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Giovani sempre più attenti alla privacy: il rapporto ‘Consumer Privacy Survey 2023’ di Cisco conferma che solo il 15% degli Over 75 esercita i propri diritti contro il 42% degli Under 24

Cisco

I giovani sono sempre più attenti ai loro diritti in materia di privacy: secondo il Cisco Consumer Privacy Survey 2023, l’analisi che ogni anno viene redatta sulla materia, il 42% dei consumatori che esercita il proprio diritto di accesso ai dati ha un’età compresa fra i 18 e i 24 anni, mentre gli over 75 si fermano ad appena il 15%. Il motivo sta nella perdita di fiducia nelle organizzazioni a causa dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA), con un 50% degli intervistati che afferma di rivolgersi al governo per stabilire le regole e far rispettare e proteggere la privacy dei dati. L’indagine fornisce anche le prime informazioni sull’IA generativa (IA Gen), rivelando che solo il 12% degli intervistati dichiara di utilizzarla regolarmente.

Nonostante ciò, dallo shopping ai servizi di streaming, sino all’assistenza sanitaria: il 42% degli intervistati italiani (48% a livello globale) concorda sul fatto che l’IA può essere utile per migliorare la loro vita. In Italia il 61% degli intervistati (54% a livello globale) è disposto a condividere i propri dati personali in forma anonima per contribuire a migliorare i prodotti e i processi decisionali dell’IA.

Il 53% dei consumatori italiani intervistati (62% a livello globale) ha espresso però preoccupazione per il modo in cui le organizzazioni utilizzano i dati personali per l’IA, e il 54% (60% a livello globale) ha dichiarato di aver perso fiducia nelle organizzazioni a causa del loro utilizzo dell’intelligenza artificiale. L’implementazione di misure per (ri)conquistare la fiducia del cliente è fondamentale. L’audit di prodotti e soluzioni per il bias, la maggiore trasparenza con la spiegazione del funzionamento dell’IA, garantendo il coinvolgimento umano e istituendo un programma di gestione dell’etica dell’IA, sono tutte azioni importanti per costruire una relazione di fiducia che sia duratura.

Ma non è tutto. Il report di Cisco fornisce anche una prima istantanea dell’uso dell’IA generativa e di alcuni dei potenziali rischi e sfide per la privacy. L’IA generativa è ancora relativamente nuova per la maggior parte delle persone, tanto è vero che più della metà (52%) degli intervistati ha dichiarato di non conoscerla.

Tra coloro che utilizzano regolarmente l’IA generativa (12%), soltanto la metà ha dichiarato di astenersi dall’inserire informazioni personali o riservate nelle applicazioni di IA generativa, con il restante 50% che potrebbe quindi farlo. Questo nonostante l’88% degli intervistati abbia indicato che sarebbe un po’ o molto preoccupato se i propri dati inseriti nella IA Gen venissero condivisi.

I giovani consumatori, comunque, sono i paladini della privacy dei dati: il 22% degli intervistati italiani (33% a livello globale) si qualifica come ‘Privacy Active’: si preoccupano della privacy, sono disposti ad agire per proteggerla e lo hanno fatto, ad esempio cambiando azienda o fornitore a causa delle loro politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati. I consumatori più giovani sono i più attenti alla protezione della propria privacy. Il 42% dei consumatori, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, si qualifica ‘Privacy Active’, una percentuale che diminuisce costantemente con l’età.

La percentuale di consumatori che richiedono la cancellazione o la modifica dei dati è salita al 19%, rispetto al 14% dello scorso anno. Anche in questo caso la percentuale è fortemente correlata all’età: il 32% dei consumatori di età compresa tra i 18 e i 24 anni presenta richieste di cancellazione o modifica dei dati, rispetto al 4% dei consumatori più anziani. La consapevolezza in merito alle leggi sulla privacy continua ad essere relativamente bassa, con il 46% degli intervistati che si dichiara esserne a conoscenza, percentuale che in Italia arriva al 56%. Il 68% dei consumatori di età compresa tra i 18 e i 24 anni ritiene inoltre di essere in grado di proteggere i propri dati, percentuale che scende gradualmente fino al 47% dei consumatori con un’età superiore ai 65 anni.

Molti consumatori si aspettano che sia il governo a stabilire degli standard e a far rispettare le protezioni della privacy. La metà (50%) degli intervistati ha dichiarato che il governo nazionale o locale dovrebbe avere il ruolo principale nella protezione dei dati, mentre il 21% ha affermato che le aziende private dovrebbero esserne le principali responsabili.

I consumatori sono divisi infine sul valore della localizzazione dei dati. La maggior parte ha sentito parlare di tali requisiti e il 76% ha indicato inizialmente che potrebbe essere positiva. Tuttavia, se si considera il costo associato, che rende i prodotti e i servizi più cari, solo il 44% (40% in Italia) si dichiara favorevole.