Online sempre più importante: il 78% delle attività commerciali ha una presenza sulla rete. Ingrosso (93%) e dettaglio non alimentare (88%) sono i settori dove più alta risulta la diffusione dell’online. Lo rilevano i dati dell’indagine promossa da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza (dati elaborati dall’Ufficio Studi) con le risposte di 437 imprese del dettaglio, dell’ingrosso e dei servizi. Il 68% delle imprese che ha risposto all’indagine è di Milano e area metropolitana; il 18% di Monza Brianza; il 14% di Lodi e altre località. In prevalenza hanno espresso la propria valutazione il dettaglio non alimentare (51%) e il dettaglio alimentare (20%).
Qual è il tipo di presenza online più diffuso, (si possono dare risposte multiple)? Il sito Internet senza eCommerce (28%) poi la pagina Instagram (24%) e Facebook (20%); il sito Internet con eCommerce (18%); la scheda Google My Business (13%). Nei servizi (36%) la più alta diffusione del sito Internet senza eCommerce; nel dettaglio non alimentare (24%) la pagina Instagram e Facebook (18%); nel dettaglio alimentare (15%) la scheda Google My Business e nell’ingrosso (33%) il sito Internet con eCommerce.
La presenza sull’online delle imprese non si traduce automaticamente in vendita sul web, effettuata dal 42%. Ancora ingrosso (58%) e dettaglio non alimentare (50%) sono le categorie dove maggiormente si sviluppa la vendita sulla rete. Il sito eCommerce (55%) è la modalità più diffusa; seguono altri marketplace (18%); la vendita occasionale, senza incassare online (15%); la vendita sui social (14%); Amazon (12%). Nell’ampio segmento di imprese attivo online sono soprattutto in programma investimenti pubblicitari in rete (36%); investimenti in eCommerce (24%) per dotazioni informatiche (22%) e software (18%).
Perché, invece, non si ha una presenza attiva online e non si vende online? Il 51% non ritiene sia utile all’attività, il 15% non ne ha le competenze, il 14% reputa che i costi siano troppo elevati, il 13% per problemi di gestione. In questa fascia di imprese non ancora presenti con attività online (22%) il 34% ha in programma investimenti materiali; il 14% software; il 10% dotazioni informatiche e formazione.
L’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza approfondisce, inoltre, che tipo di pagamenti elettronici vengono utilizzati per l’attività commerciale: anche in questo caso sono ammesse risposte multiple). Il 73% dei rispondenti usa il Pos fisso; il 32%, Pos mobile; il 23% pagamenti mobile senza NFC; il 14% pagamenti mobile con NFC; il 5% bonifico. Il Pos fisso prevale fortemente per dettaglio non alimentare (87%) e dettaglio alimentare (79%); il Pos mobile fra gli ambulanti (86%).
“L’innovazione digitale nel terziario”, afferma in una nota Marco Barbieri, Segretario Generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, “è una realtà globale e consolidata sulla quale costruire nuovi strumenti e progettualità. Molto importante, in questo senso, la collaborazione con Nexi. Digitale e negozio fisico oggi sono strumenti complementari e integrati, e occorre sfruttare al 100% le potenzialità dei nuovi strumenti di pagamento. Al contempo non va trascurata l’attenzione sui costi delle transazioni secondo un principio di equità che agevoli queste operazioni anche per i negozi più piccoli e con minor potere contrattuale”.