Si è chiusa (forse) l’assegnazione dei diritti televisivi per un triennio della serie A, con il cambio in corsa del cavallo vincente, che è risultato essere Dazn, lo società multinazionale di proprietà dell’ucraino, ormai statunitense di fatto, Len Blavatnik, e rappresentata mediaticamente in Italia dall’icona dei social network Diletta Leotta.
Come è noto, dall’Assemblea della Lega Calcio del 23 marzo è emersa la scelta di Dazn, che aveva presentato un’offerta di 840 milioni di euro a stagione per l’esclusiva su sette partite per ogni giornata di campionato, mentre per le altre tre (che Dazn ha comunque in co-esclusiva) si ipotizza una possibile presenza di Sky, nell’ottica dello scambio di ruoli – l’anno scorso la situazione era invertita – e del minor impegno economico richiesto.
Parlando di impegno economico, non sono ancora nota le condizioni richieste da Dazn per il proprio abbonamento, che transiterà in toto sulla banda larga abbandonando il satellite: si parla comunque di 30-35 euro mensili, quindi un deciso aumento rispetto ai 9,99 euro richiesti attualemente, e di uno sconto per gli abbonati di TIM Vision, il parter tecnologico dell’operazione Dazn.
Sul versante di Sky, comunque, poco appare certo: nel comunicato stampa diffuso dall’emittente, parte del gruppo ComCast, si legge che “Sky ha partecipato all’asta per i diritti tv della serie A del triennio 21-24 presentando un’offerta importante che riflette la nostra valutazione del valore di quei diritti. […] Con più di 20 anni di esperienza e come miglior partner del mondo sportivo in Italia, conosciamo bene il valore del calcio per i nostri abbonati. […] Dalla stagione 2021/2022, Sky e NOW continueranno a proporre ai nostri abbonati un’amplissima offerta sportiva con oltre 400 partite tra UEFA Champions League, UEFA Europa League e UEFA Europa Conference League, ed il grande sport in diretta con i motori, il tennis, il basket NBA, il rugby e molto altro. Sky continuerà ad offrire la più ampia scelta di sport in Italia”.
Non una dichiarazione di guerra, quindi, in linea con il proposito di diventare la prima scelta per l’entertainment, veicolando tutte le principali app del comparto, da Disney+ a Prime Video, al proprio Sky Original, sulla piattaforma SkyQ.
Non è escluso, però, un ricorso contro l’assegnazione a Dazn, sulla scorta dell’accordo tra Dazn e TIM, che non è mai comparso tra gli offerenti, ma che in tanti, a partire degli stessi consulenti tecnici chiamati a dare il proprio parere sugli aspetti tecnologici della proposta, hanno dato per assodato. Una partnerhip Dazn-TIM che tuttavia, non appare in nessuna proposta di acquisto e che, volendo, potrebbe mettere in dubbio quello di cui le società di calcio hanno più bisogno in questo momento: l’anticipazione da parte della banche di una consistente quota sulla base dell’accordo raggiunto in Assemblea.
Tutto dipenderà da quanto Sky vorrà fare il ‘guastafeste’, pur non esageratamente interessato all’assegnazione della Serie A.