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Celeste, l’hub italiano dedicato al business digitale, cresce a doppia cifra: chiuderà l’anno raggiungendo 150 milioni di fatturato e finalizzando una nuova acquisizione

Alberto Arcolin e Stefano Mocellini, celeste
Alberto Arcolin e Stefano Mocellini, celeste

FiloBlu e Diana Corp. presentano Celeste, il primo hub italiano dedicato all’accelerazione del business online delle aziende. Tutte le società presenti sotto questo grande brand-ombrello sono indipendenti, pur avendo la mededesima proprietà.

FiloBlu è il partner strategico per lo sviluppo digitale, fondato da Christian Nucibella nel 2009 e dal 2021 nell’orbita del fondo Gradiente SGR, che nel 2022 si è unito a Diana Corp., fondata nel 2007 da Stefano Mocellini e Margherita Silvestri, che combina tecnologia, estetica e know-how strategico.

“Con Celeste abbiamo deciso di proporre ai clienti-partner un nuovo approccio, altamente specializzato e al tempo stesso capillare in tutte le aree del business digitale”, spiega Alberto Arcolin, CEO di Celeste. “Siamo andati oltre la classica concezione della tech-agency, creando un eco-sistema di unit altamente specializzate che concorrono al successo delle performance di ogni brand, interconnesse tra loro e forti di una visione olistica che si pone come obiettivo comune la crescita del business”.

Celeste è infatti una costellazione di competenze verticali d’eccellenza, in grado di massimizzare la crescita delle performance delle aziende nell’universo digitale, diventando un punto di riferimento nella progettazione e attivazione delle performance online dei brand, integrando strategia, tecnologia, design e marketing.

logo celeste

“La caratterizzazione di Celeste”, prosegue Arcolin, “risiede nell’approccio ‘italiano’ per affrontare le sfide del mercato – dopotutto siamo ‘creativi’ per definizione – unito all’impiego dell’Artificial Intelligence per arrivare a una nuova categorizzazione organizzativa”.

La genesi della nascita di Celeste è frutto infatti del continuo monitoraggio dei trend e del mercato eCommerce, che suggeriscono il superamento di alcuni punti fermi che negli anni ne hanno caratterizzato la gestione del business: la segmentazione del mercato in base a target ben definiti è stata oltrepassata dall’avvento dell’AI; una certa idea statica di agenzia tech è stata messa in discussione dalla sfida per la crescita digitale; e un sistema aziendale suddiviso in funzioni iperspecializzate e indipendenti è stato sorpassato dalla creazione di aree trasversali fortemente interconnesse.

Con oltre 300 collaboratori e 200 aziende-clienti (di cui più di 75 in gestione completa), l’obiettivo di Celeste è quello di supportare tutti gli aspetti della crescita dei brand agendo su più fronti. L’Hub mette a disposizione competenze di eccellenza in aree specifiche, su più livelli e più tecnologie; le unit verticali possono essere ingaggiate autonomamente e cooperare in modo armonioso e complementare. Una struttura societaria ramificata e globale, che permette ai partner di crescere nel contesto digitale, con l’obiettivo di raggiungere performance di successo.

Celeste registra il 35% di crescita di fatturato ad oggi, rispetto al pari periodo dello scorso anno, un raddoppio dei clienti e un incremento del 144% del valore dei deal, confermando di chiudere l’anno con un perimetro di business di 150 milioni di euro e la finalizzazione di una nuova acquisizione.
La mission di Celeste è dunque guidare le aziende verso l’accelerazione del business digitale, tramite la progettazione e l’attivazione delle performance online dei brand, unendo competenze diversificate che lavorano in armonia per creare esperienze digitali di successo.

“Il font utilizzato per il logo”, conclude Stefano Mocellini, co-Founder di Diana Corp, focalizzandosi su un particolare piccolo ma significativo, “deriva da quello ideato per Nebiolo dall’art director Aldo Novarese negli Anni ‘60, attualizzato da David Jonathan Ross, a conferma dell’ispirazione italiana del concept, nonostante abbiamo uffici e clienti in tutti i continenti. Anche il nome Celeste è un riuscita crasi tra il Blu di Filoblu, e il Bianco di Diana Corp, con il valore aggiunto dell’invarianza in tutte le lingue principali del business”.