di Massino Bolchi
BlueSky sta crescendo a un ritmo di oltre 5 nuovi utenti al secondo, almeno a consultare i dati di questo counter, e ha giù superato i 22 milioni di user alla data in cui scriviamo (21 novembre). Tutto questo è iniziato – l’accelerazione della crescita intendo – a partire dall’elezione Donald Trump alle presidenza degli Stati Uniti, validamente appoggiata dall’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, che nella sua foga ‘free speech’ ha riammesso sull’X/Twitter di sua proprietà tutto il campionario di discutibili uomini politici, complottari e bufalari che ne erano stati esclusi in precedenza. Ha anche sostenuto finanziariamente il condidato repubblicano, a volte con iniziative la cui legalità è stata messa in dubbio, ma l’avversaria, la vicepresidente Kamala Harris l’aveva surclassato nella raccolta di denaro, superando il tetto del miliardo di dollari.
Ora, a elezioni ormai concluse, ci sono state le consuete lamentele sull’aumento della tossicità e della polarizzazione di X, ma mentre persone con convinzioni politiche e sociali diverse si sono sfidate sul social, altri, presi nel fuoco incrociato, hanno probabilmente abbandonato la piattaforma per raggiungere un terreno più sicuro. Molti operatori, tra i quali il Guardian come capofila e altre figure pubbliche, da Jamie Lee Curtis al giornalista Don Lemon, alla stazione radiofonica di proprietà federale Usa Npr, etichettata come ‘media di Stato’ (e in Italia Elio e le storie tese e Piero Pelù, oltre al presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani per citarne alcuni nazionali) avevano scelto di abbandonare X. E la grande maggioranza di questi avevano – e hanno – deciso proprio di traslocare su Bluesky, considerato come il social più distante da Trump e Musk. I risultati si sono visti: il social, che aveva pochi milioni di utenti a fine ottobre, è decollato verso il susseguirsi di nuovi record. E non si intravede ancora quando la crescita si arresterà.
Il ‘mistero’ dell’abbandono di Twitter
Quindi è iniziato il progressivo ma irreversibile abbandono del social già Twitter, dopo i numerosi falsi annunci in occasione dell’acquisizione di Musk, dalla riapertura ai bannati e del ritorno delle fake news? Difficile fare previsioni, ma questa volta – per lo meno nella sfera anglosassone – la minaccia appare concreta come non lo è mai stata. Ma diamo un’occhiata a che cosa sia Bluesky e al perché sia stato preferito a Threads, il concorrente associato a Instagram, che ha già raggiunto, dalla fondazione, quasi 200 milioni di utenti, stimati da Quiver Quantitative, perché Meta ha cessato di diffondere il dato l’11 luglio 2023. Questo fatto da solo può spiegare le preferenze della scelta: passare dalle mani di Elon Musk a quelle di Mark Zuckerberg non è stato considerato un autentico vantaggio…
Il social media BlueSky
BlueSky, la piattaforma lanciata nel 2021 proprio dall’ex Ceo di Twitter Jack Dorsey, è invece un esempio di piattaforma federata, come il quasi dimenticato Mastodon, che aveva vissuto il suo momento di gloria in una delle precedenti ‘fughe da X’: è un’applicazione di social media che, nella sua essenza, è in gran parte simile a X. Gli utenti possono inviare messaggi brevi di 300 caratteri, immagini e video, postando, rispondendo, citando e mettendo ‘like’ ai messaggi. La differenza maggiore con X è che è ‘open’: ogni utente, se lo desidera, può mettere in ‘proprio’ server nella rete costruita sul protocollo AT, un sistema open-source che permette a diverse applicazioni di dialogare tra loro. Ciò fa sì che BlueSky conceda ai suoi utenti di condividere post anche da altre reti che sfruttano lo stesso protocollo, ma sopratutto non è una struttura centralizzata, di un’unica società proprietaria.
La vicende societarie non sono altrettanto trasparenti. Jack Dorsey ha abbandonato ben presto la sua creatura: nel 2024 ha lasciato il consiglio di amministrazione di BlueSky e al contempo ha definito il concorrente X come la ‘tecnologia della libertà’. Non certo il miglior endorsement possibile per un social media nato relativamente da poco tempo. Attualmente la proprietà di BlueSky è in mano alla sua amministratrice delegata, Jay Graber, e ai membri del suo staff dirigenziale, ed è costituita come società benefit negli Stati Uniti. Per il momento, ma la cosa difficilmente durerà nel tempo, il social media è privo di pubblicità.
Nove miliardi di minuti al mese su X
Il che ci lascia con la domanda principale ancora irrisolta: sarà questa la volta buona per gli utenti di lasciare X (seguiti a ruota dagli inserzionisti) a favore di Bluesky? Oppure anche questa volta, dopo il ‘terremoto’ annunciato si prospetta una silenziosa marcia indietro? Rispondere è arduo, ma per scrutare il destino del social network è necessario dividere la figura di Musk da quella del media. Oggi Musk può far sopravvivere indefinitamente X, se lo vuole davvero: ha già licenziato cinque sesti dei dipendenti che aveva al momento dell’acquisizione, e una survey effettuata tra le agenzie pubblicitarie e di PR statunitensi mostra che più della meta dei brand attivi continuano a investire su X. Questi ricavi, uniti alle esagerate potenzialità economiche di Musk, possono finanziare largamente X, per lo meno fino a quando il proprietario non si sia stufato del giocattolo. Ma è tutt’altro che certo che questo accada; complottari e estremisti, tranne sparute frange, sono consumatori come tutti gli altri, ed è necessaria una volontà di ferro da parte delle aziende per azzerare gli investimenti.
Tant’è vero che Linda Yaccarino, Ceo del social media, ha potuto vantare 9 miliardi di minuti di utilizzo mensile ad agosto 2024, un nuovo record assoluto per X, rispetto ai 7,2 del momento dell’acquisizione da parte di Elon Musk, ad agosto di due anni fa. D’accordo, Trump è stato eletto a novembre, ma la strada da compiere per arrivare a traslocare centinaia di milioni di utenti su Bluesky è ancora molto lunga. Tanto più se consideriamo le prese di posizione di quei media come il Guardian, che sembrano il ‘mi si nota di più se me ne vado o se resto in disparte’ di morettiana memoria: ha sì bloccato ogni attività su X degli oltre 80 account di proprietà, che sono rimasti però disponibili, ma ha lasciato liberi i propri giornalisti di continuare a promuovere autonomamente gli articoli.
Come peraltro fa anche l’infinità di giornalisti schierati contro Trump: per fare un esempio italiano, pensiamo a Gad Lerner, che posta imperturbabile il suo pensiero di fronte a schiere di oppositori online che gli vociano contro. Free speech o libertà di insulto? Per il momento il proprietario è favore del free speech, non si discute neanche. E nonostante questo, il traffico sulla piattaforma non sembra essere rallentato di molto: nonostante le diserzioni, nei giorni scorsi X era la piattaforma ‘di news’ più scaricata sugli app store iOs e Android, sia italiani sia statunitensi.