Digital Rock Holding, la società a capo della piattaforma di criptovalute The Rock Trading, sarebbe indagata per un buco di circa 15-20 milioni di euro. La notizia, riportata dal quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore, è sostanzialmente confermata sia dal sito, che riporta dal 21 febbraio ‘Comunicazione di interruzione dell’operatività della piattaforma’, rinviando all”adozione di tutte le iniziative opportune o necessarie per tutelare la clientela e gli altri stakeholders. Ulteriori comunicazioni di aggiornamento sulle misure intraprese saranno fornite in tempi rapidi’ – tempi rapidi che però sembrano essersi cristallizzati – sia dalla pagina Facebook della società. Qui, dopo aver solennemente proclamato in apertura che ‘The Rock Trading è il più longevo exchange per bitcoin e criptovalute d’Europa‘, gli aggiornamenti si sono fermati al 14 febbraio, ancora prima che le notizia diventasse ufficiale sul sito.
Nel corso dell’assemblea dei soci del 22 marzo scorso, sarebbe anche emerso che il numero dei clienti della piattaforma stessa si collocherebbe intorno ai 12.200, poco più di un terzo dei 34mila dichiarati precedentemente. Nell’incontro, che avrebbe dovuti rinnovare le cariche societarie, nessuno però si sarebbe fatto avanti per assumere il ruolo di amministratore, al momento scoperto. Per questo, il co-fondatore ed ex-CFO Andrea Medri, che insieme a Davide Barbieri aveva fondato The Rock Trading nel 2011, con sede a Malta, avrebbe proposto all’assemblea di riunirsi nuovamente entro fine aprile.
Quanto accaduto ha portato il Siti, il sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio di Milano, ad avviare un’azione collettiva a tutela dei clienti della piattaforma e di coloro che negli anni passati avevano partecipato alla raccolta fondi organizzata per finanziarla dalla Digital Rock Holding, la cui presidente, Stefania Barsalini, si è dimessa lo scorso 23 febbraio.
Nonostante quanto avrebbe affermato Medri, circa la sua non volontà di allontanarsi dal Paese e di rispondere anche legalmente di quanto è accaduto, vista la portata mediatica della vicenda, sia la Procura di Firenze sia quella di Milano hanno avviato un’indagine sull’accaduto, iniziando a investigare sui vertici della società e sul loro operato.
Attualmente le indagini sarebbero ancora in corso e le ipotesi di reato che sono state formulate sono: frode informatica, truffa, ma anche appropriazione indebita e falso in bilancio.