Come è stato reso noto questa settimana, il Governo ha iniziato a valutare le app di tracking proposte – giovedì sera si è chiusa la call pubblica per le offerte – da adottare nell’ambito della iniziative contro il Covid -19.
Un tema scottante, per le implicazioni in termini di privacy e di GDPR, che suscita non poche prese di posizione contrastanti, a partire da quella dell’Autorità Garante che ha fatto sapere, per voce del Presidente Soro: “L’importante è che la regia sia unica e che competa a una autorità pubblica, dotata delle giuste competenze necessarie ad analizzare e utilizzare al meglio i dati”, un via libera che mette però importanti paletti (la competenza, l’autorità pubblica) a chi dovrebbe gestire i dati.
A questo riguardo anche Privacy Network, una associazione nata con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui temi che riguardano privacy, cybersecurity, nuove tecnologie e l’impatto che queste hanno sui diritti fondamentali delle persone, ha espresso la propria posizione, argomentando che l’ossessione moderna per la ricerca di un nemico a tutti i costi sta alimentando la pericolosa narrazione secondo cui “privacy e salute sarebbero schierate su due fronti opposti, la prima nemica della seconda”.
“Nulla di più sbagliato”, sostiene invece l’Associazione. “Privacy e salute non si escludono a vicenda, potendo invece coesistere ed essere complementari tra loro, anche in questo momento di emergenza”, poiché “è da ritenere legittimo il tentativo del Governo volto a individuare strumenti tecnologici per la lotta alla pandemia, purché questi siano in grado di tutelare tutti i diritti fondamentali delle persone”. Ed è su quest’ultimo aspetto che si concentra l’attenzione di Privacy Network, perché Il GDPR prevede già tutti gli strumenti per consentire il trattamento di dati personali, anche sensibili, in circostanze eccezionali.
Ma proprio per questo è essenziale che il Governo, nella scelta dell’applicazione che intende adottare, abbia ben chiaro alcuni aspetti fondamentali per proteggere la Privacy come valore in sé. Come e in quale contesto saranno raccolti i dati, e chi ne avrà accesso? Sono dati necessari ed appropriati per raggiungere gli obiettivi? 3 Esistono trattamenti meno invasivi per raggiungere lo stesso fine? Come saranno usati e archiviati questi dati, e infine come saranno distrutti quando non più necessari a gestire la crisi? Tutte domande e risposte indispensabili per gestire la crisi da coronavirus nel rispetto dei diritti fondamentali, anche
utilizzando applicazioni tecnologiche.
“Bisogna però ricordare che una volta ceduto un diritto è difficile riconquistarlo, per questo è opportuno battersi ora per la privacy di tutti noi”, è il monito di Privacy Network, che conclude ricordando che “ogni violazione dei nostri diritti fondamentali potrebbe avere effetti permanenti”.
Anche quando la pandemia da Covid-19 sarà solo un ricordo…