accesso a un ambiente di condivisione e di circolazione dei dati sicuro e accessibile, reso possibile da determinati standard normativi, ma anche più trasparente, considerando che fino a questo momento buona parte dei dati è stato a unico appannaggio delle grandi corporazioni tech.

È ormai evidente che ci troviamo di fronte a un nuovo paradigma del Digitale, all’interno del quale l’utente sarà sempre più centrale. Quali sono le maggiori opportunità che gli operatori del settore potranno cogliere?

Parlando di Digital Marketing, sicuramente un accesso più aperto ai dati, permetterà di poter avere una panoramica più ampia sugli utenti e quindi di poter strutturare strategie digitali ancora più efficaci rispetto al passato. La riprogettazione dell’ecosistema digitale grazie a standard normativi che tutelano il mercato e gli utenti, favorisce di poter operare in contesto equo, trasparente e aperto. Ritornando alle opportunità per chi opera nel Digital, penso che l’integrazione possa rappresentare la maggiore opportunità in tal senso.

Lo sviluppo di strategie digitali richiederà sempre più competenze creative, analitiche e tecniche che dovranno essere integrate tra loro per creare esperienze digitali personalizzate e, soprattutto, di valore. Qualità sarà la parola chiave per i prossimi anni a venire: essere innovativi significherà essere percepiti come realtà affidabili, trasparenti e responsabili.