Ieri sono stati pubblicati i risultati della prima analisi sui Big Data, lavoro iniziato nel 2017 ad opera di tre soggetti istituzionali – l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e il Garante per la protezione dei dati personali – che ha portato una complessa analisi di un fenomeno che sta delineando il futuro di qualsiasi attività economica.
Innanzitutto la premessa: i dati hanno assunto importanza via via crescente nell’organizzazione delle attività di produzione e di scambio, a tal punto da poter essere considerati una risorsa economica a tutti gli effetti, anzi la risorsa di gran lunga più importante in molti settori. Infatti, grazie agli avanzamenti nell’ambito dell’ITC, le organizzazioni tendono a raccogliere dati di qualsiasi tipo, a elaborarli in tempo reale per migliorare i propri processi decisionali e a memorizzarli in maniera permanente al fine di poterli riutilizzare in futuro o di estrarne
nuova conoscenza.
La creazione di dati sta seguendo un processo esponenziale: nell’anno 2018 il volume totale di dati creati nel mondo è stato di 28 zettabyte (ZB), registrando un aumento di più di dieci volte rispetto al 20118 e si prevede che entro il 2025 il volume complessivo dei dati arriverà fino a 163 ZB.
Il motore primario di questo processo di generazione di dati è indubbiamente Internet: attraverso la rete, infatti, in un minuto sono inviati 44 milioni di messaggi, sono effettuate 2,3 milioni di ricerche su Google, sono generati 3 milioni di “mi piace” e 3 milioni di condivisioni su Facebook, e sono effettuati 2,7 milioni di download da YouTube. Google elabora dati di centinaia di Petabyte (PB), Facebook ne genera oltre 10 PB al mese e Alibaba e Amazon decine di Terabyte (TB) al giorno per il commercio online. Questa espansione, guidata dall’affermazione delle piattaforme on-line, subirà un’ulteriore accelerazione con la connessione tra oggetti e le applicazioni 5G
Ma che cosa sono, esattamente, i Big Data? In chiave descrittiva è frequente il ricorso ad alcune caratteristiche tipiche del fenomeno. Esse sono sintetizzate nelle 4 “V”: il volume, con riferimento all’enorme dimensione dei dati generati e raccolti; la varietà, con riguardo alle numerose tipologie dei dati disponibili, tra i quali trovano posto audio, video, pagine web e testi; la velocità delle operazioni di trattamento; il valore che i dati assumono allorquando vengono elaborati ed analizzati.
Sono state poi individuate molteplici altre V idonee a caratterizzare i Big Data: la veridicità, ovvero la qualità e significatività dei dati raccolti o elaborati, la valenza, ovvero il grado di connessione del dato con altri dati, la visualizzazione, cioè la necessità di riassumere in maniera visuale e facilmente interpretabile i dati più rilevanti.
Al fine di accrescere l’efficienza dei processi produttivi e migliorare la capacità decisionale degli interessati cruciale il processo di “estrazione di conoscenza” dai Big Data: la raccolta, che a sua volta si articola in generazione, acquisizione e memorizzazione; l’elaborazione, che coinvolge attività di estrazione, integrazione e analisi; e infine l’interpretazione e l’utilizzo.
La capacità di creare valore attraverso la raccolta e l’analisi di ingenti moli di dati non è un aspetto limitato all’attività delle piattaforme online, ma costituisce una potenziale fonte di vantaggio competitivo anche in settori tradizionali, in particolare in quelli caratterizzati da asimmetrie informative, nei quali importanti guadagni di efficienza possono derivare dall’elaborazione dei Big Data. Si pensi, si pensi in proposito alla applicazioni in corso di sviluppo per i settori Bancario e Assicurativo. Che hanno dato origine a un nuovo comparto, quello della Fintech.
Ma non mancano le sfide poste dalla corrette gestione dei dati personali (o assimilabili). Prima di tutto il GDPR, la cui applicazione è limitata ad alcuni soggetti (ad es. gli operatori di telecomunicazioni),ma non ad altri (quali gli OTT) che possono farne uso liberamente.
Poi il panorama editoriale complessivo che vede – in Italia e nel mondo – svettare soggetti come Facebook e Google, che non sono tecnicamente degli editori.
Infine il potere di mercato raggiunto da alcune grandi piattaforme – cosiddetti GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) – nella fornitura dei servizi digitali appare come un fenomeno in grado di stravolgere radicalmente le dinamiche concorrenziali di numerosi mercati,
anche di quelli dove le stesse piattaforme non sono (ancora) attive.
In questo contesto, oltre al tema relativo all’utilizzo dei Big Data, le Authority segnalano come la tecnologia 5G estenderà le applicazioni di Intelligenza Artificiale (IA), in quanto la IoT e l’Ultrabroadband permetteranno di incrementare sempre di più la raccolta dei dati e gli algoritmi conseguenti. Con l’introduzione del 5G si assisterà, per la prima volta, ad una complessa interazione tra reti molto più performanti e flessibili, e la gestione di una mole crescente di dati e la flessibilità delle reti consentirà di cogliere le opportunità derivanti dall’uso di tecniche avanzate di IA per proposizioni di servizio adattata in modo dinamico al singolo caso d’uso.
Per chiudere, non potavano mancare le riflessioni delle tre Autority e gli auspici per un policy che prendesse in considerazione le sfide poste dallo sviluppo dell’economia digitale e dai Big Data, a tutela della privacy, della concorrenza, del consumatore e del pluralismo.
AGCM, AGCom e Garante per la protezione dei dati personali, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, possono quindi meglio garantire i propri obiettivi istituzionali, “nella misura in cui sapranno cogliere a pieno le opportunità offerte da una proficua cooperazione”, recita la ricerca. A tal fine, le tre Autorità contribuiscono a fronteggiare le criticità dell’economia digitale, impegnandosi a strette forme di collaborazione negli interventi che interessano i mercati digitali, anche attraverso la sottoscrizione di memorandum of understanding capace di affrontare sotto tutti gli aspetti in gioco le varie questioni che di volta in volta si pongono..