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La trimestrale di Twitter mostra dati contrastanti: bene gli utenti, ma calano i ricavi pubblicitari. E poi c’è sempre il caso hacker sullo sfondo

Settimana scorsa sono stati pubblicati i dati relativi al secondo trimestre del 2020 di Twitter, dati attesi per diversi motivi. Innanzitutto comprendere quali effetti il lockdown, nell’infinità di versioni proposte, soprattutto ma non solo negli USA, avesse avuto sul più piccolo tra i social nework ‘storici’. Poi capire quanto avesse ‘pagato’ la scelta di Twitter di schierarsi a supporto dei movimenti sorti in seguito alla morte di George Floyd.
E infine valutare le ricadute dell’azione di hacker ai danni di oltre 100 personaggi famosi e della richieste fasulle di contribuire alle cause più diverse, proponendo il rimborso dei soldi spesi ad opera di ciascuno degli hackerati.

Ma l’esito della trimestrale è contrastante, e i numeri non soddisfano nessuno. L’aspetto positivo, su cui la società di Jack Dorsay sta enfatizzando molto, riguarda il balzo in avanti degli utenti giornalieri ‘monetizzabili’: +34%, il che tradotto significa un aumento di 20 milioni di utenti. Il dato rispetto all’ultimo trimestre è di +12%. Quindi il totale fa 186 milioni contro i 172,8 milioni che ci si attendeva.

Il dato ha mostrato che quando un brand, come ha fatto Twitter, decide di prendere posizione su temi rilevanti, anche divisivi, ma di interesse generale, il riscontro c’è. Lo ha dimostrato Wall Street, dove la azioni di Twitter sono balzate immediatamente in su, passando da più di 36 a oltre 38 dollari l’una, prima di ripiegare lentamente. Perché i ricavi del social network continuano ad essere in rosso sul fronte della pubblicità, a cui gli azionisti so o particolarmente sensibili: nel dettaglio, i ricavi di Twitter nel secondo trimestre ammontano a 683 milioni di dollari contro i 707 milioni attesi dagli analisti (dati di Refinitiv). I ricavi da pubblicità ammontano a 562 milioni, ovvero -23% anno su anno.

E resta poi il caso hacker, su cui anche l’FBI ha aperto un’indagine. Si è trattato di una vera truffa lanciata contro Twitter attraverso decine di account hackerati tra cui quelli di personaggi di alto rilievo, dall’ex-presidente Barak Obama al candidato democratico per le prossime presidenziali, Joe Biden, ma anche di alcuni dei protagonisti della Silicon Valley come Elon Musk, fondatore di Tesla, Jeff Bezos, numero uno di Amazon, e Bill Gates, fondatore di Microsoft.

La struttura del raggiro era semplice: facendo affidamento sui milioni di follower su cui contano questi personaggi, gli hacker sono riusciti a violare i loro profili e a far partire un tweet ‘esca’, la richiesta di mille dollari in bitcoin per riceverne a stretto giro indietro il doppio. L’intervento di Twitter è stato immediato e la truffa ha fruttato magri ricavi, ma l’inchiesta è ancora in corso, anche se le ricadute sembrano essere state modeste.