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Il Governo dell’India vara nuove misure per sostenere l’industria TLC, nel suo impegno per realizzare il programma ‘Digital India’ che darà vita a un nuova ‘knowledge economy’

Gli operatori indiani hanno accolto con ‘mixed feelings’ quelle che sono state definite ‘riforme pionieristiche’: un pacchetto di aiuti annunciato dal Governo indiano mirato a riportare il settore delle telecomunicazioni alla salute finanziaria. Il 15 settembre il governo infatti ha approvato un’ampia serie di riforme strutturali, che secondo il tweet della Telecommunications Regulatory Authority of India (TRAI) fornirebbero un importante impulso al settore. TRAI ha suggerito la mossa per ‘catalizzare ulteriori investimenti nelle tecnologie di prossima generazione’.

Le misure annunciate sono legate innanzitutto alla controversa definizione di ‘reddito lordo rettificato (AGR)’, che è stata modificata, escludendo ora le entrate non legate alle telecomunicazioni. Anche i costi di utilizzo dello spettro (SUC) verranno eliminati per le aste future e il tasso di interesse sulle tariffe di licenza e sui SUC sarà ridotto. In più l’India incoraggerà la condivisione dello spettro rimuovendo l’esistente 0,5 per cento SUC aggiuntivo. Infine la durata della validità delle acquisizioni di licenze è stata incrementata da 20 a 30 anni, eliminando nel contempo l’obbligo di garanzie bancarie a garanzia dei pagamenti rateali per le aste future

Nick Read, CEO di Vodafone Group, il maggiore azionista dell’operatore indiano Vodafone Idea, ha dichiarato in un documento indirizzato al mercato borsistico che si aspetta che queste iniziative segneranno ‘l’inizio di una nuova era per lo sviluppo digitale dell’India’, mentre il Presidente del gruppo Aditya Birla, Kumar Mangalam Birla, ha aggiunto che le riforme aiuteranno a liberarizzare il settore delle telecomunicazioni, dimostrando allo stesso tempo l’impegno del governo nei confronti del settore. Un deciso cambiamento di rotte, visto che in precedenza lo stesso Birla si era dimesso da presidente di Vodafone Idea, dopo aver suggerito di vendere la sua quota del 27%.
Anche Mukesh Ambani, Presidente di Reliance Industries, società di controllo di Reliance Jio (operatore TLC), ha accolto con favore le misure di soccorso, affermando che concorreranno a rafforzare il mercato mobile, oltre a dare nuova spinta al programma ‘Digital India’ del Governo che punta a trasformare l’India in una società ‘digitally empowered ’, basata su un’autentica ‘knowledge economy’.

Non potevano mancare anche le voci discordanti, di coloro che sottolineano più le criticità che le potenzialità di questa iniziativa, come il Presidente di Bharti Airtel, Sunil Mittal, ha dichiarato semplicemente che questa rappresenterebbe un’opportunità unica per costruire l’infrastruttura digitale che sarebbe un catalizzatore per le aspirazioni digitali di oltre un miliardo di indiani. O come Gopal Vittal, managing director e CEO della unit dell’operatore che si occupa dell’India e dell’Asia meridionale, che ha suggerito come sia necessario fare di più per fornire ‘un regime tariffario sostenibile per garantire che l’industria ottenga un equo ritorno’, unica via efficace per continuare ad alimentare i necessari investimenti