Mentre gli ultimi due anni hanno visto un’evoluzione verso una maggiore digitalizzazione delle aziende italiane, un nuovo Osservatorio di American Express e BVA Doxa ha messo in luce che ci sono ulteriori opportunità per promuovere la trasformazione digitale tra le PMI. L’indagine, condotta su figure apicali di 300 piccole e medie imprese italiane operanti in diversi settori tra cui agricoltura, manifattura, commercio e servizi e su tutto il territorio nazionale, offre una fotografia sul livello di digitalizzazione delle nostre aziende.
Il passaggio delle PMI allo smart working e il bisogno di nuove modalità di networking
Durante la pandemia, aziende e professionisti hanno continuato a operare soprattutto grazie allo smart working, una modalità di lavoro ben poco utilizzata prima della crisi. Secondo lo studio American Express/BVA Doxa, tra il 54% delle PMI intervistate che hanno dichiarato di utilizzare lo smart working, il 48% ha iniziato a utilizzare questa modalità per via della epidemia, mentre solo il 6% del campione aveva già programmato di implementare il lavoro agile prima della crisi.
Accanto alla massiccia adozione dello smart working, il 52% delle aziende ha rivisto anche i processi interni finalizzati alla digital transformation, mostrando così una forte propensione a un cambio di passo verso il digitale, mentre il 37% ha aderito a nuovi servizi dedicati al networking per stabilire contatti che aiuterebbero a supportare il proprio business, percentuale, quest’ultima, che ha un grande margine di miglioramento. Due terzi delle aziende dichiara infatti di non far parte di nessun consorzio o rete di imprese ed in particolare appare bassissimo il collegamento con i consorzi di ricerca scientifica e tecnologica, che riguarda solo il 5% delle PMI.
Maggiori opportunità di crescita per l’eCommerce
Anche l’utilizzo dell’eCommerce risulta al momento contenuto, nonostante il 48% degli intervistati (il dato sale per le aziende manifatturiere e agricole) abbia dichiarato di svolgere attività di export e che il 19% sia intenzionato a farlo in futuro. Infatti, solo il 17% delle aziende italiane fa ricorso al commercio elettronico; 2 aziende su 10 sono però interessate ad implementare il commercio online, e il dato raddoppia se si considerano le aziende operanti nel commercio.
Le PMI abbracciano i social media, ma c’è spazio per un’ulteriore digitalizzazione
Per accelerare la digital transformation è fondamentale incrementare gli investimenti dedicati alla tecnologia. Secondo quanto dichiarato dalle imprese, il 60% alloca meno di 10.000 euro l’anno per le dotazioni digitali (escludendo le spese per l’hardware), da 10.000 a 20.000 euro nel 30% dei casi. Una forte spinta all’innovazione riguarda solo l’8% delle PMI, che investe oltre 30.000 euro l’anno.
Gran parte di questi investimenti in tecnologia vengono però dedicati alla gestione digitalizzata dei documenti, nel 70% dei casi, ai social media per il 62%, quindi in generale a voci ‘necessarie’ più che strategiche. A seguire, gli investimenti vengono destinati all’eGovernment e alle interazioni online con le PA (51% delle aziende), alla cybersecurity (50% delle PMI, quindi solo 1 azienda su 2, nonostante gli attacchi informatici siano aumentati lo scorso anno) e alle tecnologie cloud (40% degli intervistati). I social media sono anche considerati dal 64% delle aziende gli strumenti digitali più utili.
Va meglio invece con la presenza in rete delle aziende: il 98% delle PMI ha infatti almeno un canale di comunicazione digitale, come un sito aziendale, un’app o un profilo social. In particolare il 96% ha un sito o un’app aziendale, e il 68% un profilo social, che però vengono utilizzati prevalentemente per far conoscere il proprio brand e i propri servizi piuttosto che per le transazioni con i clienti e per attività orientate alla loro fidelizzazione. Probabilmente è per questa ragione che il canale social più utilizzato dalle PMI è Facebook (91%), seguito da Instagram (36%), mentre Linkedin si ferma al 28%, e YouTube rimane ancora periferico (4%). Permane però ancora un 11% di imprese prive di un sito Internet.
Quasi un’azienda su due (44%) ha invece fatto investimenti in campagne digital (es. display, banner, pubblicità su motori di ricerca, video in stream), e per oltre due terzi (36%) si tratta di un’esperienza recente, fatta negli ultimi 2 anni, mentre un ulteriore 13% è interessato a fare comunicazione digital.