di Massimo Bolchi
Sono stati presentati a Milano i risultati dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, che mostrano come l’anno appena concluso abbia confermato la dinamica positiva dell’anno precedente, con nuove aperture che hanno consentito di raggiungere ai Data Center presenti nel nostro Paese una potenza energetica di 513 MW IT (considerando cioè, solamente le sale dati delle infrastrutture), con un aumento del +17% rispetto al 2023.
“Sono state intraprese azioni concrete per favorirne uno sviluppo deciso nei prossimi anni orientate all’attenzione agli aspetti ambientali e allo sviluppo economico”, ha dichiarato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Data Center. “Lo scenario generale conferma quindi un quadro decisamente positivo, servirà ora un ulteriore importante sforzo nell’implementare l’inquadramento normativo per la costruzione di nuove infrastrutture e favorire il proseguimento della crescita degli investimenti nei prossimi anni”.
Il 2024 si può definire infatti come l’anno della definitiva presa di coscienza sull’importanza delle infrastrutture Data Center per il Paese: 5 miliardi di euro sono già stati spesi nel biennio 2023-2024 per la costruzione, l’approntamento e il riempimento di server IT di nuove infrastrutture Data Center, mentre ulteriori 10,1 miliardi sono previsti per il biennio 2025-2026. Sullo sfondo iniziano ad emergere un numero crescente di nuove aperture previste oltre il 2026, che potranno ulteriormente alimentare il giro d’affari della filiera infrastrutturale italiana.
I Data Center in Italia e il ruolo essenziale della Lombardia
Nonostante lo scenario Data Center a livello europeo si sia storicamente sviluppato intorno alle città del ‘FLAPD’ (acronimo che sta per Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino), per il secondo anno consecutivo questi mercati hanno subito un rallentamento della loro dinamica. Ne sono esempio la moratoria di Amsterdam, soggetto a regole che vietano l’apertura di nuove infrastrutture, o i primi casi di non apertura nella città di Dublino, per un Data Center che non rispettava i vincoli di utilizzo delle energie rinnovabili.
L’interesse degli investitori si è quindi sempre più spostato verso mercati emergenti, tra cui l’Italia, la Spagna, la Polonia e i Paesi del Nord, mentre Svezia e Norvegia sono appetibili soprattutto per le temperature di funzionamento delle infrastrutture. L’Italia, in particolare, presenta un quadro caratterizzato da luci e ombre: di fianco a punti di forza rilevanti, tra cui il suo ruolo di quarta economia europea per PIL, il florido tessuto economico locale e la sua posizione strategica nel Mediterraneo, non mancano le difficoltà difficoltà legate alla componente energetica, con un costo quasi doppio rispetto ai principali competitor, e a difficoltà organizzative, soprattutto a livello di PA locale; regionale e comunale.
Il 2024 ha comunque confermato in Italia la dinamica positiva dell’anno precedente, con le nuove aperture che hanno portato 75 nuovi MW IT e hanno consentito di raggiungere 513 MW IT di potenza totale dei Data Center (+17% rispetto al 2023). Guardando alla loro estensione, i Data Center attualmente attivi occupano un’area totale di 333.341 mq (+15% rispetto al 2023). Parallelamente, inizia ad emergere una tendenza di aumento della densità di potenza nelle singole infrastrutture, con richieste di armadi rack sempre più performanti, a causa dell’accelerazione del mercato dell’intelligenza artificiale che impatterà la progettazione e l’operatività dei nuovi Data Center. Un ruolo centrale viene ricoperto dai campus Data Center, che rappresentano ad oggi la principale via per la progettazione e la costruzione delle infrastrutture e che detengono il 44% della potenza energetica IT nominale attiva.
Dal punto di vista geografico, la Lombardia detiene 318 MW IT, con un ruolo centrale occupato dalla città di Milano, che possiede 238 MW IT totali, in crescita del 34% sull’anno precedente. Numeri decisamente interessanti, ancora distanti da contesti quali Londra (1.065 MW IT) o Francoforte (867 MW IT), ma che posizionano il capoluogo lombardo in vantaggio rispetto ad altri mercati emergenti. Il principale è Madrid, con 172 MW IT (+26% sul 2023), seguito da Varsavia (144 MW IT) e dalle città del Nord-Europa.
Il nodo dell’approvigionamento energetico dei data center
La crescita delle infrastrutture a livello nazionale, in particolare nella zona di Milano, è spinta in modo significativo dai Data Center ad Alta Potenza (>10 MW IT), che necessitano l’allacciamento alle reti di alta tensione per il loro funzionamento e che occupano il 37% della potenza energetica IT totale, in decisa crescita rispetto al 2023. Queste infrastrutture sono concentrate per il 70% nell’area milanese e occupano il ruolo di assolute protagoniste negli annunci di nuove aperture.
“Lo sviluppo di infrastrutture di potenza sempre maggiore solleva tuttavia interrogativi riguardo il loro approvvigionamento energetico e la sostenibilità della rete elettrica italiana. I nuovi annunci, infatti, si stanno concentrando prevalentemente intorno alla città di Milano”, ha spiegato Marina Natalucci, Direttrice dell’Osservatorio Data Center. “Il problema energetico si aggiunge a quello del prezzo dell’energia, attualmente ben al di sopra della media europea e circa il doppio dell’equivalente spagnolo, dove il governo ha fortemente incentivato lo sviluppo di impianti per la produzione di energie rinnovabili. L’energia è un elemento critico per il funzionamento dei Data Center e la situazione italiana potrebbe generare uno spostamento dell’attenzione degli investitori verso altri mercati emergenti”.
La colocation e la sue potenzialità di sviluppo
Il consolidamento della crescita delle infrastrutture sul territorio sta avendo impatti significativi sul mercato della colocation, ovvero la messa a disposizione di spazi più o meno estesi dei Data Center per il posizionamento dei server e del patrimonio informativo delle organizzazioni clienti. La dinamica del mercato colocation evidenzia una crescita del +17% sul 2023, per un valore totale di 765 milioni di euro, in decisa accelerazione rispetto allo sviluppo più contenuto dello scorso anno.
“Il settore dei Data Center rappresenta una leva strategica per il progresso digitale del Paese, creando opportunità sia per gli operatori globali che per il panorama imprenditoriale locale”, ha concluso Luca Dozio, Direttore dell’Osservatorio Data Center. “I prossimi anni saranno fondamentali per l’Italia per posizionarsi come un nodo centrale a livello europeo, consolidando la sua presenza infrastrutturale a favore dello sviluppo dei mercati digitali del Paese e dell’intero continente”.
I modelli di business sono di tre tipi: la colocation retail, volta alla messa a disposizione di porzioni contenute dei Data Center, solitamente per piccole realtà della filiera digitale attive sul territorio, la colocation wholesale, in cui vengono fornite sale dati a supporto di grandi attori della filiera digitale e/o grandi realtà italiane, e la colocation building hyperscale, in cui i Cloud Provider prendono in affitto interi edifici per il posizionamento della propria offerta nel mercato italiano.
Sul totale del mercato colocation, il segmento wholesale detiene la fetta principale per un totale di 444 milioni di euro, seguito dalla componente retail (23%). Nonostante il segmento building hyperscale rappresenti ad oggi solo il 19%, ci si aspetta una crescita significativa nei prossimi anni, grazie ai piani di sviluppo dei Cloud Provider sul territorio, per un mercato che potrà fino a più che raddoppiare nel 2026.