Berlusconi Silvio, 587 K follower; Calenda Carlo, 24 K; Conte Giuseppe, 353 K; Letta Enrico, Non pervenuto; Meloni Giorgia, 181 K; Renzi Matteo, 33 K; Salvini Matteo, 624 K. In ordine rigoroso alfabetico. Dimenticavo, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: anche loro non pervenuti.
Ovviamente questo survey dell’ultimo momento utile per le prossime elezioni – la domenica che viene, per i meno attenti – è riferito alle performance dei politici italiani su TikTik (TikTokTak per Berlusconi e i suoi seguaci), il più recente dei social ‘invasi’ dai politici a caccia di voti. Una classifica surreale, guardano agli ultimi sondaggi pubblicati, ormai quasi due settimane fa, con Salvini e Berlusconi saldamente in testa e la Meloni, largamente ultima tra i ‘grandi’ (maschile sovraesteso, da precisare prima che qualcuno accusi chi scrive di maschilismo), che riscuote invece la maggioranza della fiducia dei cittadini sondaggiati.
Ma questo è solo un esempio, perché è il più giovane e il meno sensibile agli investimenti pubblicitare, oltre a presentare non pochi ‘rischi’ in ambito comunicazione. I video caricati su TikTok possono infatti essere resi facilmente oggetto di ‘Duetti’ e ‘Stitch’, ovvero di nuovi video prodotti dagli utenti che, prendendone stralci, possono dedicarsi alle più feroci prese in giro. Più sicuro dedicarsi ai social media della galassia di Meta: su Facebook e Instagram gli investimenti sono stati notevoli. Oggi, 23 settembre, la Libreria Inserzioni del gruppo mostra, per le keyword ‘politica’ e ‘società’ un totale investito di 45.830.426 euro, a partire dall’aprile del 2019: ovviamente non tutti spesi da partiti politici organizzati, anzi il primo inserzionista risulta essere Save The Children, con oltre 4,5 milioni di euro, seguita da altri soggetti istituzionali quali l’Unicef (1,3 milioni) e il Parlamento Europeo, al terzo posto con una somma equivalente).
Più significativo invece guardare all’andamento del periodo immediatamente precedente le elezioni, rispettivamente 90, 30, e 7 gioni prima. Nel primo periodo, iniziano ad emergere i partiti: Fratelli d’Italia si inerpica al terzo posto con una spesa di 122 mila euro, la Lega – Salvini Premier al quinto posto (90 mila euro) e il Partito Democratico nono, con un investimento di poco inferiore, circa 81 mila euro.
La presenza dei partiti si infittisce guardando all’ultimo mese: primo investitore FdI con quasi 120 mila euro spesi, segue al terzo posto ancora la Lega – Salvini Premier con 63 mila, poi gli altri raggruppamenti: Coraggio Italia (59 K), +Europa (55 K), PD (46 K), M5S (16 K) superato per investimenti anche dalla sola Giorgia Meloni, con 24 mila euro di investimenti in prima persona.
Lo scenario si fa molto più movimentato nell’ultima settimana, con +Europa che balza al vertice spendendo 51 mila euro, seguto da FdI con 41 K, e via dagli altri, con alcune presenze individuali significative: una non meglio individuata Action for Democracy, terza con 31 mila euro; il M5S che scavalca la Lega (16 K vs 14 K); il PD a 14K; Europa Verde con i suoi 12 K; e Nicola Fratoianni che scavalca Italia Viva, entambi intorno ai 10 mila euro di spending.
Gli ultimi dati disponibili, relativi alla giornata del 20 settembre, mostrano l’estrema rincorsa, ben sostenuta dalle rilevazioni ‘proibite’, del M5S che investe ben 10 mila euro per sostenere il proprio candidato Giuseppe Conte, tallonato da FdI (9K), con il PD (1,4K) e la Lega (1,8K) che lasciano spazio agli ultimi sprazzi dei candidati individuali: da Ilaria Cucchi ad Antonio Misiani, da Maurizio Lupi a Ouidad Bakkali, a Carlo Cottarelli.
Ma tornando a TikTok, l’ultima ‘scoperta’ dei politici: quanti voti spostano i leader? ‘Zero’, rivela Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi a un quotidiano. È la dura legge dei social: o ci si lavora da tempo, costruendosi un profilo credibile (che non vuol dire serio, basta pensare a Mr Bean o a Khaby Lame) e i ‘giovani’ potrebbero anche apprezzare. Oppure, se si sbarca solo a poche settimane dalle elezioni, l’effetto venditore ‘porta a porta’ è assicurato. Che poi pensare ai giovani come ai soli utenti di TikTok è quanto meno limitante. Va bene la Gen Z e gli universitari, ma la fascia 35-40 enni presenti continua ad essere in crescita, aggirandosi intorno al 20%, a cui a seguire troviamo la fascia 24-30.
Certo che se il paragone, come da noi, è con un Presidente del Consiglio di 75 anni e un Presidente della Repubblica di quasi 80, rieletto per ‘carenza di alterantive, allora non c’è n’è per nessuno… o no?