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Sam Altman torna Ceo di OpenAI: la minaccia di disertare l’azienda da parte di tutti i dipendenti per seguirlo in Microsoft chiude in cinque giorni una vicenda shakespeariana

Sam Altman, CEO OpenAI
di Massimo Bolchi

Sam Altman ha accettato di tornare alla guida di OpenAI, ha dichiarato l’azienda in un post su X di mercoledì, pochi giorni dopo che la sua estromissione a sorpresa da amministratore delegato aveva scatenato una rivolta dei dipendenti, che avevano minacciato di abbandonare l’azienda leader nel settore nascente dell’intelligenza artificiale.

Riassumiamo i momenti salienti della vicenda, che surclassato per rapidità l’uscita e il ritorno trionfale di Steve Jobs da Apple: cinque giorni invece di anni.

Atto primo: sabato il CdA della OpenAI ‘etica’ (chiamiamola così per risolvere l’omonimia con l’OpenAI ‘commerciale’), con in testa il Chief Scientist Ilya Sutskever, licenzia Sam Altman poichè non era stato ‘sincero’ con il CdA circa le sue intenzioni operative in OpenAI.

Atto secondo: fallisce nel corso del week end il tentativo di Altman, sostenuto dal maggior azionista della OpenAi commerciale, Microsoft, di recuperare il ruolo di Ceo.

Atto terzo: Sam Altman entra in Microsoft come capo del team per l’AI avanzata. L’interim CEO di OpenAI, Mira Murati, viene sostituita dal nuovo interim CEO Emmett Shears, coFounder di Twitch.

Atto quarto: in una lettera la stragrande maggioranza dei dipendenti di OpenAI (700 si un totale di 770) minaccia di abbandonare l’azienda per seguire Altaman in Microsoft, Firmano la lettera anche Mira Murati e – a sorpresa – Ilya Sutskever.

Atto quinto: OpenAi richiama Sam Altman al vecchio ruolo e costituisce un nuovo CdA, che sarà presieduto da Bret Taylor, ex co-CEO di Salesforce, e avrà, tra gli altri membri, anche l’amministratore delegato di Quora, Adam D’Angelo, e l’ex segretario al TesoroUSA, Larry Summers. Vittoria di Altman su tutta la linea.

 

In definitiva, Microsoft e Altman sembrano infatti essere i grandi vincitori di questa vicenda: Altman continuerà a guidare l’azienda che ha contribuito a fondare, ora con un consiglio di amministrazione che, in teoria, sostiene maggiormente la sua visione operativa di rapido sviluppo dell’AI, il più velocemente possibile.

E Microsoft ha ottenuto un maggiore controllo sull’azienda in cui ha investito 11 miliardi di dollari, per contribuire a sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che molti nella Silicon Valley ritengono sarà l’ondata più importante del progresso tecnologico nei prossimi decenni e di cui ha già iniziato a implementare le app, come è il caso di Copilot, nei suoi software commerciali.

Rimane per ora invece sullo sfondo, appena abbozzato, il progetto di Altman e del designer dell’iPhone, Jony Ive, di sviluppare, con il supporto finanziario della giapponese SoftBank, un device destinato a prendere il posto dello smartphone negli usi quotidiani.