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La GenAI nel mondo Enterprise secondo IBM: open source, flessibile e rispettosa dei diritti di proprietà intellettuale. L’AD La Volpe: “La gran parte dei dati aziendali al momento non viene sfruttata”

Alessandro LaVolpe, amministatrore delegato IBM
Alessandro LaVolpe, amministatrore delegato IBM

di Massimo Bolchi

All’IBM Studio di Milano l’Amministratore Delegato di IBM, Alessandro LaVolpe, ha presentato la strategia dell’azienda focalizzata su WatsonX, nell’ottica Enterprise propria della Big Blue.

“Ci focalizziamo sul comparto aziendale, che richiede un approccio legato all’utilizzo intensivo della GenAI e del dato. Ma attenzione non il dato inteso come comunemente accade nel mondo consumer: qui si tratta dei dati propri dell’azienda, i soli che posso portare un valore aggiunto, e che devono essere protetti contro ogni minaccia cyber”.

“La GenAI di WatsonX”, ha ripreso LaVolpe, “può portate in azienda un vero vantaggio competitivo: pensiamo ad esempio che il 45% delle imprese nazionale dichiara di stare sperimentando con l’AI, ma solo il 10% arriva allo stadio della prototipazione, lasciamo stare entrare in produzione. Servono resilienza e competenze specifiche per arrivare a questo stadio, ma il risultato ottenibile alla fine del percorso è concreto: gli analisti parlano di un incremento di 4.400 miliardi di dollari a livello mondiale e di 90 miliardi a disposizione degli operatori nazionali”.

“Mentre la maggior parte dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) viene addestrata su dati pubblici”, ha sottolineato l’AD. “Gran parte dei dati aziendali non viene sfruttata, con un utilizzo di poco più dell’1%. Per questo in IBM abbiamo scelto di utilizzare tecnologie Open Source, che consentono la massimo trasparenza in ogni fase di sviluppo. Combinando Granite – presentato a fine ottobre all’evento annuale TechXchange – con i dati aziendali riteniamo che le aziende possano ottenere prestazioni specifiche in grado di competere con modelli più grandi a una frazione del costo”.

Modelli Granite e WatsonX.ai

I modelli linguistici di terza generazione IBM Granite infatti superano o eguagliano sui principali benchmark le prestazioni dei modelli di dimensioni simili dei principali fornitori di modelli con le migliori prestazioni, trasparenza e sicurezza della categoria.

In linea con l’impegno dell’azienda nei confronti dell’ASI open-source, tutti i modelli Granite sono rilasciati con una licenza Apache 2.0 senza restrizioni, che li rende unici per la combinazione di prestazioni, flessibilità e diritti che offre alle imprese e alla comunità. La pubblicazione di Granite 3.0 riafferma inoltre l’impegno di IBM per la trasparenza, la sicurezza e l’attendibilità, mentre la guida all’uso responsabile fornisce un’ampia documentazione dei set di dati utilizzati per addestrare questi modelli, i dettagli delle fasi di filtraggio, pulizia e cura applicate e i dati completi sulle prestazioni dei modelli rispetto ai principali benchmark accademici e aziendali.

In particolare, IBM fornisce una garanzia di proprietà intellettuale per tutti i modelli Granite su watsonx.ai, in modo che i clienti si possano essere più sicuri di integrare i loro dati ai modelli.

“Insieme all’evoluzione degli assistenti automatici che stanno diventando agenti, cioè la nuova frontiera del mondo applicativo”, ha concluso LaVolpe. “Tengo a ricordare che IBM ha aperto il primo Data Center quantistico, in Germania. Il quantum computing è oggi la nuova frontiera computazionale ed è su questo terreno che si giocheranno molte della sfide del futuro”.