Questa settimana Heineken è stata al centro delle accuse online, e delle conseguenti minacce di boicottaggio da parte dei consumatori, dopo che è stata resa nota la notizia che il marchio di birra non aveva lasciato la Russia come promesso in seguito all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Il movimento #BoycottHeineken, in particolare, ha spinto il produttore olandese a rilasciare una dichiarazione in cui chiarisce che la divisione russa dell’azienda sta continuando a operare in modo indipendente solamente per il periodo necessario a trovare un nuovo acquirente. La multinazionale olendese intende uscire dalla Russia entro la metà del 2023 e prevede di subire una perdita di 300 milioni di euro.
“Stiamo lavorando duramente per trasferire la nostra attività a un acquirente valido in circostanze molto difficili e ci aspettiamo una perdita finanziaria significativa per l’azienda, pari a circa 300 milioni di euro”, si legge nel comunicato diffuso da Heineken. “Nel frattempo, i nostri colleghi di Heineken Russia stanno facendo il possibile per mantenere l’attività, dopo il delisting completo del marchio Heineken, per evitare la nazionalizzazione e garantire che i loro mezzi di sussistenza non siano a rischio“.
Il controllo e la polemica sulle attività del gruppo in Russia sarebbe stato alimentato da un sito web olandese chiamato ‘Follow the Money‘, che ha riferito che la divisione russa di Heineken ha introdotto 61 nuovi prodotti, tra cui versioni del marchio Amstel, nel corso dell’ultimo anno. Heineken ha ammesso che la sua società operativa locale commercia Amstel e altre birre come mezzo per rimanere solvibile.
“Senza Amstel, l’azienda sarebbe molto probabilmente fallita e c’era il rischio concreto che venisse nazionalizzata”, ha dichiarato la società.
L’azienda ha sottolineato che non c’è stato alcun trasferimento di fondi, royalties o dividendi tra le unità. L’omonima birra Heineken e le birre Guinness e Miller, prodotte su in licenza, sono state ritirate dal mercato. Ma circa 16.800 tweet riportavano l’hashtag #BoycottHeineken nel solo pomeriggio di venerdì.
Heineken ha dichiarato di aver interrotto i nuovi investimenti in Russia all’inizio di marzo 2022 ed è diventato il primo produttore di birra globale ad annunciare l’intenzione di lasciare la Russia nel corso dello stesso mese.
Il lento ritiro, però, riflette il “rischio molto reale che, se dovessimo interrompere le nostre attività o diventare insolventi, il governo russo prenda provvedimenti contro i dipendenti o decida di nazionalizzare la nostra attività”, ha dichiarato l’azienda.
Il gruppo rivale, a livello internazionale, Anheuser-Busch InBev aveva venduto subito tutte le sue attività in Russia già nell’aprile 2022, con una perdita di 1,1 miliardi di dollari.