di Massimo Bolchi
Con la diffusione, all’inizio di quest’anno, di Copilot, l’AI secondo Microsoft, sono emerse dinamiche inaspettate di adattamento degli utenti, che hanno rivelato un’interessante interazione tra l’integrazione dell’intelligenza artificiale (AI) e la competenza manageriale. Contrariamente alle ipotesi iniziali, i risultati indicano che le persone, esperte quelle che ricoprono ruoli manageriali, mostrano una transizione più agevole verso l’integrazione di Copilot nei loro flussi di lavoro quotidiani rispetto alle loro controparti meno esperte.
Questa rivelazione sfida le aspettative convenzionali, in quanto l’ipotesi prevalente era che l’innata fluidità digitale degli individui più giovani e più esperti di tecnologia li avrebbe naturalmente allineati più strettamente alle tecnologie innovative. Tuttavia, l’esperienza di Copilot ha illuminato una narrazione diversa, sottolineando che questo strumento di intelligenza artificiale ha il potere trasformativo di coltivare le competenze manageriali di un ampio spettro di utenti.
Secondo Jared Spataro, Corporate Vice President of Modern Work & Business Applications di Microsoft, questa tendenza inaspettata va a rafforzare il concetto che Copilot ha la capacità di consentire a persone con diversi livelli di esperienza di assumere ruoli manageriali. Sebbene Copilot semplifichi le attività di routine e banali il suo vero valore emerge quando gli vengono affidate responsabilità più complesse.
Un assunto confermato da una recentissima ricerca, pubblicata all’inizio di questa settimana, che indaga come – e soprattutto quanto – il tempo che Copilot permette di risparmiare nelle attività più di routine può essere investito in compiti di più alti livello. Il guadagno di efficienza si trasforma in produttività, in altre parole.
Ovviamente questa ricerca – una casa come Microsoft, un solo prodotto (Copilot) e solamente dipendenti Microsoft coinvolti – non è rappresentativa di tutto il mondo della GenAI, anzi si caratterizza per una pluralità di bias conoscitivi e di rappresentazione. Ma ciò nonostante mantiene un valore di sperimentazione sul campo effettivo di applicazione di una GenAI che sta faticosamente facendosi spazio tra l’infinità di software utilizzati oggi.
La ricerca ha analizzato l’impatto trasformativo di Copilot sulle dinamiche lavorative. Attraverso questo processo iterativo, Microsoft ha acquisito profonde conoscenze, imparando insieme agli utenti. I dati affermano che Copilot non è solo una novità, ma un catalizzatore di maggiore produttività, che favorisce la creatività e allo stesso tempo fa risparmiare tempo prezioso. L’opinione degli early adopters è decisamente positiva, con un sorprendente 77% che si dichiara riluttante a tornare ai metodi di lavoro precedenti.
Tuttavia, quello a cui stiamo assistendo è solo l’inizio di un cambiamento di paradigma. Man mano che l’integrazione dell’IA generativa sul posto di lavoro si diffonde, Copilot emerge come pietra angolare, offrendo l’opportunità di elevare non solo la produttività individuale, ma anche le capacità collettive di intere organizzazioni, stabilendo una nuova linea di base e operando come un meccanismo di amplificazione delle competenze all’interno di un’organizzazione.
Questa ricerca approfondisce l‘inaspettata sinergia tra l’integrazione dell’intelligenza artificiale e l’acume manageriale, facendo luce sul panorama in evoluzione in cui l’intelligenza artificiale ridisegna non solo i flussi di lavoro, ma anche le competenze richieste ai suoi utenti.
Alcune evidenza sono tuttavia maggiormente rilevanti di altre, quali ad esempio la perdurante differenza tra aspettative della GenAI, che comunque non vengono deluse, e la realtà misurata sotto la forma di risparmi effettivi di tempo. Ad esempio, dei 297 utenti di Copilot sotto indagine, il 70% riferisce di essere più produttivo, il 73% di impiegare meno tempo a eseguire i propri compiti, e addirittura l’87% riferisce di risparmiare tempo quando deve stendere le bozze iniziali di un nuovo lavoro.
Poi però andando a controllare quanto tempo si risparmia davvero a usare Copilot si scopre che sono sei minuti per stendere un prima bozza o effettuare le ricerche preliminari di un nuovo incarico. Fa eccezione il dover stendere un riassunto di un meeting di 35 minuti per chi era assente: in questo caso il tempo risparmiato supera la mezz’ora (da 42 minuti a soli 11). segno che per alcune attività la capacità di sintetizzare è in grado di fare le differenza. In tutti e tre i compiti, non c’è stata alcuna differenza statisticamente significativa nell’accuratezza: un LLM (Large Language Model) ha anche valutato i blog scritti con e senza Copilot senza riscontrare alcuna differenza in termini di qualità.
Guardando alle opportunità più ampie di Copilot, che permettono di ottenere un impatto organizzativo in tutte le funzioni, Microsoft sta adottando un approccio ‘learn-it-all’, a partire dai venditori e agenti del servizio clienti, per arrivare alla security e al finance.
I dati dimostrano che i guadagni di produttività personale ottenuti con Copilot sono reali e significativi. Ma per andare oltre la sperimentazione individuale e costruire un’organizzazione basata sull’intelligenza artificiale sarà necessario impegnarsi a lavorare in un modo nuovo. Come per l’esercizio fisico o la padronanza di una nuova lingua, per ottenere i vantaggi di Copilot in termini di produttività è necessaria una pratica quotidiana e coloro che iniziano a prendere l’abitudine per tempo saranno in vantaggio.
Per sfruttare tutto il potenziale di Copilot è necessario essere capaci di delegare: ogni utente dovrà gestire il suo nuovo ‘assistente’ e sapere quando delegare un compito all’IA e quando applicare la propria intelligenza umana. E soprattutto non sprecare il tempo recuperato, ma infondere nuove energie nel lavoro gratificante, che ha il massimo impatto e valore per l’organizzazione.