Un mix ibrido di tecnologia connessa, integrata in ambienti fisici reali per migliorare le esperienze di shopping e di acquisto, sarà un elemento comune della vita quotidiana nel 2030, secondo la grande maggioranza degli attuali early adopters. La previsione è tra i risultati dei ‘10 Hot Consumer Trends‘ di Ericsson, rilasciati in questi giorni: lo studio, giunto all’undicesima edizione, raccoglie il punto di vista dei consumatori sul 2030.
In particolare, quest’anno si occupa delle esperienze di shopping ibrido all’interno di un centro commerciale immaginario chiamato ‘Everyspace Plaza‘: ai consumatori è stato chiesto di valutare 15 centri commerciali ibridi, dove l’esperienza di consumo fisico viene estesa grazie alla tecnologia digitale. Quasi quattro intervistati su cinque credono che tutti e 15 i concept saranno disponibili in qualche modo entro il 2030.
Queste strutture ‘bricks-and-portal’ saranno abilitate da tecnologie come la realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR) e i tessuti programmabili. Basato su una ricerca approfondita, il rapporto 10 Hot Consumer Trends rappresenta le aspettative e le previsioni di circa 57 milioni di early adopter di tecnologia a livello globale.
“Da un lato può essere difficile immaginare, prima del 2030, un gran numero di consumatori in possesso di costose attrezzature tecnologiche come occhiali AR, visori VR impermeabili, tute aptiche e guanti tattili”, commenta in una nota il Dr. Michael Björn, Head of Research Agenda, Consumer & IndustryLab di Ericsson, e responsabile degli Hot Consumer Trends fin dal 2011, . “Tuttavia, se queste attrezzature dovessero essere messe a disposizione a un costo inferiore, è plausibile immaginare che in molti le avranno per migliorare le esperienze quotidiane anche nei centri commerciali”, aggiungendo che il 35% dei consumatori intervistati pensa che i centri commerciali abbiano più probabilità di avere tecnologie di prossima generazione rispetto agli appartamenti, mentre solo il 14% non è d’accordo. I centri commerciali sono stati a lungo luoghi ad alta concentrazione di tecnologia, con molti cinema, sale giochi, sale da concerto, piste da bowling e altro. Con ogni probabilità continueranno a svolgere questo ruolo.
Lo studio inoltre evidenzia la convinzione che i centri commerciali ibridi potrebbero contribuire in modo positivo e sostenibile alla vita locale. “Se non altro, il futuro potrebbe essere sempre più localizzato, con il 32% degli intervistati che concorda sul fatto che i centri commerciali high-tech renderanno più fattibile e attraente il trasferimento nelle piccole città e nelle zone rurali – e solo il 13% non è d’accordo”, conclude Björn.
L’arena dove tutto è possibile – The All-now Arena
Entro il 2030, quasi 8 intervistati su 10 credono che le sale per eventi saranno dotate di tecnologia per la telepresenza che permette a artisti internazionali o squadre sportive di esibirsi digitalmente come se fossero lì di persona. Ma si crede che la telepresenza possa coinvolgere anche il pubblico. Infatti, il 77% si aspetta che queste sale siano equipaggiate con sistemi di suono surround connessi che permettano ai partecipanti, da ogni parte del mondo, di cantare con una profondità di suono sorprendente.
Il 46% degli intervistati vuole frequentare sale per eventi di tipo AR/VR che possono trasformarsi, a 360 gradi, in qualsiasi scenario, permettendo loro di partecipare attivamente a musical, film interattivi o anche di entrare in opere d’arte virtuali. Almeno il 55% degli intervistati vuole visitare un museo che usa la tecnologia avanzata AR/VR per ricreare eventi storici e viverli come se fossero lì di persona. Paradossalmente, l’immersione è la chiave per sbloccare esperienze di eventi che vanno oltre il qui e ora – ma è la stessa immersione che può spaventare i consumatori. Quasi un quarto di coloro che non vogliono visitare sale per eventi multisensoriali, è perché pensa potrebbero essere influenzati negativamente.
Il salone di bellezza immersivo – The Immersive Beauty Salon
L’attuale valore del mercato globale della chirurgia estetica è stimato in ben oltre 50 miliardi di dollari, secondo Fortune Business Insights. Ma nel corso della pandemia, anche i trattamenti di bellezza sono diventati digitali. Mentre i trattamenti medici sono invasivi, il mondo basato sull’AR/VR offre ai consumatori una scorciatoia per un sé più ‘bello’, il che può essere il motivo per cui 7 consumatori su 10 pensano che i saloni di bellezza entro il 2030 useranno la modellazione volumetrica per migliorare l’aspetto dei loro clienti.
Tra gli utenti AR/VR, il 41% vuole andare nei saloni di bellezza e incorporare dispositivi di riconoscimento che permettano loro di usare le mani come controller AR/VR. Inoltre, il 41% degli utenti AR/VR vorrebbe che i saloni di bellezza applicassero il make-up per ingannare la tecnologia di riconoscimento facciale delle telecamere di sorveglianza – rispetto al 25 per cento dei non utenti AR/VR.
L’Immersive Beauty Salon è valutato essere anche il trend con la più alta probabilità di effetti negativi. Tra coloro che non vogliono usare il servizio, 4 su 10 dicono che il costo è la barriera principale. Un terzo cita come effetti negativi anche la perdita di privacy e di controllo, insieme al fatto che le aziende high-tech avrebbero troppa influenza.
Il meta sarto – The Meta Taylor
Fin dall’inizio dei tempi, gli esseri umani hanno usato l’abbigliamento e gli accessori per marcare status, appartenenza culturale e personalità. Con il rapido aumento di video chiamate, filtri AR, abiti da gioco online e l’uso di avatar, fino a che punto porteremo il bisogno di auto-espressione stilistica al nostro sé ibrido?
La ricerca ha scoperto che l’abbigliamento economico rimarrà importante in futuro, ma i consumatori sceglieranno pezzi unici e personalizzati per aggiungere un tocco al loro stile personale. Più di tre quarti degli intervistati si aspettano che ci sarà un sarto nel centro commerciale che userà macchine da cucire e stampanti 3D per produrre vestiti su misura e a basso costo, e la metà di loro non vede l’ora di visitare un sarto che lavora in questo modo. Inoltre, altrettanti utenti vogliono usare i servizi di una sartoria che impiega robot controllati dall’AI per rammendare e riparare i loro vestiti mentre sono in attesa.
Tuttavia, la nuova tecnologia della moda va oltre l’abbigliamento tradizionale. Per esempio, le riunioni di lavoro digitali e gli eventi sociali guideranno anche la necessità di vestire i nostri avatar nello stesso modo in cui faremmo nella realtà. Tre quarti dei consumatori prevedono sarti che disegnano moda digitale per gli avatar, basata su scansioni 3D del loro corpo.
La piscina dei sogni – The Anyverse Pool
Cosa succederebbe se fosse possibile andare sullo spazio al prezzo di un biglietto del cinema, senza aumentare la tua impronta di CO2? Il 66% dei consumatori intervistati crede che entro il 2030 i centri commerciali saranno dotati di piscine dove sarà possibile utilizzare una cuffia VR ossigenata che ti fa sentire come se fossi nello spazio a gravità zero.
Indossando un paio di stivali magnetizzati oltre alle cuffie VR ossigenate, potresti diventare un esploratore spaziale e visitare qualsiasi pianeta dell’universo. In realtà, camminerete ancora sul fondo di un Anyverse Pool che utilizza materiali programmabili per simulare diversi tipi di terreno. Il 45% degli intervistati afferma che vorrebbe sperimentare una Anyverse Pool nel 2030.
La palestra ibrida – The Hybrid Gym
Quando ti guardi allo specchio, pensi principalmente alla tua salute o cerchi di vederti attraverso gli occhi degli altri? Anche se la salute resterà un fattore chiave, il corpo è sempre più destinato a diventare un costrutto sociale.
Gli aspetti sociali del benessere sono di primaria importanza nell’Hybrid Gym. 8 consumatori su 10 pensano che saranno disponibili sia tapis roulant sia cyclette dotate di AR/VR per far incontrare le persone in ambienti online, e quasi la metà vorrebbe usare tali strutture in un centro commerciale. Con una tale pressione, non c’è da meravigliarsi che 7 consumatori su 10 si aspettino centri di fitness mentale dotati di ambienti AR/VR multisensoriali e personalizzati per migliorare la salute mentale. .
La fabbrica dei desideri – The Print-a-Wish Multifactory
La crescente economicità della stampa 3D automatizzata e on-demand potrebbe forse finalmente fornire soluzioni accessibili per i prodotti usa-e-getta.
Quasi 8 consumatori su 10, prevedono di trovare nei centri commerciali fabbriche fai-da-te, che permettono ai visitatori di selezionare design personalizzati per qualsiasi prodotto – come mobili, articoli da cucina o giocattoli. Molti credono che l’AR/VR permetterà di sperimentare i loro progetti in prima persona. Il servizio più apprezzato è la Print-a-Wish Multifactory, ossia la capacità di riciclare i vecchi prodotti mentre se ne acquistano di nuovi. Se il 54% dei consumatori vuole usare questo servizio, ben 8 su 10 pensano che esisterà nei centri commerciali ibridi entro il 2030.
Il ristorante al centro dell’universo – The Restaurant at the Node of the Universe
Che cosa succederebbe se il mondo digitale offrisse l’opportunità di socializzare durante una cena, senza compromessi e distrazioni? Quasi tre quarti dei consumatori pensano che, entro il 2030, ci saranno catene di ristoranti che ti connettono virtualmente con gli amici seduti in altri ristoranti, facendoti sentire come se stessi mangiando insieme a loro. E i consumatori vogliono davvero farlo senza distrazioni. Tre su quattro pensano infatti che i ristoranti ci permetteranno di modificare rumori fastidiosi, e poco più della metà vorrà godersi un pasto in questo modo.
Una persona su quattro giudica negativamente un ristorante con avatar AI che gli consenta di godere di un pasto in compagnia, anche se si è soli – forse temendo che i compagni digitali sostituiscano le vere relazioni sociali con gli esseri umani.
Il negozio infinito – The Neverending Store
Se scorrere le pagine di un eCommerce e cliccare all’infinito potrebbe non fornire la stessa gioia e soddisfazione di quando si passeggiava in un centro commerciale, allo stesso modo non è il massimo trovare negozi con una limitata offerta di prodotti. Un compromesso saranno i negozianti che estendono il loro negozio fisico grazie al digitale, creando esperienze ibride.
Tre quarti degli intervistati credono che, entro il 2030, i negozianti utilizzeranno AR/VR per fornire ai clienti una gamma illimitata di articoli da provare in negozio, quasi come se fossero reali. In molti si aspettano anche un aiuto per comprare il prodotto giusto, come ad esempio essere in grado di proiettare una copia digitale della propria casa sul pavimento del negozio, e testare fisicamente i nuovi prodotti come se stessero realmente dentro la propria casa.
Ci si aspetta poi che i negozi facciano molto di più che solo vendere prodotti. Quasi 8 consumatori su 10 pensano che i commercianti forniranno lezioni su come utilizzare al meglio i prodotti acquistati, sfruttando le tecnologie AR/VR. Tuttavia, non tutti sono entusiasti dei Negozi infiniti. Tra gli intervistati c’è preoccupazione per il consumo eccessivo e la troppa scelta.
Il centro medico personale – The Medical Multiplex Center
Il 77% dei consumatori si aspetta che entro il 2030 gli ambulatori medici dentro i centri commerciali abbiano apparecchiature AI per i check-up, in grado di fornire un accurato aggiornamento sullo stato di salute in pochi minuti.
Inoltre, 8 consumatori su 10 si aspettano che il Multiplex Medical Center abbia molte più informazioni sui pazienti e sulle loro abitudini. Collegherebbe contapassi, smartphone, televisori, e persino apparecchi di cottura e attrezzature per l’esercizio al fine di migliorare il monitoraggio dello stato di salute dei pazienti durante la giornata.
Il parco Natura+ / The Nature+ Park
Immaginate che entro il 2030 la società abbia raggiunto il picco della mobilità e la necessità di ridurre le emissioni di CO2 abbia comportato l’adozione di uno stile di vita più locale. Cosa vi mancherebbe di più? Se vivi in città, la risposta potrebbe essere la natura. L’idea di un Parco Natura+ è stato il concept più votato dai consumatori, con il 42% che vorrebbe visitarne uno all’interno del centro commerciale entro il 2030.
Uno zoo AR/VR dove si può interagire con gli animali nel loro habitat, anche se estinti, è la principale caratteristica del Nature+ Park. Il 73% degli intervistati crede che sarà disponibile entro il 2030 e ben il 55% vorrebbe visitarlo. Un ovvio vantaggio è che il pericolo di incontrare questi animali è solo immaginario. I visitatori potrebbero cambiare continuamente scenario AR/VR per rintracciare questi animali o semplicemente fare una passeggiata romantica, attività che 7 consumatori su 10 credono saranno disponibili entro il 2030.
L’aspetto sociale offerto dal parco non è solo legato al romanticismo. Due terzi dei consumatori vogliono entrare in relazione con altri parchi ibridi, in modo da poter camminare insieme agli amici usando la tecnologia della telepresenza. Infine, la metà degli degli intervistati vuole visitare un parco che utilizzi l’agricoltura urbana automatizzata in modo da poter raccogliere i prodotti a un prezzo ragionevole e portarli a casa come cibo.