Dove, brand di Personal Care di Unilever, da sempre promotore del concetto di bellezza autentica, ha presentato oggi a Palazzo Ripetta a Roma la campagna di sensibilizzazione ‘Il Costo della Bellezza’, in collaborazione con Cittadinanzattiva, organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti e il sostegno alle persone in condizioni di debolezza, e Social Warning – Movimento Etico Digitale, no-profit nata nel 2018 per sensibilizzare ragazzi e adulti sulle potenzialità e rischi del web.
I ragazzi in età scolastica sono spesso sopraffatti dal mondo virtuale. Sui social media si imbattono quotidianamente in messaggi dannosi, che mostrano modelli di bellezza irrealisticamente perfetti e contribuiscono a minare la loro autostima e il loro benessere mentale e fisico. Tutto questo ha un ‘costo’ che ricade sulla società civile e sul nostro futuro.
Per questo motivo, i tre player si fanno promotori attivi di un progetto di sensibilizzazione pubblica al fine di far introdurre nelle scuole un percorso formativo sull’uso consapevole dei social media, rendendo le piattaforme social un ambiente più sicuro per le future generazioni. Convinti di essere portavoce di un bisogno sociale condiviso, lanciano una petizione rivolta a tutti, che è possibile firmare da oggi online, su Change.org, oppure nei diversi corner organizzati appositamente nelle piazze delle principali città italiane: Roma (19 settembre), Napoli (23-24 settembre), Bari (30 settembre e 1° ottobre), Torino (7-8 ottobre) e Milano (14-15 ottobre).
Attraverso questa petizione, Dove, Cittadinanzattiva e Social Warning chiedono al sistema scolastico e alle Istituzioni che, all’interno dei Piani di Offerta Formativa delle scuole primarie e secondarie, si preveda un percorso educativo specifico e approfondito sull’uso consapevole dei social media, dando piena attuazione alla legge n. 92/2019 sull’educazione civica nelle scuole (articolo 5 – educazione alla cittadinanza digitale). Questo dovrà essere accompagnato da un’adeguata formazione dei docenti deputati e delle famiglie, perché gli obiettivi di educazione digitale trovino coerenza tra casa e scuola.
“Dove si impegna da tempo per portare un cambiamento positivo nella nostra società e nella percezione del concetto di Bellezza, andando oltre gli stereotipi e valorizzando l’autenticità di ogni persona. Ancora oggi, Dove continua a riscrivere la bellezza anche all’interno dei social media, luogo in cui la standardizzazione della bellezza è diventata un filtro attraverso il quale guardiamo il nostro volto. L’impegno concreto si è manifestato attraverso la promozione di iniziative volte a rendere i social media un luogo più positivo e sicuro, con campagne come #SpeakBeautiful, #NoDigitalDistortion e #DetoxYourFeed. Mentre alcuni aspetti dei social media possono essere fonte di creatività e connessione tra i giovani, i dati dimostrano che gli standard di bellezza tossici promossi online stanno danneggiando la salute mentale dei nostri ragazzi. Un messaggio tossico, in alcuni casi e soprattutto tra i più giovani, può portare a disturbi psico-fisici più profondi, fino ad assumere tratti patologici. Questo circolo va spezzato giocando d’anticipo, puntando su educazione e sensibilizzazione”, spiega nella nota Ugo De Giovanni, General Manager Personal Care Unilever Italia. “Siamo felici di aver unito le forze con due partner di valore, Cittadinanzattiva e Social Warning, con cui condividiamo l’urgenza e il dovere di agire concretamente per creare un contesto positivo all’interno dei social media, in cui nessuno possa sentirsi sbagliato o insicuro e in cui anche i contenuti vengano creati con un forte senso di responsabilità nei confronti di chi guarda. Per farlo, dobbiamo far sì che il cambiamento sia sistematico e che tutti i giovani siano tutelati al 100%”
‘Il Costo della Bellezza’, la campagna
La campagna di sensibilizzazione ‘Il Costo della Bellezza’, il cui fulcro è rappresentato dalla petizione e dalla raccolta firme, prende vita grazie a un video che, sulle note di ‘You Are So Beautiful’, offre uno sguardo sulle vite dei giovani che hanno subito le conseguenze reali di contenuti di bellezza dannosi proposti sui social media, e a un Manifesto che sintetizza l’impegno a supporto della petizione. La protagonista del Manifesto, Viola, è una ragazza italiana di 15 anni che racconta una storia di crescita, trasformazione e di felicità ritrovata anche nella bellezza e nell’unicità dell’imperfezione.
Altro elemento simbolico che identifica la campagna è il Bracciale dell’Autostima, ispirato a quello che indossano molti giovani in ospedale, ricoverati per disturbi alimentari o legati alla salute mentale, spesso purtroppo aggravati da esempi di bellezza irreale. Il bracciale rappresenta simbolicamente quella condizione, ma è diverso e vuole avere solo un valore positivo, di rinascita, di forza, riportando messaggi positivi in grado di sostenere l’autostima e il rispetto per la propria unicità.
Madrina del progetto è Aurora Ramazzotti, che da anni si batte contro i leoni da tastiera che inquinano i social media con i loro messaggi dannosi di odio.