Innanzitutto guardiamo a che cosa dice la legge. Le riprese in un luogo pubblico sono lecite sempre; la diffusione tramite qualsiasi mezzo, compreso il web e i social media, è invece soggetto al permesso esplicito della persona o delle persone riprese. Fatto salvo il diritto di cronaca, inteso quale diritto del giornalista a informare, cui corrisponde l’interesse del cittadino ad essere informato.
La Corte di Cassazione, riporta il sito dirittodellinformatica, riprendendo un orientamento ormai consolidato, ha infatti affermato che il giornalista, nell’esercizio del diritto di cronaca, può diffondere anche sul web dati personali anche senza il consenso dell’interessato, purché rispetti, oltre ai requisiti della verità dei dati, della continenza della forma espressiva in cui essi sono riportati e dell’interesse pubblico alla loro diffusione, anche il limite dell’essenzialità dell’informazione (Cass. civ., sez. III, 25 maggio 2017, n. 13151).
Il post firmato da Michela Romano, consigliere comunale del PD a Milano, ha dato,il via a uno shitsorm di proporzioni esagerate? Innanzitutto per il sentire popolare dei milanesi, che è piuttosto ‘alterato’ (eufemismo) quando di parla di borseggi sui mezzi pubblici, sempre più spesso compiuti da elementi che sarebbe opportuno indicare con la ‘Z-word’. Quindi il richiamo a una corretta gestione sotto il profilo legale della questione, è stato immediatamente interpretato come una difesa ‘tout court’ delle colpevoli.
“La smettano, sia quelli che realizzano i video, sia chi gestisce i canali Instagram che li rendono virali di spacciare la loro violenza per senso civico, perché senso civico non è”, recitava infatti il post, poi cancellato. “Le cittadine e i cittadini che sanno davvero che cos’è il senso civico alzino la voce e invitino a spegnere le telecamere perché non è così – trasformando le persone in bersagli – che si ottiene giustizia. Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già avuti abbastanza davanti a un liceo di Firenze e nelle acque di Cutro“. E infine il richiamo: “Milanesi, ribelliamoci a questa pessima pratica“.
Le sue parole hanno comunque fatto il giro del web e dei social e sono state riprese da pagine Instagram come la famosa MilanoBellaDaDio. Proprio qui infatti si vedono spesso video e riprese di furti che avvengono purtroppo quotidianamente nelle metropolitane milanesi (e non solo). La reazione (violenta, ma solo verbale per fortuna) non si è fatta attendere.
Si è andati da “certo stiamo zitti e lasciamo che ci rubino tutto perché non è elegante. Il Pd sempre in prima linea per le esigenze dei cittadini” a “Ah, questa è violenza. Non frugare nelle borse della gente, se va bene”, per poi arrivare all’immancabile “Continuate a votare sta m… mi raccomando”. Nè manca che suggerisce “querelate questo soggetto per le parole imbarazzanti“, chi commenta “La Sig.ra da vera democratica, ha disabilitato tutti i commenti sotto i suoi post!! Ecco le paladine della giustizia italiana!”, chi allarga il discorso ai rappresentati delle istituzioni, in primis il sindaco Sala che ha affermato non esserci ‘emergenza criminalità’ a Milano.
Al di là di questo episodio, comunque, il fatto è significativo del progressivo scollamento della sinistra (PD e affini) dal sentire popolare, da quelle masse che per decenni si sono viste difese da essi, ma che ora, sotto i duplici colpi del ‘turbocapitalismo’, da un lato, e di una sinistra più sensibile ai diritti civili che a quelli sociali, dall’altro, rischia di non trovare più i suoi alfieri storici.
Fa pensare che, al di là delle idee di chi gestisce la pagina instagram citata – che ha rifiutato una candidatura al Comune da parte di Fratelli d’Italia – i sindaci di sinistra moderata, da Sala a Gori, si trovino in difficoltà, stretti come sono tra la cultura woke di cui la Schlein è esponente, e le vecchie masse popolari, sempre più esigue per la verità, che stanno ogni giorno peggio. Difendersi – come ha fatto la Romano – accusando gli altri di pregiudizi contro la donne e i trans rischia di peggiorare solo le cose.