BeReal è il social del momento, una provocazione intelligente nei confronti di Instagram e dell’estetica del ricco, bello, felice e vincente, che domina le piattaforme sociali per giovanissimi.
Ideata nel 2020 da due francesi – Alexis Barreyat e Kévin Perau – l’app, dopo avere avuto un discreto successo nell’Ottagono, è esplosa questa estate negli Stati Uniti soprattutto tra gli studenti universitari. E ovviamente, ora sta tornando, preceduta dalle narrazioni di un grande potenziale futuro, anche nei nostri paesi europei. Narrazioni che non sono sempre confermate dai risultati, come ad esempio ha dimostrato il repentino successo e l’altrettanto rapido declino di Clubhouse.
Ma come funziona, nei fatti, questa app? Una volta al giorno, a un’ora diversa ogni giorno, gli utenti ricevono un’unica notifica che chiede loro di scattare simultaneamente due foto. La prima la si scatta con l’obiettivo anteriore del cellulare, quello per i selfie, l’altra attraverso la fotocamera posteriore. Si hanno due minuti per scattare queste foto e decidere se pubblicarle o meno sul proprio profilo.
Il senso dell’app è quello di mostrare se stessi senza artifici, senza filtri o altre artificiosità che possono alterare le immagini. Il motto della piattaforma è infatti ‘BeReal is life, real life, and this life is without filters’. In altre parole pubblicare foto che mostrino le cose come realmente sono, sia noi stessi, sia il nostro environment.
I due minuti di tempo, uniti al fatto che si hanno solo due tentativi per realizzare il post quotidiano (se si scarta la prima foto scattata, infatti, la successiva sarà quella definitiva), fanno sì che non si ha tempo per studiare pose, inquadrature, luci, contenuti particolari. Le foto ottenute, sia frontali che posteriori, non si possono modificare, non ci sono filtri a disposizione né altri tool di miglioramento: gli scatti rispecchiano come la persona appare e ciò che sta osservando in quel momento, senza intermediazioni o possibilità di impreziosire l’immagine.
Certo, si può anche rispondere più tardi all’appello, ma le foto vengono inevitabilmente ‘taggate’ ed evidenziano il ‘ritardo’ che viene segnalato sopra il post. Ad ogni modo si può postare solo una volta al giorno.
Tutto il contrario da quello che accade usando TikTok e Instagram, dove la molla del successo di molti dei nuovi content creator è il denaro, autentico o apparente poco importa. Perché questi protagonisti da social ‘flexano ricchezza’, come si usa dire utilizzando il gergo corrente tra la Gen Z e quella Alpha: ostentano i propri soldi, il proprio status, l’abbigliamento di marca, le auto di prestigio, e le conoscenze con i Vip.
Su BeReal, almeno per ora, l’interazione avviene soprattutto con i contenuti delle persone che già si conoscono: esiste una sezione ‘Discover’, in cui sono selezionati in maniera casuale i contenuti di utenti vari, in base al numero di reazioni ricevute, ma non è possibile commentare i post delle persone con cui non si è in contatto diretto. Un po’ come accadeva a Facebook, nelle sue prime release che erano quasi agende dei propri contatti personali o delle proprie cerchie di conoscenza.
A proposito, comunque, della reali possibilità di duraturo successo di BeReal, va segnalato che Meta ha confermato di star lavorando internamente una nuova funzionalità di Instagram che è decisamente simile a questa app, denominata IG Candid. In una dichiarazione rilasciata a The Verge dalla portavoce di Meta Christine Pai, è stato precisato che questa funzione è un prototipo interno e non viene testata esternamente.
Ciò suggerisce che non esiste una tempistica definita per quando questa potrebbe diventare disponibile a tutti, ma sembra lecito ritenere che Instagram alla fine lancerà una risposta a BeReal solo se la sua popolarità continua. Dopotutto, quando la funzione Storie di Snapchat è diventata popolare, Instagram ha lanciato le sue Storie, e anche Reels è stata la risposta alla popolarità di TikTok.