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L’AI Generativa potrebbe far crescere il PIL italiano di 170 miliardi l’anno per i prossimi dieci. Lo rivela la ricerca di Google. Melissa Ferretti Peretti: “Necessarie visione strategica e competenze”

Melissa Ferretti Peretti, Country Manager di Google

di Massimo Bolchi

Nel corso dell’evento ‘AI Connect’, Google ha presentato la propria ricerca sugli effetti che l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe avere sull’economia italiana, realizzata da Implement Consulting Group.

“Sono dati importanti, che ci dicono che il momento è adesso”, ha sottolineato Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e VP di Google Italy. “Stiamo assistendo contemporaneamente allo sviluppo di questa tecnologia e alla sua democratizzazione: se fino a poco tempo fa le tecnologie di AI erano accessibili solo a poche imprese in grado di affrontare enormi investimenti infrastruttura­li e di ricerca e sviluppo, oggi non è più così, perché i sistemi di intelligenza artificiale sono a disposizione di qualsiasi impresa. Ma per poter sfruttare il potenziale fortemente trasformativo dell’AI per il sistema economico italiano, sono necessarie visione strategica e competenze. Solo in questo modo le persone saranno in grado di adottare e utilizzare questa tecnologia in modo efficace”.

Se l’IA generativa venisse adottata su larga scala, l’Italia potrebbe incrementare il proprio Prodotto Interno Lordo (PIL) di 150-170 miliardi di euro all’anno in dieci anni, pari a una crescita dell’8%. Un ritardo di soli cinque anni nell’adozione potrebbe ridurre la spinta di crescita a solo +2%. La spinta è determinata prevalentemente da un aumento nella produttività della maggior parte dei lavoratori.

Si prevede che l’IA generativa assisterà la maggior parte dei lavori (58%), automatizzando una quota limitata dei compiti e aiutando a creare contenuti (testi, codice e immagini), collaborando con i lavoratori su problemi complessi e contribuendo alla progettazione dei prodotti. Il 35% dei lavori in Italia rimarrà in gran parte non influenzato dall’intelligenza artificiale generativa, mentre una porzione minore di lavori (pari al 7%) potrebbe potenzialmente vedere più della metà delle proprie mansioni automatizzate dall’AI generativa. Tuttavia, nell’economia alimentata dall’AI si prevede che emergeranno nuovi posti di lavoro, che andranno a sostituire quelli persi a causa dell’automazione.

Analizzando l’impatto per settori, lo studio evidenzia che il ruolo complementare dell’AI generativa è prevalente nella maggior parte dei settori. Si prevede cioè che la maggior parte delle professioni sarà integrata dall’AI generativa, utilizzata per aumentare le capacità umane e quindi incrementare la produttività. Il potenziale economico è particolarmente elevato nei settori ad alta intensità di conoscenza. Ad esempio, nell’ambito dell’ICT e delle attività professionali e scientifiche si prevede che l’AI generativa andrà a integrare quasi l’80% dei lavori.

Anna Koivuniemi, Head of Google DeepMind Impact Accelerator
Anna Koivuniemi, Head of Google DeepMind Impact Accelerator

“La missione di Google DeepMind è quella di costruire l’IA in modo responsabile a beneficio dell’umanità”, ha proseguito Anna Koivuniemi, Head of Google DeepMind Impact Accelerator – DeepMind è l’hub inglese dove si sviluppa l’impegno di Google per l’IA. “Ci concentriamo su tre concetti chiave. Il primo è che cosa facciamo: costruiamo IA, ovviamente. Il secondo è come lo facciamo: in modo responsabile. Già da decenni abbiamo adottato un approccio molto deliberato allo sviluppo e all’implementazione, mettendo in discussione le nostre ipotesi, invitando alla discussione in ogni fase e cercando prospettive diverse per migliorare il nostro approccio allo sviluppo e all’implementazione di questa tecnologia. E il terzo è il motivo per cui facciamo quello che facciamo: portare benefici all’umanità. Ma non possiamo farlo da soli. In Google siamo orgogliosi di collaborare con centinaia di ricercatori e ingegneri che lavorano per risolvere alcune delle sfide più complesse dell’umanità. E spesso lo sviluppo di una soluzione parte dagli sforzi compiuti da tutti”.

L’iniziativa Google IA per il Made in Italy

E appunto per affiancare le PMI italiane nel loro percorso di scoperta dei benefici dell’AI, quest’anno Google ha avviato il progetto ‘IA per il Made in Italy’ che – attraverso risorse, consulenze personalizzate e corsi di formazione senza costi – vuole accompagnare le aziende verso un’integrazione efficace dell’AI nelle proprie attività. Il progetto si focalizza in particolare su quattro settori chiave del Made in Italy: metalmeccanico, abbigliamento, arredamento e agroalimentare.

‘IA per il Made in Italy’ si sviluppa online sul sito dedicato (grow.google/IAperMadeInItaly) e sul territorio, con l’organizzazione di spazi interattivi. Il progetto offre strumenti, consulenze specializzate con figure esperte per fornire agli imprenditori gli strumenti necessari per comprendere appieno il potenziale dell’AI, e attività di formazione aperte a tutti per acquisire nuove competenze digitali. Tutte le risorse sono disponibili senza costi.

Formazione e riqualificazione

Perché il potenziale trasformativo dell’AI non abbia un impatto negativo su quei lavoratori che svolgono ruoli che rischiano di essere automatizzati, è importante avviare da subito un processo di formazione e riqualificazione. Proprio in questo contesto si inserisce l’intervento di Google.org, il braccio filantropico di Google, che stanzierà un nuovo grant di 1,5 milioni di euro all’impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale. Questa nuova donazione permetterà di avviare un bando per formare persone in situazione di difficoltà e vulnerabilità, offrendo loro l’opportunità di acquisire competenze preziose nell’ambito dell’AI in settori specifici del Made in Italy, facilitandone l’inserimento nel tessuto economico locale.