Oggi il mercato globale nei tre ambiti ‘Tax&Legal’ all’interno dei quali la tecnologia è più affermata – ovvero LegalTech, RegTech (conformità e aspetti regolatori) e KTech (contrattualistica) – è stimato attorno ai 14 miliardi di dollari. Ancora poco rispetto alla dimensione dei servizi legali, che complessivamente vale circa 850 miliardi di dollari nel mondo, ma gli analisti si aspettano che saranno proprio questi 3 ambiti innovativi a triplicare la propria dimensione nei prossimi 5 anni, a fronte di una crescita complessiva del mercato del +4% nello stesso lasso di tempo.
Non stupisce, quindi, che negli ultimi mesi anche alcuni fatti di cronaca abbiano acceso il riflettore sulla possibile applicazione di tecnologia di frontiera sia nel mondo legale, sia in quello fiscale. In molti casi, però, le idee più ‘disruptive’ non fanno i conti con modalità e tempistiche di adattamento delle categorie lavorative per le quali sono state pensate: a questo proposito, 4cLegal – PMI innovativa che ha sviluppato il primo mercato legale digitale in ambito B2B – ha puntato l’attenzione su tre scenari innovativi ‘realistici’ di cui si sentirà parlare molto nel corso del 2022 sugli altrettanti temi caldi del momento: l’utilizzo sempre più spinto dell’Intelligenza Artificiale, l’esplosione degli NFT e le prime applicazioni del Metaverso.
Intelligenza artificiale e giudici
È di poco tempo fa la notizia del primo ‘Giudice-Robot’ in grado di analizzare i fascicoli e accusare le persone di reati tramite algoritmi di IA, costruito e testato all’interno dello Shanghai Pudong People’s Procuratorate, la procura distrettuale più ampia dell’intera Cina, con lo scopo di gestire un numero più alto di crimini e un carico di lavoro più elevato.
Anche in Italia è ormai sempre più attuale il dibattito sull’applicazione della giustizia predittiva mediante l’introduzione di algoritmi di IA al processo penale. In particolare, ciò consentirebbe la possibilità di quantificare i rischi di commissione del crimine (o di recidiva), dunque la pericolosità sociale di un determinato soggetto, sulla base delle condizioni di disagio sociale, familiare, economico, cui si potrebbe aggiungere oggi il dato neurobiologico.
Il problema aperto (fra gli altri) è quello delle forme di responsabilità configurabili per le offese a diritti e beni giuridici causate dall’errato funzionamento degli agenti artificiali. Sul fronte della responsabilità civile, la riflessione ha portato anche all’emanazione di una Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2020 recante raccomandazioni alla Commissione su un “regime di responsabilità civile per l’intelligenza artificiale” (2020/2014(INL)). In particolare, il Parlamento europeo ha ritenuto che le peculiarità dei sistemi di IA richiedano adeguamenti specifici per evitare una situazione in cui le persone che subiscono pregiudizi o danni al patrimonio non ottengano un risarcimento. Allo stesso tempo, si evidenzia che «benché siano preferibili regolamentazioni settoriali per l’ampia gamma delle possibili applicazioni [dell’IA], appare necessario un quadro giuridico orizzontale basato su principi comuni, per fissare norme uniformi in tutta l’Unione e tutelare efficacemente i valori europei».
NFT
Con 261 milioni di dollari di volume di scambi giornalieri, sulla popolare piattaforma OpenSea gli NFT hanno superato i 4 miliardi di dollari di volume di scambi per il solo mese di gennaio 2022: secondo i dati di Dune Analytics, un record su base mensile che ha superato di quasi il 20% il precedente picco di 3,4 dollari miliardi ad agosto.
Con la crescita esponenziale di questo trend in tempi brevissimi, è chiaro che il mondo ‘Legal’ dovrà agire di rincorsa e che saranno i professionisti più preparati su questo scenario ad essere avvantaggiati. Per esempio, dal lato infrastrutturale, i giganti tech stanno già stringendo accordi per arrivare primi sul business degli spazi virtuali per la ‘tokenizzazione’ della proprietà intellettuale, all’interno dei quali questi diritti possono essere più facilmente venduti, scambiati, commercializzati o monetizzati, generando liquidità.
La diffusione degli NFT pone temi di qualificazione (oggi gli NTF come opere d’arte, data la loro caratteristica naturale di non-fungibilità) ma anche, tra l’altro, di trattamento fiscale e di applicazione delle normative in materia di antiriciclaggio. La governance legale di questi profili richiede competenze specialistiche ma anche capacità del giurista di comprendere fino in fondo la portata del fenomeno per assicurare un supporto quanto mai business oriented.
Metaverso
Lo scorso 15 gennaio i Brooklyn Nets sono stati la prima squadra NBA a presentare una nuova esperienza immersiva all’interno del metaverso ai propri fan. La partita contro i New Orleans Pelicans è infatti stata diffusa anche come evento virtuale (ribattezzata ‘Netaverse’) in partnership con l’emittente televisiva YES Network. Grazie ad oltre 100 telecamere ad alta risoluzione, i fan che hanno partecipato all’investimento della squadra nel metaverso erano virtualmente in campo, in tempo reale, potendo scegliere di guardare i Brooklyn Nets da qualsiasi parte del Barclays Center, sotto canestro, a bordo campo o addirittura in mezzo al campo durante il match.
Anche qui, le competenze richieste per fornire un supporto legale consistente con le rinnovate condizioni al contorno sono da un lato in fase di definizione e dall’altro (come forse è normale che sia) ancora trascurate dall’offerta formativa tradizionale. Tuttavia, il giurista che voglia partecipare allo sviluppo legal-tech del mercato deve fare i conti con questa carenza e agire con anticipo rappresentando possibili soluzioni e potendo anche contribuire con la propria professionalità alla definizione di un impianto regolatorio coerente e abilitante ad uno sviluppo sostenibile.
“La questione più importante è accompagnare all’innovazione tecnologica un percorso di formazione per neolaureati e avvocati che dovranno gestire la transizione digitale delle imprese e degli studi professionali. Non solo è complesso per le generazioni che si sono affacciate alla professione quando ancora il computer non era uno strumento fondamentale, ma anche per i laureandi di oggi che non hanno corsi di laurea specifici durante il percorso universitario”, dichiara nella nota Alessandro Renna, CEO e Founder di 4cLegal. “Per questo, assieme alla 24ORE Business School, abbiamo dato via a ‘L’Esperto Legal Tech’, il primo Master con l’obiettivo di formare esperti in grado di presidiare il nuovo spazio economico nato dall’incontro tra tecnologia, diritto e mercato legale. Il percorso formativo offre un inquadramento innovativo, chiaro e completo del fenomeno, analizzato principalmente dalla prospettiva delle competenze richieste: dalla gestione dei profili contrattuali, di proprietà intellettuale, privacy e compliance, alla gestione e applicazione di tool digitali, intelligenza artificiale e blockchain, fino alla creazione di start up legal tech”.