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Layla Pavone, Comune di Milano: “La trasformazione digitale è un processo win-win per tutti i partecipanti: cittadini, PA e aziende. L’AI ci sta già aiutando a deburocratizzare i processi”

Layla Pavone, coordinatrice del Board
di Massimo Bolchi

“Con i progetti del PNRR stiamo finanziando una serie di innovazioni legate alla trasformazione digitale che vanno dal cloud alla cyber security, a tutti i servizi legati all’offerta di sempre nuove opportunità ai cittadini”, esordisce Layla Pavone, Coordinatrice del Board per l’Innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano, a latere della presentazione della Digital Week 2024. “Ma al di là del PNRR, che con un peso di quasi 20 milioni non è poco, stiamo costruendo i servizi con la collaborazione delle aziende, con il famoso partenariato pubblico-privato”.

“Faccio un esempio”, prosegue. “Con Milano Smart City Alliance e Assolombarda abbiamo creato una piattaforma, battezzata CyberSecureCity.it, aperta a tutti i cittadini in cui le aziende che hanno collaborato fornendo 150 ore di formazione, suddivisa per tematiche e cluster: immigrati, studenti, cittadini over 65, ecc. Si tratta quindi di una collaborazione aperta, con un progetto preciso, che peraltro noi stiamo raccontando anche ad altre città, perché potremmo ‘fare sistema’ anche così. Oppure un altro progetto è ‘Welfare Intelligence’, un ‘gemello digitale’ dedicato al welfare, che ci mette nelle condizioni, attraverso l’elaborazione e l’analisi dei dati, di capire se fra 5 anni in una certa zona della città ha più senso costruire una scuola materna o un centro anziani”.

Di ‘gemello digitale’, di ‘digital twin’, si parla spesso, ma effettivamente a che punto è il suo sviluppo?

“Il tema è un work in progress, fatto di dati che non sono solo quelli dell’amministrazione, ma anche quelli che possono mettere a disposizione altri soggetti privati, che siano aziende o associazioni o enti del terzo settore. Perché la logica è veramente win-win: il fatto che ovviamente siano tutti anonimizzati ci mette nelle condizioni di costruire nuovi servizi nel rispetto del GDPR, e nuovi modelli di business utili sì all’amministrazione ma utili, a cascata, anche alle aziende””.

L’ultimo tema è l’intelligenza artificiale: oltre a fare un’opera di istruzione o di educazione all’intelligenza artificiale, come sta operando il Comune in questo ambito?

“Ci sono progetti che in parte sono già visibili, ad esempio sul sito del Comune esiste un chatbot che dialoga con i cittadini”, risponde Pavone. “È chiaro che poi dobbiamo espandere tutti questi servizi, ad esempio utilizzare l’intelligenza artificiale generativa per tutta la parte di deburocratizzazione, per velocizzare l’attività che tipicamente devono fare i nostri colleghi dell’amministrazione per bandi, avvisi, determine, prendendo in considerazione una marea infinita di leggi. Oppure ancora l’intelligenza artificiale è utile per facilitare la relazione con i cittadini: abbiamo un progetto, al momento è ancora in fieri, insieme al Politecnico che si chiama ‘Con Web’, creando un web conversazionale che non è semplicemente la ‘lettura’ del testo, ma è un’interazione attraverso l’intelligenza artificiale generativa. In questo modo i cittadini possono avere un rapporto diretto con l’amministrazione, esponendo i loro problemi, chiedendo informazioni specifiche, e ricevendo risposte le più complete ed esaurienti possibili”.