di Massimo Bolchi
“Il digitale non è la ciliegina, è la torta”, ha affermato il prof. Luciano Floridi nel suo intervento a ‘Semplicemente Fintech’, evento organizzato venerdì da Banca IFIS e Centro Arcelli per gli Studi Monetari e Finanziari (CASMEF) dell’università LUISS di Roma, ribadendo poi che quello che serve ora è il product design, attraverso l’implementazione della ormai ben nota e – sinceramente – un po’ datata teoria dell’ ‘onlife’: la crasi tra offline e online che si sostanzia in in una esistenza perennemente collegata: a internet, ai social, agli altri individui, e ora anche ai bot e all’AI.
“Per un esponente della Gen Z”, ha poi proseguito, “non si pone neppure la questione di essere connesso. Lo è di default. Semmai il problema sorge quando non è disponibile, per un guasto o per un’altra ragione, il wifi: allora – e solo allora – scopre l’insostituibilità del digitale. E questa connessione aperta e disponibile sempre non comporta il fatto, deducibile dalla mera logica, che dovremo imparare il linguaggio delle programmazione: già oggi, non parliamo neppure di quello che sarà in futuro, l’AI è in grado di scrivere in Pyton molto meglio e più efficacemente del 99% dei programmatori umani. Non servono la ‘risposte’, servono le ‘domande’: e queste non arriveranno dell’AI generativa, che è un enorme motore di risposte statisticamente probabili, ma dall’uomo, dall’umanità intera che si pone le medesime domande, attualizzate, che si ponevano i greci tre millenni fa. Non di tecnici competenti abbiamo bisogno, ma di persone curiose, che riscoprano il valore anche economico delle relazioni umane per farne la base del progresso di tutti”.
Può sembrare curioso questo approccio umanistico in un convegno dedicato al fintech e all’artificial intelligence, un mercato in fortissima crescita, ma è stato il necessario ‘pensiero laterale’, che ha portato a galla riflessioni eterodosse ma indispensabili per affrontare il fintech nella sua interezza.
Secondo i dati 2023 dell’Osservatorio Fintech & Insuretech della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, in Italia sono presenti 513 start up fintech (che hanno raccolto all’incirca 150 milioni di euro). Di queste realtà, il 19% si sta specializzando nello sviluppo di progetti legati alla Generative AI mentre l’82% delle realtà fintech italiane coopera già con almeno un partner strategico e nel 33% dei casi almeno una delle aziende che collabora ha fatto ingresso nel capitale della startup. Un mercato che non può però trascurare i trend di grande periodo del Sistema Italia nel suo complesso (e del Sistema UE quando si guarda a un confronto globale con USA e Cina, i due giganti economici attuali).
“Un elemento centrale del cambiamento”, ha evidenziato il Prof. Giorgio di Giorgio della LUISS, “sono le dinamiche demografiche. Stiamo già facendo i conti con India e Cina, che fianco a fianco guidano la corsa dei giganti asiatici, benché con dinamiche divergenti, ma è rimasto sotto traccia, fino a tempi relativamente recenti, l’esplosione demografica del continente africano“.
“Prendiamo ad esempio la Nigeria, il popoloso paese dell’Africa Occidentale, che all’inizio del secolo scorso contava 35 milioni di abitanti e alla fine di questo secolo ne conterà una volta e mezza tutta la popolazione dell’Unione Europea, senza aver risolto, se non in una parte insufficiente, i problemi connessi a una crescita così rapida. Ma questi discorso è valido per qualsiasi altro paese del Continente, che complessivamente conterà nel 2100 oltre quattro miliardi di abitanti. Tutto questo mentre, in Occidente, il progressivo calo della nascite vede gli autoctoni diminuire di numero e diventare sempre più vecchi, instradandosi in una ‘Aging Economy‘ in cui gli aumenti di produttività, indotti dal digitale, e dalle fintech in particolare, saranno solo parzialmente sufficienti per difendere il nostro tenore di vita e il nostro wellfare”.