La Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha citato in giudizio il gruppo Kochava per la vendita dei dati di localizzazione di “centinaia di milioni di dispositivi mobili” ai fini della misurazione delle attività pubblicitarie, lanciando un avvertimento preciso ad altri broker di dati, e in generale al più ampio settore degli annunci digitali.
La FTC ha dichiarato che Kochava, un’azienda che misura l’efficacia del mobile marketing, con sede nell’Idaho, ha violato le sue stesse politiche acquisendo, e poi vendendo, dati precisi di geolocalizzazione degli utenti di smartphone, che potrebbero essere utilizzati per tracciare gli utenti da e verso luoghi sensibili – tra cui cliniche abortive, altri luoghi medici e istituzioni religiose.
La questione ha assunto una visibilità maggiore dopo che, con l’abolizione della sentenza Roe vs Wade da parte della Corte Suprema, sono avvenuti casi in cui i data provider, come Facebook in Nebraska, hanno fornito alle autorità giudiziare i dati necessari ad accusare qualcuna si essersi sottoposta a un’interruzione di gravidanza, ma il tema è molto più ampio.
“Kochava sta permettendo ad altri di identificare gli individui e di esporli a minacce di stigma, stalking, discriminazione, perdita del lavoro e persino violenza fisica“, ha dichiarato la FTC in un comunicato stampa. La FTC sta cercando di impedire a Kochava di vendere dati sensibili e di obbligarla a cancellare tutte le informazioni già presenti nei suoi archivi. L’azione legale della FTC, guidata da Lina Khan, un’esponente molto critica delle Big Tech, fa parte di “un cambiamento epocale nel modo in cui i politici, le forze dell’ordine e l’industria tecnologica affrontano i dati dei consumatori e la privacy”, ha dichiarato alla stampa Cory Munchbach, presidente della customer-data platform BlueConic. Ha sottolineato che nelle ultime due settimane la FTC ha annunciato di star esplorando un processo di regolamentazione per “reprimere la sorveglianza commerciale dannosa” legata alla scarsa sicurezza dei dati. Separatamente, la scorsa settimana il General Attorney della California ha annunciato un accordo di 1,2 milioni di dollari con Sephora, la catena di negozi di bellezza, per aver presumibilmente omesso di informare i consumatori che stava vendendo le loro informazioni personali.
Kochava, che acquista dati sulla posizione da aziende terze e li mette a disposizione degli inserzionisti per misurare l’efficacia degli annunci, ha dichiarato in un comunicato che la FTC “ha un’incomprensione di base” del funzionamento del suo mercato dei dati. “Kochava opera in modo coerente e proattivo nel rispetto di tutte le regole e le leggi, comprese quelle specifiche sulla privacy”, ha dichiarato Brian Cox, direttore generale di Kochava. Ha dichiarato che il 100% dei dati di geolocalizzazione presenti nel marketplace Kochava Collective proviene da broker di dati di terze parti attraverso “consumatori consenzienti“. Comunque, perseguendo un’azienda relativamente piccola, in una causa con buone possibilità di vittoria, la FTC sta creando un precedente che potrebbe avere ampie ramificazioni in tutto il comparto.