Il risultato è che su 1.130 lavori iscritti (nel 2011 erano stati 819) al vaglio della giuria ne sono arrivati 730. Gli altri sono stati eliminati a monte perché con la categoria c’entravano poco o niente. Così chi ha cercato la vittoria puntando su categorie ritenute meno difficili e meno affollate non l’ha passata liscia. Una preselezione durissima che ha lasciato fuori dai giochi 400 campagne e che ne ha fatte entrare in shortlist 134. Per l’Italia ce l’hanno fatta Montblanc The Beauty of Second/Leo Burnett (anche in shortlist Direct e Promo & Activation), Coordown Onlus/Saatchi & Saatchi (nella shortlist Pr entra in due categorie, anche in shortlist Direct e Promo & Activation), Heineken reach the sunrise/Publicis (anche in shortlist Direct) e The Pet Bottle – Sanpellegrino/Ketchum. Con la giurata italiana Filomena Rosato colpita dall’elevata qualità dei lavori, ma soprattutto da quanto qui da noi, rispetto all’estero, la cultura delle pr sia ancora così poco radicata nei clienti.
“Negli altri paesi le aziende si affidano in maniera totale alle agenzie del comparto. Siamo indietro e la diminuita capacità di spesa ci penalizza ulteriormente perché all’advertising, inteso in senso stretto, viene data ancora più importanza. E’ una tendenza che andrebbe invertita anche perché le diverse discipline della comunicazione sempre più si integrano. E prova ne sono i lavori che abbiamo visto sfilare qui. Le pr ormai permeano la creatività, con un’idea che fa da filo conduttore all’intero progetto. Qui sono state premiate le case history capaci di incidere sui comportamenti delle persone raccontando delle storie”.