Personaggi di successo, popolari sui social e nei media, influenti fino al punto di riuscire a orientare i desideri e il pensiero di chi li ascolta e ammira: gli influencer sono oggi richiestissimi dai brand, che sempre più spesso li coinvolgono nelle strategie di marketing per incrementare la propria visibilità. Il loro potenziale sembra quindi enorme, ma è realmente così come appare?
A questa domanda – e a tante altre analoghe – risponde la nuova indagine di Toluna, in collaborazione con UPA: i 1000 intervistati online rappresentativi della popolazione italiana che hanno partecipato alla survey lo scorso settembre sono stati selezionati in base al loro coinvolgimento con il fenomeno. Tutti, infatti, hanno saputo dare una definizione di influencer e hanno confermato di seguirne almeno uno.
Dove nasce il ‘follow’: il ruolo cruciale dei social network
La maggior parte degli intervistati (60%) dichiara di seguire dai 2 ai 5 influencer, ma un quinto ne indica 10 o più. Un picco che si registra in particolare tra i giovanissimi (32% dei partecipanti al di sotto dei 24 anni). Dove e come ha origine, però, il seguito di un influencer?
Il ‘follow’ nasce e continua sui social: il 69% afferma di aver conosciuto il proprio influencer preferito sui social network e l’81% continua ad utilizzare queste piattaforme per rimanere aggiornato sulle sue attività. Ciononostante, è alta la “crossmedialità” che caratterizza questi personaggi: un terzo dei partecipanti ha conosciuto un influencer attraverso altre fonti (come tv, podcast ed eventi sportivi) e 4 su 10 li seguono attualmente anche su altri canali.
Perché si diventa follower: temi e piattaforme
Le piattaforme social, però, non sarebbero solamente luogo di nascita del follow, ma anche una delle ragioni dietro di esso: il social network più utilizzato, infatti, è segnalato dal 34% dei partecipanti come uno dei principali motivi per cui si è iniziato a seguire un influencer. Al primo posto, però, i temi trattati (69%).
“La ricerca conferma che i contenuti, la loro qualità, la cura con cui vengono realizzati e gli argomenti che affrontano hanno un peso rilevante nella decisione di seguire un influencer”, commenta in una nota Eliza Frascaro, Head of Research Southern Europe & MEA Toluna. “Molto più importanti, ad esempio, rispetto a caratteristiche quali la notorietà del personaggio o il numero dei follower”.
I profili più popolari? I divulgatori di informazioni (citati da 1 intervistato su 3, soprattutto dagli uomini) e gli entertainers (28%), apprezzati in particolare dai giovanissimi.
Oltre il prodotto: molto più di un ‘influencer’
Il 49% dei panelisti dichiara di aver acquistato prodotti e servizi proposti da influencer, mentre il 47% sostiene che comprerebbe quelli di un brand creato dall’influencer stesso. Per i rispondenti gli influencer però non sono solo ‘product reviewer’, ma anche personalità influenti che permettono di conoscere nuovi brand (76%), stare al passo con le tendenze (62%) e provare cose nuove (62%).
Confermata, quindi, la capacità di influenzare le masse, ma circoscriverla al mero prodotto è oggi più che mai riduttivo. I follower li considerano anche divulgatori di informazioni utili (57%) e fonte d’ispirazione per migliorare il proprio stile di vita (53%). 1 italiano su 5 afferma, persino, di aver cambiato la propria opinione dopo aver sentito quella di influencer su temi quali riscaldamento globale, disuguaglianze e diritti di minoranze e animali.
“In alcuni casi, se vogliamo un po’ estremi ma non banali, si crea una sorta di amicizia, come conferma il 33% degli intervistati”, conclude Frascaro. “L’influencer è per il 27% qualcuno da imitare, mentre il 29% sostiene che voterebbe il proprio preferito se questo si candidasse in politica. Il rapporto, insomma, va ben oltre il semplice acquisto: tra influencer e follower si crea una vera e propria relazione personale”.