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‘Approfitta del Black Freuday’, la nuova campagna digital di Serenis per ‘sopravvivere’ alle trappole del Black Friday. Tra emotional spending, avversione per il mancato affare, FOMO e tapis roulant edonico

Black Freuday

La campagna ‘Black Freuday’ si rivolge a tutti coloro che, durante i giorni di maggior risparmio dell’anno, cedono, spesso anche inconsapevolmente, ai meccanismi psicologici innescati dalle migliaia di pubblicità create appositamente per invogliare gli utenti ad acquistare.

Per tutto il periodo del Black Friday, le pagine social di Serenis – centro medico online per il benessere mentale – pubblicheranno pubblicità lampo che avranno lo scopo di illustrare, seppur sotto mentite spoglie, i trick più usati dalle aziende per attrarre a sé i clienti, facendoli vivere direttamente sulla pelle degli utenti incuriositi.

Nello specifico, la campagna ‘Black Freuday’ offre, solo per 24 ore, 100 posti disponibili per prenotare un colloquio psicologico gratuitamente. Tutti coloro che cliccheranno sull’annuncio, verranno indirizzati a una landing in cui scopriranno il trucco: le offerte, come spiega Serenis, sono valide sempre e il Black Freuday altro non è che un espediente usato dalla piattaforma per spiegare i meccanismi psicologici su cui spesso si basano le offerte di questo tipo.

In questa campagna, realizzata con il supporto del Direttore Clinico Federico Russo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, Serenis vuole fare luce proprio su queste trappole psicologiche, simulandole insieme a utenti ignari, per spiegare loro che non c’è nulla di male nel comprare: l’importante è essere sempre consapevoli rispetto agli effetti che le pubblicità, più o meno aggressive, spesso hanno su di noi.

Le trappole psicologiche in cui è facile cadere

‘E se poi me ne pento?’. Le promo del Black Friday sono quasi sempre ‘a tempo limitato’, o a ‘esaurimento scorte’. È una strategia che gioca sul fatto che tendiamo a dare più peso a un possibile rimpianto che a un possibile guadagno. Ad esempio, se facciamo un lavoro che non ci piace, potremmo decidere di tenercelo lo stesso, per paura di pentirci della decisione di cambiare. Questa distorsione cognitiva si chiama ‘avversione alla perdita’.

‘Ne parlano tutti’. Il Black Friday è anche un momento di eccitazione collettiva: la pressione pubblicitaria e la copertura mediatica ci fa percepire il rischio di rimanere fuori da un evento importante e partecipato. Questa FOMO, acronimo di Fear of Missing Out, cioè la ‘paura di essere esclusi’, può stimolare un’ansia connessa all’urgenza che ci spinge a comprare il prima possibile per evitare di venire esclusi da un’occasione.

‘Se lo compro sarò felice’. È vero, almeno a breve termine. Lo shopping infatti aumenta il rilascio della dopamina, una delle molecole coinvolte nel sistema di ricompensa, da cui dipendono la gioia e il piacere. Anche solo scegliere (senza comprare) può farci stare bene, ma la gratificazione non dura a lungo. Inseguire la felicità in questo modo è come correre su un tapis roulant aspettandosi di arrivare a destinazione ma senza mai, di fatto, arrivare da nessuna parte. Nei casi più estremi, questo può sfociare in un disturbo da accumulo, una condizione talvolta legata a tratti ossessivi per cui si ha difficoltà a separarsi da oggetti personali al punto da riempire casa e non avere più lo spazio per vivere adeguatamente.