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Lo spot di Kennedy Jr. al Super Bowl rilancia l’incognita del supporto di Taylor Swift ai democratici. Ma i dati dei 279 milioni di follower su Instagram sono di Meta, non suoi

super bowl 2024
di Massimo Bolchi

A due giorni di distanza dal Super Bowl, quando tutti gli spot sono stati esaminati e valutati usando i più diversi metri di giudizio, rimane ancora da ‘spiegare’ quello di Robert F. Kennedy Jr., candidato indipendente per la Casa Bianca e nipote di quel John Kennedy che fu il più giovane – all’epoca – a essere eletto alla carica.

Robert F. Kennedy Jr. è un avvocato, ambientalista e antivaccinista, e lo spot ha presentato immagini del candidato inframmezzate a quello originali del famoso zio nel 1960, mentre nel jingle di accompagnamento risuonava ripetutamente il cognome Kennedy: 15 volte nei 30 secondi dello spot. Il candidato si è poi difeso circa l’origine del filmato, offerto da un ‘Super Pacs’, e ha chiesto scusa ai parenti che si fossero sentiti offesi dalla citazione: “I’m so sorry if the Super Bowl advertisement caused anyone in my family pain. The ad was created and aired by the American Values Super Pac without any involvement or approval from my campaign”, aggiungendo che le norme federali proibiscono ai SuperPacs ogni contatto, tanto meno un coordinamento, con i team elettorali a supporto dei candidati.

Qui appare opportuna, prima di proseguire, una sintetica spiegazione di che cosa sono i SuperPacs, organizzazioni che raccolgono contributi per la campagna elettorale e sono autorizzate a spendere una quantità illimitata di denaro a sostegno dei candidati politici, ma in maniera totalmente indipendente dai team elettorali. Li ha usati anche Biden, per dire, con una campagna su TikTok che sarebbe apparsa stridente con le limitazioni all’uso del social media cinese prescritte a elementi governativi e militari USA.

Ma il punto qui non è stabilire a chi – Trump o Biden – farà più danni l’indipendente Kennedy, che attualmente vede attribuito un 10% dei voti dai sondaggi, ma l’effetto dello spot e della campagna sugli elettori. Chiaramente lo spot è ‘costruito’ per sottolineare il fatto che il candidato è ‘vecchio abbastanza per sapere e giovane a sufficienza per fare’ come ripete ossessivamente il sonoro del filmato: Kennedy Jr. ha settanta anni e può giudicarsi ‘giovane’ solo relativamente agli 81 anni di Biden, ma pensiamo a che risultati potrebbe avere con un campagna audience-targeted ai baby boomers, i più attivi politicamente come gruppo. Ma perché fermarsi ai baby boomers: con l’AI si può profilare quasi one-to-one qualsiasi elettore (maschile sovraesteso), facendogli pervenire esattamente il messaggio costruito sulle sue necessità e sui suoi desideri.

Ma l’AI, per funzionare al meglio, necessita di dati, più granulari possibili. E qui si arriva al desiderio inespresso dei Democratici: il supporto di Taylor Swift, la star amata dal 59% degli americani di ogni età. Swift sui social ha un autentico potere: 279 milioni di follower su Instagram, con l’aggiunta dei 4,3 milioni di americani che nel 2023 hanno comprato biglietti per i suoi concerti. Per non parlare dei dati dei download di brani musicali e di quelli del merchandising (chi ha comprato maglie e felpe, i suoi gusti, perfino le sue misure). Per inciso, Taylor Swift non ha ancora preso posizione sul voto, presa in mezzo dalla forchetta terribile Rep-Dem: se appoggerà ancora Biden verrà attaccata dai repubblicani, se resterà in silenzio – come fece non appoggiando Hillary Clinton nel 2016 – cadrà sotto il colpi dei democratici, soprattutto quelli di sinistra. Per non farsi mancare nulla, alcuni repubblicani più realisti del re si sono già confezionati la teoria della ‘grande cospirazione’ che avrebbe fatto vincere il Super Bowl proprio alla squadra del compagno di Swift, Travis Kelce, che ha 6,2 milioni di follower su Instagram, affinché le due star potessero sostenere la campagna presidenziale di Biden sulla spinta del trionfo.

Qui è però necessaria un precisazioni, per non farsi rapire dal sogno di un Biden rieletto sulle ali dell’entusiamo dalla coppia vincente: nessun vuole sminuire la forza del supporto di Taylor Swift, e della sua fan base, però i dati di Instagram, dove come già accennato conta 279 milioni di follower, sono di Meta, non sono una proprietà personale della cantante. E se qualcuno, forte di un’AI specializzata, volesse inviare un messaggio personalizzato all’estremo a una audience di fan di Taylor Swift non avrebbe che da collegarsi ai data base di Meta. Ed eventualmente sarebbe di quest’ultimo la responsabilità di eseguire un’operazione di audience-targeting così raffinata, non certo della Swift.

Ma di questo – e delle sue potenzialità e pericoli, inclusa la diffusione di fake news, di cui abbiamo già avuto ampia prova – ne parleremo più approfonditamente un’altra volta.