Interactive

Nike chiude RTFKT, il suo brand digital only di sneaker e moda, di fronte al 96% di NFT ‘morti’ e a un tasso medio di perdite del 95%

Nike NFT

di Massimo Bolchi

Nike chiude ufficialmente RTFKT, il suo marchio di sneaker e moda digitale, per lo meno secondo quanto riportato da Bloomberg che ha effettuato per prima il lancio.

L’Amministratore delegato Elliot Hill, entrato in carica due mesi fa, ha commentato quanto l’azienda sta facendo affermando che Nike sta ‘ricalibrando e rivalutando’ le sue priorità nel passaggio al prossimo capitolo dell’innovazione digitale.

Quello di Nike in realtà è probabilmente solo il primo degli annunci conseguenti alla progressiva svalutazione degli NFT a cui si sta assistendo da oltre due anni. Sembra trascorso un secolo da quando Mike Winkelmann, a.k.a. Beeple, aveva venduto a un’asta di Christie la sua opera NFT ‘Everydays: The First 5,000 Day’ per la cifra record di 69,3 milioni di dollari. Era il 21 marzo 2021, e Nike, guidata dall’allora CEO John Donahoe, si era affrettata ad acquisire RTFKT in chiusura d’anno, spinta anche dagli accordi che Adidas stava concludendo con Bored Ape Yacht Club e Punks Comic. Acquisita a sorpresa, Nike si era impegnata seriamente, sotto la precedente amministrazione, con gli NFT, tanto che, al momento, il brand risulta ancora secondo in classifica tra i marchi sport/fashion, con 9 collezioni attive, dietro ad Adidas (12), ma davanti a Puma, Gucci e YSL.

Nuova governance e chiusura della piattaforma

A sorpresa l’acquisizione, altrettanto a sorpresa l’annuncio della dismissione: l’azienda ha annunciato la cessazione delle attività entro la fine di gennaio 2025, comprese le restanti ‘missioni online’ che gli acquirenti dovranno completare per accedere digitalmente ai prodotti NFT. Benoit Pagotto, Chris Le e Steven Vasilev, che avevano fondato TRFKT nel 2020, si sono limitati a pubblicare un post su X per spiegare la situazione e annunciare nuove iniziative.

 

La piattaforma, si apprende dal post su X, prima della chiusura definitiva  presenterà un ultimo drop questo mese, le calzature modello MNLTH X, definito come “una testimonianza del proprio impegno nel superare i confini e fondere i mondi del reale e digitale”. Inoltre, assicurano i fondatori di TRFKT, un sito web del brand rimarrà attivo anche dopo la chiusura dell’azienda, in una formula aggiornata, al fine di preservarne i progetti passati. Certo scrivono che TRFKT non finisce qui, e che la rivoluzione che hanno iniziato proseguirà attraverso i manufatti dei creator che hanno ispirato con le loro opere, ma un sguardo alla cifre racconta una realtà diversa.

Il 96% di tutti gli NFT prodotti è ‘morto’ e la vita media degli NFT si colloca intorno intono agli 1,14 anni, due volte e mezza più breve della vita della criptovalute, che non sono propriamente reputate dei ‘matusalemme’ nel Web3. E il 2023 – ultimo dato disponibile – ha visto il più alto numero di NFT ‘morti’ (si considerano morti quegli NFT per i quali non è stata effettuata alcuna transazione e nessun post su X nei tre mesi precedenti).

Il 2024, di contro, mostra un rallentamento delle morti (scese dal circa il 30% del 2023 al 19,7), ma le conclusioni che trae il ‘2024 NFT Report’ sembrano suonare la campana a morto i prodotti digitali fungibili: “il mercato degli NFT, in passato decantato come il futuro degli investimenti digital, sta incontrando notevoli difficoltà”, recita il Report (… notare l’understatement molto britannico). “La breve durata di vita degli NFT suggerisce che il mercato potrebbe non essere la gallina dalle uova d’oro che molti avevano sperato”.

A questo proposito si suggerisce di chiedere un parere a Justin Bieber, la cui collezione di NFT è costata oltre 2 milioni di dollari nel 2022, ed è stimata oggi meno di 100mila, con oltre il 95% di perdite…