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Partita in sordina la app IO, disponibile da sabato su Google Play ed Apple Store. Ma i servizi sono ancora molto pochi

Non è stata data troppa evidenza alla cosa, in mezzo alla crisi del Coronavirus, ma da sabato è finalmente disponibile su Google Play e Apple Store la app IO, quella che metterà in comunicazione diretta il cittadino con la Pubblica Amministrazione. O per lo meno dovrebbe farlo.

Ma facciamo un passo indietro, al 22 maggio 2018, quando l’allora commissario governativo Diego Piacentini annunciava, con un post su Medium, l’avvio del progetto. Un avvio in tempi non brevissimi, tant’è che Piacentini, nel post, raccontava la storia di un cittadino che usa IO, ambientata però nell’estate del 2022.

Ottimo, quindi, siamo due anni in anticipo sulla tempistica. O no? Purtroppo no, e questo spiega forse la mancata enfasi posta sul lancio di IO. Perché, a ben guardare, manca quasi tutta la parte che la PA dovrebbe mettere in campo, per realizzare le mirabolanti promesse del 2018. Piacentini parlava di una app che avrebbe messo in contatto ogni cittadino con qualsiasi servizio che la PA richiedesse o fosse richiesta: tutto, dall’iscrivere i figli a scuola, pagare una multa o il bollo, ricevere i risultati di un esame clinico, prenotare la carta d’identità elettronica o una visita medica, ricevere le notifiche dell’Agenzia delle Entrate, pagare i tributi comunali (che nel frattempo stanno sparendo in larga parte, a dire quanto meno del Governo attuale). Senza carta o altre complicazioni, senza sportelli o code: semplice, diretto, immediato.

Peccato che al momento vi sia poco o nulla disponibile, sulla app, in questo momento. D’altra parte a guardare meglio, la app è in una sorta di Fase Beta non dichiarata, perché sta raccogliendo dagli utenti le segnalazioni di tutti gli eventuali problemi riscontrati nel suo utilizzo.
Tranne la funzione di pagamento, peraltro un duplicazione della ben più diffusa PagoPA e di soluzioni di terza parte come Satispay e la banche, il resto è davvero poco. Vi è qualche Comune, quello di Torino in testa, che avvisa della scadenza di IMU, Tasi e Tari, e permette di iscriversi agli asili di infanzia o pagare l’affitto di proprietà comunali, e quasi nulla d’altro.

C’è comunque l’ACI, per pagare la tassa di circolazione e per richiedere certificati di proprietà. Come dice il proverbio lombardo: ‘piutost che nient l’è mei piutost’. Speriamo che le PA locali e centrali accolgano questa iniziativa dandole la necessaria considerazione. D’altronde, come scrivono gli anonimi autori della app nel messaggio relativo ai servizi: ‘Se non vedi gli enti del tuo territorio tra quelle elencati, è perché il loro servizi sono ancora in corso di integrazione’ E suggerisce ‘chiedi al tuo Comune se hanno attivato il processo per essere presenti su IO e a che punto sono. La tua voce può essere un segnale importante’.

Ma non è che lo Stato centrale spicchi nel dare il buon esempio!

Massimo Bolchi