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Courmayeur lancia il Manifesto dello Smart Working etico. Una visione che è anche al centro di una campagna di comunicazione lanciata sui canali social. A controllare che tutto funzioni c’è l’Umarell da scrivania

Courmayeur ha lanciato pubblicamente, con un ‘firma-day’, il suo Manifesto dello smart working etico. In tanti hanno voluto sottoscrivere il documento e sostenere la campagna: in primis la comunità, gli abitanti di Courmayeur con il sindaco Roberto Rota e i rappresentanti degli operatori turistici, i maestri di sci della Scuola di sci Monte Bianco e della Scuola di sci Courmayeur, le Guide Alpine di Courmayeur, i commercianti, gli albergatori, Skyway Monte Bianco.

“Vogliamo contribuire all’affermazione di un modello turistico differente, più in linea con i nostri valori”, spiega nella nota il sindaco Roberto Rota. “Non si tratta solo di tamponare il calo di turisti dovuto alla pandemia, quanto di agire in una prospettiva a lungo termine. Per questo, come comunità, abbiamo preso posizione: lo smart working è la via maestra da percorrere per migliorare lo stile di vita, ritrovare equilibrio e armonia in una dimensione come la montagna”.

Alle firme degli abitanti si sono aggiunte quelle di  diverse personalità legate a Courmayeur, come l’economista ed ex ministro Elsa Fornero, Gianluca Perrelli, CEO di Buzzoole, imprenditore digitale e smart worker da Courmayeur, Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Courmayeur e  Francesco Colorni, imprenditore e ‘padre’ dell’Umarell da scrivania di Superstuff, realizzati con la stampante 3D, che rilanciano in chiave pop il cliché dell’anziano che osserva i cantieri. Con Superstuff è nata una vera e propria partnership, che prevede la creazione di Umarell brandizzati Courmayeur: benefiche presenze aiutano gli smartworker a essere produttivi in una Courmayeur che può essere vista come un cantiere permanente – di idee, proposte, visioni.

L’idea di fondo: rilanciare lo smartworking – ormai un must nelle località turistiche – in chiave evoluta, rispettosa di un territorio tanto protetto quanto accessibile, collegato direttamente dall’autostrada. L’invito è quello a non trasferire lo stile della città in montagna, ma a portare la montagna al centro del proprio stile di vita.

Sono tante le possibilità tra cui scegliere. Ad esempio, chi si sente cozy ed è alla ricerca di una privacy estrema può lavorare nella natura, avvolgendosi nella mantellina firmata Auberge de la Maison, prenotando lo chalet alpino esterno dell’hotel. E chi aspira alle grandi altezze può acquistare il biglietto smartworking di Skyway Monte Bianco: si sale sulle cabine panoramiche, si lavora nella work station al Pavillon, a 2.200 metri, con coffee station e vista. La pausa pranzo sul Monte Bianco è compresa: si raggiunge in qualche minuto Punta Helbronner (3.466 m) e si gustano gli ingredienti del territorio al Bistrot Panoramic. Qui la terrazza circolare regala un colpo d’occhio sui 4000: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso e il Grand Combin. Chi cerca la quiete della montagna abbinata al massimo del comfort può puntare verso il Grand Hotel Courmayeur Mont Blanc, tra i borghi di Larzey e il Villair, e prenotare una delle due sale, perfette per videoconferenze e telelavoro. Lo storico Royal&Golf Hotel, in pieno centro, punta invece alle anime più gourmet, con un room service particolarmente curato, abbinato alle attrezzate smart working room con bagno privato.

Con il Manifesto prende il via una campagna di comunicazione lanciata sui canali social di Courmayeur. Protagonista di video e immagini, lo ‘smart worker di montagna’: un personaggio che, ciaspole ai piedi, passeggia nella neve, per poi sedersi a una scrivania nel cuore del massiccio del Monte Bianco, davanti al computer. Una sintesi efficace di quanto propone il Manifesto.