Il 2020 sarà un anno molto importante: le tecnologie che fino a qualche anno fa erano ancora in fase di sviluppo e di crescita, sono finalmente mature per l’utilizzo quotidiano. Tra queste un posto di riguardo hanno le tecnologie blockchain. Si prevede che tali tecnologie influiranno sui servizi digitali e trasformeranno i modelli aziendali in molteplici settori, ad esempio in ambito sanitario, assicurativo, finanziario, energetico, logistico e nel settore della gestione dei diritti di proprietà intellettuale o dei servizi pubblici ma anche in quello pubblicitario.
IDC prevede che gli investimenti europei in tecnologie blockchain passeranno dagli attuali 800 milioni, stimati per la fine del 2019, ai 4,9 miliardi previsti per il 2023.
Secondo Gartner, entro il 2023 le tecnologie ispirate alla blockchain supporteranno la movimentazione e il monitoraggio di oltre 2 trilioni di dollari di beni e servizi. Al di là delle criptovalute, la tecnologia blockchain sta dimostrando la sua utilità in diversi ambiti applicativi: associata a sistemi di tracciabilità e rintracciabilità garantiti da tag RFID e sensori, contribuirà a portare trasparenza e fiducia nelle filiere. Si ridurranno così i costi, minimizzando i tempi associati alle transazioni. È il binomio IOT e Blockchain ad abilitare applicazioni ancora più estese, fondate su una gestione delle informazioni certa e garantita. E la “Blockchain Of Things” è la tecnologia di cui sentiremo parlare di più in futuro, forte della crescita esponenziale degli oggetti connessi ormai letteralmente nelle mani di tutti gli individui.
Insomma un mercato dalle potenzialità enormi, in gran parte ancora da esplorare. Resta da capire se e come la tecnologia blockchain può essere utilizzata anche all’interno del mondo del digital advertising e più in generale dei nuovi media e in quali casi d’uso potrebbe portare valore.
Secondo l’Osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano nel mondo dell’advertising questa tecnologia può essere associata in particolare a due sotto-ambiti applicativi: user engagement e media transparency. Nel primo ambito grazie alla Blockchain si possono sviluppare soluzioni che permettono di remunerare l’utente, con sistemi basati su criptovalute per la visualizzazione di annunci pubblicitari. È possibile infatti, grazie all’affiancamento di alcune ad-tech e con una configurazione decentralizzata del sistema, tracciare chi sta visualizzando esattamente quell’advertising e remunerarlo adeguatamente senza possibilità di frodi o comportamenti opportunistici.
Il secondo ambito riguarda la Media Transparency, ossia tutte quelle soluzioni che permettono di favorire la trasparenza all’interno della filiera pubblicitaria (Ad fraud prevention, Data trasparency, Value chain fee, Viewability e Brand safety). La Blockchain basandosi su un database condiviso, immutabile e sull’utilizzo di smart contract e chiavi crittografiche può essere utilizzata al fine di tracciare in modo sicuro e inequivocabile tutti quelli che sono i passaggi all’interno della filiera pubblicitaria.
Ma la Blockchain può essere utilizzata anche a servizio del “contenuto”, ad esempio per la gestione del copyright e della proprietà intellettuale, nell’identificazione delle Fake news, e nelle attività di Crowdsourcing, per il coinvolgimento dell’utente nella realizzazione di contenuti e la remunerazione della sua attività.
Infine i Social Media: potenzialmente i social network potrebbero svilupparsi su sistemi Blockchain e gestire tutto in modo distribuito (dall’identità all’advertising). In questa maniera tutto ciò che avviene all’interno del network sarebbe gestito da un insieme di regole condiviso da tutti i partecipanti senza la presenza di un’autorità centrale. Come sappiamo Mark Zuckerberg ha già fatto il primo passo…