di Massimo Bolchi
Con la sentenza pubblicata venerdi, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la legge che vieta TikTok in tutto il paese, a meno che la società madre ByteDance, con sede in Cina, non venda la piattaforma entro domenica. TikTok aveva contestato la legge, facendo appello e sostenendo che la sua applicazione avrebbe violato la tutela della libertà di parola per gli oltre 170 milioni di utenti che l’app dichiara di avere negli Stati Uniti.
Ma questa argomentazione è stata respinta dalla più alta corte nazionale, il che significa che TikTok deve ora trovare un acquirente approvato per la versione statunitense dell’app o rischiare di essere rimosso dagli app store e dai servizi di web hosting. L’anno scorso, sia i legislatori democratici che quelli repubblicani avevano votato unanimemente per vietare l’app di condivisione video, a causa delle preoccupazioni sui suoi legami con il governo cinese. Tuttavia TikTok aveva ripetutamente smentito di condividere informazioni con Pechino, arrivando a scegliere un CEO americano – Kevin A. Mayer, exDisney – prima dell’attuale CEO, il singaporiano Shou Zi Chew.
Il problema di TikTok passa in mano alla prossima amministrazione
La legge del Congresso dà alla società proprietaria di TikTok, ByteDance, tempo fino al 19 gennaio per vendere la versione statunitense della piattaforma a una società americana, o perlomeno accettabile al governo USA, per scongiurare un divieto definitivo. Ciò si tradurrebbe nel fatto che da domenica Apple e Google non offriranno più l’app ai nuovi utenti e non forniranno più aggiornamenti di sicurezza agli utenti attuali, il che potrebbe con il tempo scoraggiarne anche l’impiego. L’azienda cinese ha confermato la sia intenzione di non vendere l’app.
Tuttavia, l’amministrazione uscente di Biden ha lasciato l’applicazione della sentenza al successore. Dopo la sentenza della Corte Suprema, infatti, l’addetto stampa della Casa Bianca di Biden, Karine Jean-Pierre, ha dichiarato in un comunicato che spetterà all’amministrazione entrante attuare la legge: “Data la pura e semplice tempistica, questa amministrazione riconosce che le azioni per implementare la legge devono semplicemente ricadere sulla prossima amministrazione, che entrerà in carica lunedì”.
Tutti gli occhi sono ora puntati sul presidente eletto Donald Trump, che aveva presentato tempo fa una memoria alla Corte Suprema, prima delle discussioni della scorsa settimana, chiedendo che i giudici ritardassero una decisione per dargli il tempo di trovare una “soluzione negoziata” che risolvesse i problemi di sicurezza nazionale. Memoria che la Corte Federale aveva rifiutato come ‘non pertinente’.
Trump, che aveva tentato senza successo di vietare TikTok durante il suo primo mandato, ha in seguito ha mutato parere e ora vuole salvare l’app: alcuni commentatori attribuiscono il suo cambio di rotta alla convinzione che TikTok abbia favorito l’affluenza al voto dei giovani a lui favorevoli. Ma altri hanno sottolineato la tempistica del suo voltafaccia, che è arrivato dopo l’incontro di Trump con un miliardario gestore di hedge fund, Jeffrey Yass, il cui gruppo possiede una quota importante di ByteDance. Qualsiasi sia la reale motivazione, la decisione di Biden ha lasciato nella mani del presidente eletto una patata bollente: come conciliare i promessi dazi sulla importazioni cinesi, che dovrebbero scattare al momento dell’assunzione dell’incarico da parte di Trump, con i tentativi di salvare TikTok, già colpita a tutti gli effetti dalla legge federale.