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Dopo le polemiche, Apple si scusa per la pubblicità dell’iPad Pro. Lo spot ‘Crush!’ non verrà trasmesso in tv

Crush! Ipad pro
di Monica Gianotti

L’annuncio del film di Apple ‘Crush!’ dedicato al nuovo iPad Pro da 13 pollici è stato accolto da una serie di reazioni negative da parte degli utenti del web che ritenevano che lo spot celebrasse la distruzione della creatività umana e dell’arte da parte della tecnologia.

Per questo motivo, in una dichiarazione rilasciata ad AdAge, il Vice President of Marketing Communications di Apple, Tor Myhren si è scusato, assicurando che lo spot non sarebbe stato trasmesso in tv.

“La creatività è nel nostro DNA alla Apple, ed è incredibilmente importante per noi progettare prodotti che diano potere ai creativi di tutto il mondo. Il nostro obiettivo è quello di celebrare sempre la miriade di modi in cui gli utenti si esprimono e danno vita alle loro idee attraverso l’iPad. Abbiamo mancato il bersaglio con questo video e ci dispiace”, ha affermato Myhren.

Lo spot – lo ricordiamo – mostra simboli della creatività umana, come strumenti musicali, barattoli di vernice, libri, schermi, emoji e un busto di testa umana schiacciati da una gigantesca pressa idraulica.

In molti hanno visto nello spot una sorta di invito alla distruzione di prodotti culturali soprattutto persone che lavorano nei settori creativi, da quello della recitazione a quello dell’arte e del design. L’attore britannico Hugh Grant, per esempio, ha definito il video una ‘distruzione dell’esperienza umana’. Altri utenti hanno detto che lo spot era di cattivo gusto, nel contesto dei crescenti timori che l’intelligenza artificiale possa sostituire i lavoratori, anche quelli dei settori creativi.

È raro che un’azienda come Apple – che deve parte del proprio successo proprio alla creatività delle sue campagne di marketing – faccia un mea culpa di questo genere, addirittura ritirando una pubblicità a pochi giorni di distanza dal lancio di un nuovo prodotto.

E noi ci chiediamo se sia un bene ‘imbrigliare’ la creatività quando non ci piace – o peggio – ci fa ‘paura’…