Questa mattina si è aperto – e proseguirà domani – il Netcomm Forum Live, esperimento frutto di un intenso lavoro di studio e progettazione in tempi record, ospitato da una nuova piattaforma digitale che replicherà tutte le potenzialità della grande fiera dell’eCommerce, il Netcomm Forum, e che ha visto protagonisti 165 società espositrici, 83 workshop e oltre 120 relatori.
Un inizio non privo di inciampi, sia nella sessione plenaria, che ha costretto i relatori a riprendere i propri speech dopo pause forzate e un po’ di confusione in agenda, mentre Pepe Moder, il moderatore, cercava di riannodare i fili spezzati, sia nella fase iniziale dei workshop, che hanno vissuto un partenza un po’ difficoltosa.
Complessivamente, comunque, l’iniziativa può considerarsi un successo, considerando che si è trattato di una diretta supportata da un pluralità di connessioni dalla prestazioni molto diverse, e di una piattaforma non collaudata in precedenza: i temporanei black out andavano messi in conto, e tutto sommato sono stati risolti senza troppi danni.
D’altronde la situazione imposta dal Covid-19 possiede tutte le caratteristiche di eccezionalità e di ingresso in un territorio ancora in parte sconosciuto: in un solo mese, dall’inizio della crisi sanitaria, si è registrato un salto evolutivo verso il digitale di 10 anni, imposto sì dalle circostanze ma che consumatori e aziende sono stati forzati ad adottare.
Le abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori italiani si sono infatti spostati a favore dell’eCommerce, che ha garantito continuità di servizio per numerose attività e per i cittadini: dall’inizio del 2020 a oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia, su un totale di 29 milioni, 1,3 milioni dei quali, secondo le stime di Netcomm, sono da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19. Negli stessi mesi dello scorso anno (da gennaio e maggio 2019), infatti, si registravano 700.000 nuovi consumatori: si tratta della crescita organica che il mercato eCommerce si aspettava anche nei primi 4 mesi del 2020, se non fossero subentrati la crisi del Coronavirus e il conseguente lockdown.
E l’eCommerce è proprio il settore che crescerà di più (fino a +55%) a livello mondiale dopo l’impatto del Covid-19, seguito da Modern Food Retail, cioè la modalità di acquisto multicanale nel settore alimentare: ordini online via sito eCommerce, social network, app di messaggistica; click&collect; eCommerce di prossimità (fino a +23%), Segue la vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici, con un crescita prevista fino a +15%.
Diversi settori, come quello del Fashion&Lifestyle, sono stati colpiti più duramente di altri anche online, ma il 77% dei merchant online ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti durante questa fase di emergenza sanitaria.
Dal punto di vista delle vendite online, si è registrata una vera e propria impennata nei settori che fino a poche settimane fa erano considerati emergenti: a registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio a metà aprile, è infatti il pet care (+154%); seguito da cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93)[4]. Non solo approvvigionamento alimentare per gli esseri umani e igiene per la cura personale e della casa, dunque: gli italiani comprano online anche per soddisfare le esigenze dei propri animali domestici, fedeli compagni di quarantena per milioni di persone, secondo le ricerche effettuate da IRI per Netcomm.
“Stiamo assistendo a un’evoluzione inaspettata dei modelli di consumo degli italiani. A cambiare in tempi record sono state soprattutto le modalità di spedizione e di consegna. Il Click&Collect, ovvero la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio da parte del cliente, ha registrato una crescita del +349% (fonte IRI) e ci aspettiamo che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e, soprattutto, distanziamento sociale” commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Un modello che ha preso piede in Italia in questi quasi due mesi di lockdown è il proximity commerce, che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe. Si tratta di un servizio che ha finalmente raggiunto cittadine e piccoli centri abitati che fino a poche settimane fa non avrebbero immaginato di poterne beneficiare e difficilmente i consumatori rinunceranno a questa comoda pratica”.
Tuttavia, emerge che la tendenza a una logica omnicanale è ancora molto bassa, come basso rimane il livello di gestione smart dei negozi tramite app che consentano ai consumatori di localizzare lo store più vicino, pagare, ricevere sconti e programmi fedeltà. Dall’analisi condotta da Netcomm su circa 280 insegne di diversi settori, che rappresentano circa 46.000 punti vendita, risulta infatti che solo il 79% possiede un canale eCommerce attivo e solo il 37% è abilitato al ritiro o al reso in store di prodotti acquistati online.
“In questi giorni di emergenza sono tante le domande che ci poniamo sugli effetti e sulle mutazioni che ci attendono nel mondo del commercio”, aggiunge Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano. “Tra le poche certezze c’è a mio avviso la vicinanza, la dipendenza che i canali online e fisico hanno dimostrato con forza in questo momento difficile. Durante il lockdown, il digitale per tanti ha rappresentato l’unica (e preziosa) occasione per mantenere viva una relazione con i propri consumatori. Per altri l’eCommerce è stato motore di crescita esponenziale delle vendite, ma le operations hanno dettato con violenza i ritmi e soprattutto hanno imposto i limiti. Quando avremo lasciato alle spalle questa crisi, l’eCommerce svolgerà un ruolo indispensabile per la ripresa del commercio e dei consumi: come individui cercheremo una nuova normalità, sicuramente più digitale. Una sfida importante per il nostro Retail”.
“In questo scenario in continua evoluzione, le sfide per le aziende e le PMI non sono poche, ma altrettante sono le opportunità per trasformare e innovare il proprio business”, conclude Liscia. “Acquisire le competenze tecnologiche più adeguate è la chiave per accelerare o avviare per la prima volta il percorso verso l’eCommerce, un settore che mai come in questo momento ha dimostrato di essere non più solo un accessorio, ma un servizio fondamentale per le imprese e per i cittadini”.
Massimo Bolchi