Il 2023 è stato un anno di forte trasformazione per il mondo web3, con lo sviluppo del quadro normativo e numeri incoraggianti di mercato e adozione. Dopo un periodo di relativa stabilità, il mercato delle criptovalute ha registrato una ripresa (+110% rispetto al 2022), grazie anche allo sviluppo degli ETF spot su Bitcoin. Circa 3 milioni di utenti nel mondo ogni giorno utilizzano 15.000 applicazioni decentralizzate (DApp), +75% nell’ultimo anno. E l’ecosistema della finanza decentralizzata (DeFi) ha mantenuto investimenti stabili intorno ai 45 miliardi di dollari, rilevanti anche se lontani dai 160 miliardi di aprile 2022, prima del crollo di Terra-Luna e del successivo ‘cryptowinter’.
In questo contesto, aziende e PA di tutto il mondo hanno proseguito lo sviluppo di progetti basati su blockchain: sono 297 i nuovi casi del 2023, +19% rispetto al 2022, che portano a oltre 1300 i progetti complessivamente censiti dal 2016 a oggi. Il 31% delle più importanti imprese globali della domanda della Fortune Global 500 ha implementato almeno un progetto basato su blockchain negli ultimi anni: 153 imprese della domanda che in totale hanno sviluppato 336 progetti tra proof of concept, pilota e operativi.
Sono in forte crescita in particolare i progetti Blockchain for business (+58%), la maggioranza, pari al 36% del totale, con 106 nuovi casi tra soluzioni di token e smart contract per ottimizzare i processi aziendali. Sono in linea con il 2022 i progetti di Decentralized web, in cui la Blockchain serve a sviluppare servizi vicini al paradigma del Web3, con 96 nuovi casi pari al 32%. Stabili anche i nuovi progetti basati sullo scambio di valore, il cosiddetto Internet of Value (tra criptovalute, stablecoin e Central Bank Digital Currency): nel 2023 si contano 95 casi, 32% del totale.
In Italia, il 2023 vede una sostanziale stabilità dei progetti Blockchain, con investimenti pari a 38 milioni di euro (in calo del 10%). Ma gli attori hanno spostato attenzione dal lancio immediato di progetti di piccola entità, che nel 2022 erano stati principalmente legati alla creazione di NFT, a prototipi e progetti pilota di maggiore dimensione. Il 39% degli investimenti riguarda il settore finanziario e assicurativo, che si conferma predominante, mentre aumenta la rilevanza di progetti della PA, al 14%, e dell’agrifood, 10%, seguiti dal fashion (7%). È stabile l’interesse degli italiani per criptovalute e token: 3,6 milioni dichiarano di possederli attualmente.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Blockchain and Web3 della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno dal titolo ‘Web3: Why, What and When?’.
“Il 2023 è stato un anno caratterizzato da una scarsa attenzione mediatica sul mondo della Blockchain, ma il settore non è affatto rimasto fermo”, spiega nella nota Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3. “Anzi, partendo dall’ingombrante eredità di instabilità e scandali, come quelli di Terra-Luna ed FTX, abbiamo assistito ad una fase di purificazione e maturazione del comparto: si sono ridotte pratiche speculative discutibili, è stata promossa un’evoluzione più consapevole della tecnologia, è stata data maggiore attenzione agli aspetti etici e allo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, ha continuato a farsi strada l’idea di web3, un nuovo modello del web caratterizzato da equità e inclusività, basato su concetti chiave come trasparenza, decentralizzazione e coinvolgimento attivo degli utenti, che potrebbe rappresentare un cambiamento profondo economico e sociale”.
“Nell’anno appena concluso sono maturati significativi progressi tecnologici, regolamentari e applicativi”, spiega Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3. “Tra le applicazioni ha avuto particolare slancio la tokenizzazione, cioè la rappresentazione di asset tramite sistemi blockchain. Aziende di rilievo hanno integrato nei loro servizi gli stablecoin, denaro fiat tokenizzato, abilitando nuove applicazioni e modalità di trasferimento. La spinta alla tokenizzazione ha interessato sempre più i cosiddetti ‘Real World Assets’, asset finanziari tradizionali e persino proprietà di beni fisici. Questa tendenza è guidata dalla prospettiva di migliore trasferibilità e di programmabilità, che li rende utilizzabili in applicazioni trasparenti e più inclusive nel contesto del web3”.
Internet of Value
Le applicazioni Internet of Value riguardano l’utilizzo di criptovalute, stablecoin e CBDC per lo scambio di valore. Nel 2023 sono stati 95 i nuovi progetti sviluppati a livello mondiale, il 32% del totale, in continuità con quanto registrato nel 2022. Il progetto per l’Euro Digitale, dopo due anni di studio, è passato ufficialmente il 1°novembre alla fase di preparazione, ma lo sviluppo di forme digitali di moneta di banca centrale (CBDC) non è una peculiarità solo europea. Ben 94 banche centrali (il 60% del totale) stanno esaminando o sperimentando attivamente le CBDC. Il 46% delle iniziative è attualmente in fase di sperimentazione, in aumento del +8% rispetto al 2022.
“In parallelo alla crescita dei progetti, il 2023 ha visto la continuazione e i primi effetti del processo di creazione di un quadro regolamentare più definito e favorevole agli attori istituzionali”, sottolinea Giacomo Vella, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web3. “In Europa si contano già oltre 1.300 ‘operatori di valute virtuali’ regolamentati e vigilati, di cui 131 in Italia. Inoltre, spinti dall’inquadramento di questi strumenti nel MiCAr, alcuni attori europei stanno sviluppando stablecoin ancorate all’euro in grado di offrire piena programmabilità e interoperabilità con le applicazioni web3. Nel prossimo futuro sarà cruciale comprendere come criptovalute, stablecoin e CBDC si svilupperanno nel tempo, se in competizione reciproca o seguendo logiche di integrazione nell’ambito del web3”.
Blockchain for business
L’ambito caratterizzato dai progetti che puntano a ottimizzare i processi aziendali attraverso strumenti come token e smart contract è attualmente il più diffuso. Nel 2023 se ne contano 106, il 36% del totale, con una crescita del +58% rispetto al 2022. Incremento ottenuto nonostante i grandi progetti di ecosistema del passato continuino a riscontrare difficoltà. Già nel 2022 diverse iniziative di rilievo come TradeLens e B3i erano state interrotte. E anche nel 2023, alcuni progetti hanno dovuto affrontare nuove sfide legate al mantenimento delle relazioni tra gli attori coinvolti o all’insostenibilità economica. La crescita è principalmente attribuibile alle numerose aziende che hanno sviluppato progetti di tokenizzazione per innovare i processi aziendali. A spiccare è il settore finanziario, dove sempre più attori di spicco a livello internazionale e italiano, come Mediobanca o Crédit Agricole Italia, hanno emesso obbligazioni, NPL o quote di fondi tokenizzati per migliorare l’efficienza dei processi, ridurre i rischi di controparte e accedere a maggiore liquidità.
Decentralized web
Nei progetti Decentralized web la blockchain serve da piattaforma tecnologica per sviluppare servizi innovativi più vicini al paradigma web3, come le applicazioni decentralizzate (DApp) o i progetti legati ai non-fungible token (NFT). Dopo il forte hype del 2022, l’ultimo anno è stato caratterizzato da progetti più maturi, in cui gli NFT diventano catalizzatori di iniziative più ampie e strategiche per le aziende che decidono di utilizzarli. Possono essere usati come strumenti di customer loyalty a favore del brand di riferimento, come nei casi di Starbucks Odyssey e Uptrip di Lufthansa oppure per creare nuove community online. Shopify sta sperimentando degli e-commerce che consentono ai brand di offrire promozioni, prodotti esclusivi o l’accesso anticipato ai nuovi prodotti esclusivamente ai possessori di determinati NFT. Mentre Spotify sta testando playlist riservate esclusivamente ai partecipanti di progetti NFT.
Le crypto in Italia
Da una ricerca svolta in collaborazione con BVA Doxa emerge che sono oltre 3,6 milioni gli italiani che dichiarano di possedere attualmente criptovalute o token. Un terzo (32%) li hanno acquistati tramite un exchange di criptovalute, il 17% con un servizio di wallet con acquisto diretto. Il 38% degli italiani preferisce invece esporsi finanziariamente a questi strumenti solo in modo indiretto attraverso servizi di trading tradizionali e app bancarie.
Tra chi possiede crypto-asset, il 37% conserva i propri beni utilizzando servizi di exchange, con Coinbase, Crypto.com e Binance,che rimangono i principali (nel 55% dei casi). In linea con il 2022 invece, il 36% degli utenti utilizza software wallet non-custodial e l’8% hardware wallet. Aumentano gli utenti che detengono criptovalute o token presso servizi di trading finanziari generici o su app bancarie (38%, contro il 23% del 2022), probabilmente anche per via dell’incremento dell’offerta. È più ridotta invece la penetrazione di NFT, giochi play-to-earn e applicazioni DeFi, adottati rispettivamente dall’8%, 8% e 5% degli intervistati.