Alla luce dei recenti eventi che hanno coinvolto il macrocosmo degli influencer, dal ‘pandoro-gate’ alle nuove linee guida per la creazione e fruizione dei contenuti, la content factory Mambo, parte di OneDay Group, fa chiarezza su due figure professionali distinte, in cui il creator si differenzia dall’influencer in primis per le modalità di trasmissione del messaggio: sull’influenza prevale l’autenticità.
“Spesso per velocità e semplificazione influencer e creator vengono utilizzati come sinonimi, mentre nella loro forma più pura identificano due professioni digitali ben distinte, pur con qualche area di sovrapposizione”, commenta nella nota Tommaso Ricci, Managing Director di Mambo. “Ciò che li accomuna è sicuramente la capacità di produrre contenuti digitali all’interno di piattaforme social e di intrattenimento, la possibilità di parlare a community molto popolate di utenti fidelizzati e l’abilità di contestualizzare all’interno della loro creatività il racconto di un prodotto o di un servizio in collaborazione con un brand. Tuttavia, da un lato c’è l’intento di influenzare verso il proprio personaggio, dall’altro di trasmettere un messaggio autentico e di vicinanza alle persone”.
Infatti, rileva il team di Mambo, ci sono alcune importanti differenze tra queste due figure che hanno obiettivi, specificità e modalità di lavoro differenti tra di loro.
L’influencer, da un lato, ha costruito popolarità e consenso sulla base di uno storytelling incentrato sul proprio stile di vita, su esperienze esclusive, su scelte di prodotti e brand che contribuiscono alla costruzione di un ideale e di un personaggio con un posizionamento ben studiato e riconoscibile. Il follower aspira quindi a identificarsi con le caratteristiche di quel personaggio e ne emula comportamenti e scelte (da qui la capacità di influenzare i comportamenti d’acquisto).
Il creator, d’altro canto, è riconosciuto per l’autenticità del tone of voice e la qualità dei contenuti che produce, siano essi di intrattenimento o di utilità, nei quali racconta situazioni di vita reale e ‘relatable’, ovvero ‘familiare’. Questa figura professionale impiega il linguaggio della verità e della prossimità alla community, perciò il follower qui non si identifica con il personaggio ma con la persona, empatizza con la sua capacità di veicolare in modo semplice e onesto una situazione, un prodotto o un servizio, uscendo dagli schemi della comunicazione tradizionale. Quando sussiste una collaborazione con un brand, pertanto, il prodotto non viene percepito come ‘product placement’ o interruzione pubblicitaria, bensì come un’occasione per fruire di un contenuto utile o divertente.
“Questo tipo di distinzione è sempre esistita ma nel tempo si è andata man mano definendo e oggi è ancora più urgente fare chiarezza per un tema di educazione e di trasparenza nei confronti del pubblico. Quello a cui abbiamo assistito nelle scorse settimane farà da spartiacque a un nuovo modo di approcciare questo mestiere, a prescindere dall’ampiezza della propria fanbase: è un tema di responsabilità, che noi cerchiamo di trasmettere ai piccoli creator che si affidano a Mambo per imparare a destreggiarsi in questo mondo e fare il loro lavoro nel modo migliore possibile per sé, per i brand che li ingaggiano e per il pubblico che li segue. La nostra previsione è che in futuro il focus sarà sempre più sui creator, proprio per la loro capacità di arrivare al pubblico con autenticità, di essere gli uni diversi dagli altri e di conoscere a fondo il consumatore al quale si stanno rivolgendo”.