“A beneficiare della crescita del tempo speso online sono state quelle categorie di conteuto fortemente impattate dai cambiamenti di consumo fortemente impattati dalla pandemia“, hanno sintetizzato inizialmente Federico Angelini, Founder e CEO, e Domenico Susca, Salas Manager di Sensemaker, rappresentante nazionale di Comscore, presentando il webinar che ha voluto approfondire la dimensione dei cambiamenti di scenario che avvengono in maniera sempre più rapida.
Questa nuova normalità va necessariamente a influenzare l’evoluzione dei comportamenti di consumatori e aziende, e il Covid-19 non è purtroppo stato l’unico, o l’ultimo, dei mutamenti inattesi che la nostra società a dovuto affrontare.
“Negli ultimi tre anni, il peso del mobile è cresciuto in tutto il mondo”, ha proseguito Angelini, “diventando largamente maggioritario anche in quei paesi, come UK e USA, che pure avevano una lunga tradizione dell’online da fisso, ma conquistando, in maniera esplosiva, quasi il 100% di utenti mobili, in quegli stati che hanno ‘saltato’ la rete fissa come via di accesso a internet, come l’India e l’Indonesia, o il sud America“.
Il tutto in uno scenario dove i ‘big four’ (Facebok, Google, Amazon, Microsoft) raggiungono più della metà della popolazione globale, e – molto più modestamente – i 42 milioni di utenti italiani utilizzano il web per 2 ore e 22 minuti ciascuno, una tempo che arriva subito dopo la tv come assiduità di fruizione.
“Attenzione però – sottolinea Angelini – la pandemia ha sì accresciuto la popolazione online italiana, passata dal 70 al 77% dei maggiorenni, ma dopo la pandemia il tempo speso online è tornato ai livelli precovid. Solo le generazioni più giovani, i 18-24enni, si cono confermati heavy user di intenet. E solo sui social media, l’entertainment e l’instant messaging, ad alte reach corrispondono elevati livelli di tempo medio speso”.
In particolare per la fasce più giovani, social ed entertainment rappresentano più della metà di questo tempo, in netta crescita sul precovid, rispecchiando l’andamento decrescente dei gruppi ‘cronologicamente’ più svantaggiati: in altri termini tra gli ultra 45enni la situazione è rimasta stabile. Una situazione che trova vieppiù conferma nel confronto TV-Digital, con i 18-24anni che fruiscono della televisione per la metà del tempo dedicato al digitale, e gli ultra 45enni che si comportano in modo esattamente opposto.
Infine, per chiudere, uno sguardo all’engagement sui social media delle property di Influencer (o Creator, secondo la più recente definizione), Editori e Brand italiani. Tutti i numeri sono in crescita – si parla di 14,2 milioni di contenuti pubblicati (+19% sull’anno precedente) e di 15 miliardi abbondanti di iterazioni (+9% sullo stesso periodo dell’anno prima) – ma il dominio dei primi è molto evidente: una raccolta di quasi la metà delle visualizzazioni totali, il 43%, seguiti a distanza da publisher e media.