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Da Hearts & Science e dal progetto Villa Futura arriva la ricerca ‘Riprendiamoci l’Internet’. Giraldi: “È evidente che il digitale non ha fatto solo del bene”. Al via un corso dedicato a genitori e figli

villafutura
di Massimo Bolchi

L’era della digitalizzazione ha portato innumerevoli vantaggi, ma con essa emergono anche nuove sfide e preoccupazioni, soprattutto quando si tratta della sicurezza dei più giovani online. Per questo Hearts & Science, agenzia di comunicazione di OMNICOM MEDIA GROUP, ha deciso di effettuare la ricerca ‘Riprendiamoci l’Internet!’ che indaga proprio le preoccupazioni di giovani e boomer su questo tema scottante, presentata nell’ambito del progetto Villa Futura, giunto quest’anno alla sua quarta edizione.

L’obiettivo di Villa Futura è dare vita a momenti di confronto e approfondimento su tematiche insolite e di forte interesse per la industry, prevalentemente legate al comportamento che le persone hanno online, per avviare un’analisi più approfondita che vuole abbattere gli stereotipi e le mistificazioni che spesso li avvolgono.

“La digitalizzazione ha segnato una grande era di crescita e sviluppo negli ultimi anni”, ha commentato Emanuele Giraldi, Managing Director di Hearts & Science. “Alla luce di questi dati è evidente che il digitale non ha fatto solo del bene. Negli ultimi trent’anni, internet ha realmente rivoluzionato il modo in cui viviamo, ma ha anche dato vita ad un modello di business le cui esternalità negative – se non curate per tempo – rischiano quasi di vanificare tutti i benefici che sono stati portati alla società. Siamo abitanti del mondo digitale e vogliamo preservarne l’integrità, anche per garantire alle generazioni future un accesso più consapevole alle tecnologie”.

“Ci siamo perciò fissati l’obiettivo di lanciare un manifesto programmatico condiviso con gli altri operatori del settore entro Natale, e partire con l’erogazione di un corso che si rivolge sia genitori sia ai figli, in partnership con Università Bicocca e Patti Digitali in occasione del World Internet Day, il 17 maggio 2025. Sperando che si possa standardizzarlo e riprodurlo”, ha proseguito Giraldi. “Perché questi problemi, questa esternalità – internet ha compiuto oltre 40 anni, è un media molto ben conosciuto nella sua operatività – hanno ancora bisogno di trovare il modo migliore per essere affrontate; basta pensare al phubbing o alle fake news: siamo ancora alla ricerca di soluzioni efficaci e condivise. Al finanziamento di questi corsi provvederà, nella nostre speranze, il mercato pubblicitario: donazioni volontaria dalle aziende che operano e traggono profitto dal web”.

“Dalla ricerca risulta una certa sfiducia da parte dei genitori nella loro capacità d’incidere davvero sul modo in cui i propri figli utilizzano il digitale”, ha aggiunto Stefania Garassini, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Board Member di Patti Digitali. “È su questo che è necessario intervenire, restituendo ai genitori – attraverso un’adeguata formazione – la fiducia nella loro capacità di educare anche nell’ambiente digitale. La vera sconfitta sarebbe perdere la speranza nella possibilità di rendere internet un posto migliore, un posto dove la sicurezza dei minori sia davvero una priorità”.

Infografica villafutura

I numeri parlano chiaro: l’82% dei genitori italiani si dichiara preoccupato per la sicurezza online dei figli, con picchi tra i genitori di bambini più piccoli. Il 9% preferisce evitare del tutto l’uso di internet per i propri figli, soprattutto quelli tra i 6 e i 9 anni. Ma la vera spina nel fianco è la dipendenza dagli smartphone: il 60% dei genitori ritiene che i propri figli siano troppo attaccati ai dispositivi digitali, seguiti dalla paura per contenuti violenti o inappropriati, fake news e pericolose ‘sfide online’.

Un sentimento di insicurezza pervade anche gli adulti, con il 65% dei genitori che non si sente a proprio agio mentre naviga. Non è solo una questione di incertezza: molti genitori hanno già vissuto in prima persona situazioni spiacevoli o pericolose online, come furti di identità, cyberbullismo o truffe. L’esperienza negativa non risparmia neanche chi si considera un esperto digitale: gli ‘esperti’ sono spesso i più esposti ai rischi, con una percentuale più alta di episodi di frodi online rispetto ai genitori meno digitalmente esperti. Tuttavia, è significativo che solo il 29% dei genitori abbia preso misure di protezione adeguate, legate unicamente ad un aspetto ‘tecnico’, come l’uso di antivirus o la creazione di password sicure.

Non è solo la sicurezza online a preoccupare: le patologie legate al digitale sono un altro fenomeno che sta emergendo con forza. 1 genitore su 3 ha già affrontato casi di dipendenza digitale o comportamenti come il phubbing (ignorare le persone reali in favore dello smartphone), la cyberchondria (cercare sintomi di malattie online in modo ossessivo) e il doomscrolling (scorrere compulsivamente notizie negative).

Il ruolo delle scuole in questo contesto diventa sempre più cruciale. Quasi la metà dei genitori italiani crede che le scuole debbano assumere un ruolo attivo nell’educazione digitale dei ragazzi, insegnando loro come navigare in rete in modo sicuro e consapevole. La richiesta non riguarda solo le conoscenze tecniche, ma anche la sensibilizzazione verso fenomeni come il cyberbullismo, la privacy e la protezione dai contenuti dannosi.

In definitiva, ciò che emerge dalla ricerca è una richiesta di maggiore consapevolezza, protezione e supporto, sia da parte dei genitori sia da parte delle istituzioni, per affrontare i rischi legati al web. Hearts & Science, con questo progetto, mette in luce un tema cruciale per il futuro delle nuove generazioni, sottolineando l’urgenza di educare i più giovani a un uso più sicuro e responsabile della rete.