Atteso per domani, il lancio dell’app di Meta ‘Threads’, che si propone far concorrenza a Twitter, non sarà disponibile nell’Unione Europea. Il Garante per la privacy irlandese, DPC, secondo quanto riportano le testate locali, sostiene infatti che, a differenza di quanto richiesto da Stati Uniti e Regno Unito, Meta dovrà rispondere a requisiti più stringenti nel merito dell’app, che si appoggia alla rete esistente di Instagram per recuperare la base utenti e i contatti, allo scopo di essere definita ‘compliant’ ai sensi del GDPR.
L’app, in sintesi, non soddisferebbe ancora tutte le indicazioni che il mercato cominitario richiede a servizi del genere, tra cui le modalità di condivisione dei dati tra app dello stesso gruppo e la geo-localizzazione fisica delle informazioni personali degli utenti.
Un portavoce del DPC irlandese ha spiegato che la piattaforma non è ancora pronta per un’implementazione in UE. Il servizio, precisa il regolatore, non è ancora bloccato in Europa non essendo stato lanciato, ma potrebbe esserlo qualora, nel momento in cui venisse reso disponibile, non dovesse rispondere alle norme imposte dal regolamento per la protezione dei dati personali vigente in Unione Europea.
Nelle note dell’app, diffuse ieri anche grazie alle rilevazioni dello sviluppatore italiano Alessandro Paluzzi, la piattaforma informa gli utenti che raccoglierà un’ampia varietà di dati, tra cui quelli inerenti la salute, le informazioni finanziarie, cronologie di navigazione, posizione, acquisti, contatti, cronologia delle ricerche e informazioni sensibili. Si tratta di contenuti già in possesso da Meta e ottenuti con l’utilizzo di Instagram. Questo si inserisce in uno scontro aperto in passato, quando la DPC aveva impedito a Meta di lanciare servizi pubblicitari su Whatsapp che utilizzavano i dati di Facebook e Instagram.
Non è chiaro se Meta abbia in programma di elaborare una risoluzione ‘di emergenza’ per effettuare domani il lancio di Thread anche nell’UE o saltare per il momento il mercato europeo e concentrarsi su altre aree globali. Ma allo stato attuale, la società non è ancora pronta per un lancio conforme al Regolamento UE sul GDPR. Alcuni degli utenti potrebbero aggirare questo ‘problema’ utilizzando le VPN che li certifichi come residenti in un’altra parte del mondo, ma questa è tutta un’altra storia.